Genova comincia a rialzarsi: assegnati i primi appartamenti agli sfollati

di Valentina Stella Il Meridione 20 agosto 2018


Il giorno più triste quando muore una persona cara non è forse quello dei funerali ma il successivo, quando si ritorna forzatamente alla quotidianità ma senza un padre, una madre, un fratello, una nipote, un amico. E così accade a Genova: dopo che tutto il Paese si è stretto intorno alle famiglie che hanno perduto uno o più parenti e amici nel crollo del Ponte Morandi  adesso bisogna fare i conti con la drammatica realtà, quella dove occorre aspettare giustizia e fondi per la ricostruzione. Ieri pomeriggio è il premier Giuseppe Conte a fare il punto della situazione dal suo profilo Facebook: “Come abbiamo detto il Governo è con Genova e con i genovesi e non solo a parole, ma con gesti concreti. Nell'immediatezza del crollo avevamo stanziato 5 milioni di euro per gestire lo stato di emergenza e ieri il Consiglio dei Ministri ha stanziato altri 28 milioni e 470 mila euro. Soldi che, come richiesto e quantificato dalla Regione Liguria, serviranno per realizzare gli interventi urgenti per la viabilità alternativa, per potenziare il sistema dei trasporti e per individuare sistemazioni abitative per i tanti nuclei familiari che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni considerate a rischio. Il Governo ha messo a disposizione i fondi necessari, ma adesso pretendiamo che si faccia in fretta e che sia data una dimora a queste persone”. Se ancora non si conoscono i tempi certi con cui la magistratura stabilirà le responsabilità del crollo - i consulenti della procura e alcuni membri della commissione ispettiva del Mit hanno iniziato ieri l'ispezione sul luogo del crollo di Ponte Morandi - , bisogna invece fare in fretta per ridare una casa agli sfollati. Da più parti ci si sta muovendo per dare un tetto agli oltre 600 rimasti senza una abitazione. Ieri vi avevamo raccontato dell’iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti, oggi quella di Confedelizia  Genova che ha proposto al Comune una convenzione per consentire ai proprietari di case non occupate di darle in locazione in via transitoria all'amministrazione comunale a canoni agevolati, affinché quest'ultimo le possa mettere a disposizione delle famiglie sfollate. "Contiamo di mettere a disposizione oltre 300 unità immobiliari. I tempi per attuare il programma possono essere molto rapidi", ha dichiarato Vincenzo Nasini, vice presidente nazionale di Confedilizia. Sarà la matematica di un algoritmo definito da menti umane a decidere chi, fra gli sfollati di ponte Morandi, avrà  per primo diritto a una nuova abitazione. "I tecnici informatici del Comune hanno lavorato anche di notte per costruire le formule necessarie", ha spiegato l'assessore comunale al Bilancio Pietro Piciocchi: "la graduatoria è stata elaborata con un sistema di punteggi - continua Piciocchi - che ha consentito di privilegiare persone con disabilità, nuclei familiari con minori in età scolare, quindi dai 3 ai 14 anni, cercando di allontanarli il meno possibile dalle loro scuole, in vista di settembre". Intanto oggi, come reso noto dal governatore Toti, saranno consegnati i primi appartamenti a 11 famiglie. Nelle prossime settimane saliranno a 40. Anche Autostrade aveva garantito che “per ciascuna famiglia la cui abitazione sarà oggetto di demolizione per la costruzione del nuovo ponte, è previsto un indennizzo pari al valore di mercato dell'immobile, un sovrapprezzo del valore dell'immobile motivato con l'urgenza delle operazioni più un importo ulteriore per la ricollocazione”. Altra situazione da riportare alla normalità è quella del porto di Genova: il gruppo danese Maersk scala regolarmente le banchine del capoluogo, ma ha lanciato l’allarme: “Raggiungere la città rimarrà difficile nelle prossime settimane”. “L'estate è un momento relativamente fermo per quanto riguarda le merci, non c'è un grande congestionamento. Più sui traghetti, ma la situazione è per ora sotto controllo” ha detto invece all'Adnkronos il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini. In quello che, dice, “è il porto centrale per la Pianura Padana abbiamo due grandi bacini: quello di Voltri e di Sampierdarena. Lì non utilizzavano il ponte Morandi, ma due autostrade: l'A26 e l'A7 che va a Milano”. Il problema è il traffico di collegamento. Si stanno studiando, quindi, due misure: la prima di tipo infrastrutturale, la seconda è di tipo gestionale.

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