Palazzo Madama dice sì alla separazione delle carriere
Angela Stella Unità 23 luglio 2025
Il Senato ieri ha approvato con 106 voti a favore (Fi, Lega, Fd’I, Nm, Azione), 61 contrari (Pd, Avs, M5S) e 11 astensioni (Iv) la riforma costituzionale della separazione delle carriere, alla presenza del Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Al termine della votazione le opposizioni hanno messo in atto una protesta mostrando la copertina della Costituzione italiana a testa in giù e gridando “vergogna, vergogna”, mentre fuori si teneva un surreale flash mob dei gruppi parlamentari di Fd’I. Si conclude dunque la prima fase di deliberazione, considerato che il ddl era già passato alla Camera lo scorso gennaio. In autunno il provvedimento tornerà a Montecitorio e poi di nuovo nell’Aula di Palazzo Madama. Tuttavia non saranno più possibili modifiche emendative. Quindi i prossimi passaggi saranno una semplice timbratura che la maggioranza spera di ottenere prima dell’inizio della discussione sulla legge di bilancio, per poi indire il referendum entro la fine della primavera del 2026. “È un passo molto importante verso l’indipendenza della magistratura da se stessa e dalle sue correnti, attraverso la rimodulazione del Csm. È un balzo gigantesco verso l’attuazione del processo accusatorio voluto da Giuliano Vassalli” ha dichiarato il Guardasigilli. A rivendicare il risultato anche la premier Giorgia Meloni per cui l’approvazione “segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione”. Gli azzurri hanno dedicato l’approvazione della riforma a Silvio Berlusconi. “Per noi di Forza Italia questa è una giornata meravigliosa che dedichiamo, ripeto, a Silvio Berlusconi che ha dedicato una parte importante della sua attività politica alla riforma della giustizia. Oggi ci è riuscito, ci guarda lassù", ha detto il vice premier Antonio Tajani. “Oggi (ieri) è una giornata che resterà nella storia. Il cammino verso una giustizia più giusta, che la Lega ha intrapreso sin dai referendum, è a un passo dal traguardo. L'approvazione al Senato della riforma della giustizia garantirà parità fra tutte le parti coinvolte in un processo e renderà effettiva l'autonomia della magistratura dalle distorsioni correntizie, anche grazie all'istituzione dell'alta corte. Ora procediamo spediti, l'Italia lo merita” ha dichiarato il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Ostellari. Matteo Renzi, astenendosi, si è detto “favorevole” alla separazione, ma “non ad una riforma che è poco più di una bandierina” che “non risolve nessuno dei problemi della giustizia”. Il senatore è poi andato all’attacco: “Dite che volete ridare centralità alla politica, ma avete fatto scrivere la riforma dai magistrati negli uffici legislativi, vidimata poi dal magistrato e sottosegretario Mantovano, e impedite pure ai parlamentari, anche di maggioranza, di mettere bocca”. Poi il dito puntato contro Giusi Bartolozzi per l’affaire Almasri: “Io alle 6,50 ho ricevuto un messaggio della Capo di gabinetto a metà tra il sarcastico e il minatorio. A parte che, se qualcuno pensa di minacciare me, ha un po' sbagliato persona; ma almeno mi faccia minacciare via Signal”. Critico totalmente invece il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia: “È una riforma di potere, che considera la giustizia non come garanzia, ma come intralcio, dove il potere è dominio, non responsabilità. Questa riforma non rafforza l'equilibrio tra i poteri, lo spezza. Non tutela l'autonomia della funzione giurisdizionale, la piega. E lo fa con un disegno preciso: rendere la magistratura requirente un corpo separato, isolato, culturalmente subordinato. Una magistratura non più autonoma, ma addomesticata”. Bocciatura della riforma anche da parte del leader del M5S, Giuseppe Conte: “Processi lumaca, precari a rischio nei tribunali, app per il processo telematico che hanno creato caos, disagi e file per settimane, criminali che scappano prima dell'arresto perché con la riforma Meloni-Nordio vengono avvertiti, borseggiatori impuniti perché senza la denuncia del derubato forze dell'ordine e tribunali non possono fare niente. Ovviamente questi non sono problemi da risolvere per il governo Meloni perché sono i problemi dei comuni cittadini”. Non è mancata una nota dell’Anm: “La riforma costituzionale approvata oggi (ieri, ndr) toglierà garanzie ai cittadini, questa è la nostra principale preoccupazione. Ed è chiaro che l’intento di questa riforma sia quello di avere una magistratura addomesticata e subalterna, che rinunci al proprio compito di controllo di legalità”.
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