Due anni fa il terremoto che rase al suolo Amatrice
di Valentina Stella Il Meridione 24 agosto 2018
Oggi
sono trascorsi due anni dalla notte del 24 agosto, quando una scossa di
terremoto di magnitudo 6.0 della scala Richter scosse il centro Italia alle
3:36. Verrà poi denominata sequenza di Amatrice-Visso-Norcia. L’epicentro fu
localizzato in prossimità del comune di Accumoli e l’area epicentrale si estese
al confine tra le regioni Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo. I morti furono 299,
i feriti 388, migliaia gli sfollati, interi paesi distrutti: ad Amatrice restò
in piedi solo un campanile che svetta al centro di una spianata di macerie. A
fare un bilancio della situazione ci pensa l'assessore al Lavoro e alle
politiche della Ricostruzione della Regione Lazio, Claudio Di Berardino: “volendo ripercorrere le cose che sono state
fatte i numeri di sicuro possono dare un
quadro più chiaro e immediato. In questi due anni per l'emergenza abbiamo speso
165 milioni di euro che sono serviti a dare un tetto a circa 2000 persone,
abbiamo realizzato 163 stalle per il ricovero degli animali che hanno permesso
agli allevatori, insieme alle 50 casette che abbiamo realizzato per loro, di
poter continuare a lavorare e produrre nella propria terra. Abbiamo realizzato
5 strutture per delocalizzare oltre 100 attività economiche che oggi sono
aperte. Abbiamo anche realizzato un presidio sanitario ad Amatrice con tutte le
funzioni specialistiche. Per la ricostruzione pubblica le risorse già stanziate
sono oltre 300 milioni e abbiamo già avviato le procedure per realizzare le
prime grandi opere”. Lo Stato, inoltre, ha già investito nell’area a cavallo
tra il Lazio e le Marche 252,3 milioni, al netto di quelli spesi per la prima
emergenza, già tutti stanziati e in parte già tramutati in progetti realizzati
sul territorio. I numeri aggiornati arrivano dall’ufficio del Commissario per
la ricostruzione Paola De Micheli e indicano che buona parte di questi fondi,
190,3 milioni sui 252 totali, sono stati investiti per la ricostruzione
pubblica. Purtroppo, secondo una nota di Federalberghi, sono ancora circa 1.100
le persone ospitate negli alberghi delle Marche, in attesa di poter rientrare
nella propria abitazione o di avere una nuova casa. A queste si aggiungono
altre 340 persone alloggiate negli alberghi di Ischia in seguito al terremoto
di Casamicciola del 21 agosto 2017. Critica Legambiente secondo cui, come
evidenziato in un rapporto, la ricostruzione procede ancora a rilento. In
particolare quella delle scuole e la rimozione delle macerie restano ancora i
due talloni di Achille: delle 21 scuole individuate con una prima ordinanza e
da realizzare entro l'anno scolastico 2017-2018, ne sono state ricostruite solo
tre. Sul fronte del recupero delle macerie pubbliche, sono 1.077.037 (40%) le
macerie pubbliche che al 31 luglio 2018
risultano essere state rimosse nelle quattro regioni (Abruzzo 12% macerie
raccolte, Marche 43%, Lazio 39% e Umbria 72%) su un totale stimato di 2.667.000
tonnellate. Il principale motivo dei ritardi è dato dal tempo occorso per far
partire la macchina. Legambiente ricorda che a maggio 2017, a dieci mesi dal
primo sisma, era stato raccolto solo il 4% di macerie. “Così proprio non può
essere - taglia corto il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci -, la
politica, il palazzo, il Governo devono imprimere al più presto una
accelerazione vera, no a chiacchiere. Vengano qua a vedere la nostra realtà, a
rendersi conto personalmente” . Intanto stanotte il Presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte, ha partecipato a Pescara del Tronto (AP) alla celebrazione
commemorativa per le vittime del terremoto nel secondo anniversario del tragico
evento. Nelle stesse ore dal Molise non arrivano rassicurazioni: “c’è il
terremoto, il terremoto non è prevedibile, ci sono queste scosse, gli esperti
dicono che è aumentata la probabilità che ci possa essere una scossa ancora più
forte, regoliamoci di conseguenza. Questo è il messaggio che deve passare”: così il Capo della Protezione civile
nazionale, Angelo Borrelli, in merito all’emergenza scaturita da una serie di
forti scosse che hanno colpito la provincia di Campobasso dal 14 agosto. Sempre
di ieri è la notizia che il Tribunale civile dell'Aquila ha condannato la
Regione Abruzzo e l'Azienda per il diritto allo studio (Adsu) al pagamento di
un milione e 200 mila euro ai familiari di Hamade Hussein detto
"Michelone", uno degli 8 ragazzi che hanno perso la vita alla Casa
dello studente, crollata la notte del 6 aprile 2009 a seguito della scossa del
capoluogo abruzzese che ha portato con sé 309 vite.
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