Salvini-Orban: fermare l’immigrazione si può

di Valentina Stella Il Meridione 29 agosto 2018

È durato un’ora ieri l’incontro fra il premier ungherese Viktor Orban e il leader della Lega Matteo Salvini presso la prefettura di Milano. Sul tavolo il tema caldo dell'accoglienza dei migranti. A seguire una conferenza stampa congiunta in cui i due hanno mostrato una forte intesa e una comunanza di intenti. Per Salvini si è trattato di una “lunga positiva e costruttiva discussione, non solo sull'immigrazione”, Orban l’ha definita “stimolante”. Orban ha ringraziato il vice  premier perché “quando tutti al Parlamento europeo mi attaccavano, Salvini mi difese. Io non dimentico e lo ringrazio”. Con l’incontro di ieri per il Ministro dell’Interno  è iniziato “un percorso che ci accompagnerà nei prossimi mesi” a “un'Europa diversa”, che “metta al centro il diritto al lavoro, alla salute e alla sicurezza. Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell'Europa: oggi comincia un percorso di incontri, ce ne saranno tanti altri”, ha proseguito Salvini, a cui Orban ha consegnato il comando dell’esercito sovranista: “dal suo successo dipende la sicurezza dell'Europa e il suo coraggio merita rispetto. Gli auguriamo di non indietreggiare, che ci difenda, che difenda i confini europei. Salvini in Ungheria gode di grande rispetto e se si candidasse vincerebbe”. E Salvini ha replicato scherzosamente: “Orban mi considera un eroe? Parole sagge”.  Poi è tornato sulla questione migranti: “difendere i confini è un diritto dell’Ungheria” e ha attaccato il presidente francese Emmanuel Macron, “al minimo della popolarità” secondo il vice premier: “ovviamente cambiare i trattati Ue, non solo sull'immigrazione è impegno del governo. Chiediamo collaborazione anche a Macron, che passa il suo tempo a dare lezioni a governi stranieri, dia l'esempio aprendo Ventimiglia. Se lui dà il buono esempio, poi lo possiamo chiedere anche ai paesi Visegrad”. Ha poi aggiunto che “siamo vicini ad un accordo con la Germania per cosiddetti migranti secondari, è a portata di mano, ma a patto che sia a costo zero”. Tuttavia, ha precisato “se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali e navali, ne faremo anche a meno, visto che incredibilmente qualcuno prima di noi firmò un accordo per far arrivare tutti i migranti in Italia”. Con Salvini ha poi concluso Orban “ci siamo trovato d’accordo sul punto più importante, che è l’immigrazione. L’Ungheria ha dimostrato che può essere fermata. Dicevano che era impossibile, ma l’Ungheria ha dimostrato che è possibile sia sul piano giuridico sia su quello fisico”. Non poteva mancare nell’incontro con i giornalisti la questione dell’indagine a seguito del ritardato sbarco dei migranti dalla nave della Guardia Costiera Diciotti: “ i processi non mi faranno cambiare idea”. Dovrebbe comunque arrivare tra domani e venerdì nell'ufficio del tribunale dei ministri di Palermo il fascicolo, aperto dalla Procura di Agrigento, che vede indagati per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio il vice premier e il capo di gabinetto del Viminale, il prefetto Matteo Piantedosi. Non sono mancate le proteste contro l’incontro di Salvini col premier ungherese: sono state alcune migliaia le persone che hanno partecipato alla manifestazione “Europa senza muri” in piazza San Babila a Milano, per protestare contro il vertice, e a cui ha preso parte anche l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. Per Francesco Boccia, deputato del Partito Democratico “Salvini e Orban lavorano per costruire un mondo di muri, fili spinati e per sfasciare l'Europa; le decisioni che prenderanno impatteranno, inevitabilmente, su quel che resta del centrodestra italiano e sul partito popolare europeo a cui aderisce Orban. Vedremo se sarà Orban a portare Salvini nel PPE o viceversa, ma è evidente che a destra sono alla resa dei conti. Che questa UE non funzioni è chiaro a tutti e si può condividere senza scandalizzarsi la diagnosi sul malfunzionamento istituzionale. È sulla cura, invece, che si deciderà il destino dell'Europa. Salvini e Orban vogliono l'amputazione, noi riformisti dobbiamo batterci per rafforzare l'Europa; per renderla forte e robusta”.

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