I detenuti si rassegnino
Angela Stella Unità 23 luglio 2025
I detenuti si rassegnino. Dietro l’angolo non c’è alcuna soluzione immediata da parte del Governo per fronteggiare l’emergenza carceraria. Se c’era infatti molta attesa per il Cdm di ieri che aveva all’ordine del giorno quattro provvedimenti in materia giustizia, poi, ascoltando il Ministro della Giustizia Carlo Nordio nella successiva conferenza stampa, si è scoperto che tutto quello che c’è in cantiere avrà tempi di concretizzazione lunghi anche perché, come ha ammesso il Guardasigilli, si tratta di riforme strutturali. “Abbiamo portato in Cdm una serie di provvedimenti volti ad affrontare il problema del sovraffollamento carcerario, la cui soluzione costituisce per noi una priorità, ma non può essere risolto con la bacchetta magica perché si è sedimentato nei decenni”. Le direttrici illustrate sono state tre. Prima: piano di edilizia penitenziaria illustrato dal Commissario Marco Doglio. Entro il 2027 saranno a disposizione 9.696 nuovi posti su tutto il territorio nazionale. Appunto, entro il 2027, se tutto va bene. Su questo punto è intervenuto anche Matteo Salvini con una nota: “Il piano carceri del governo è diventato realtà anche grazie all’impegno del Mit che ha stanziato 335 milioni di euro”. Seconda: detenzione domiciliare in comunità per i reclusi tossicodipendenti che non abbiano commessi reati gravi. Questa previsione va attuata con disegno di legge quindi i tempi saranno abbastanza dilatati nel tempo. Terza: accelerazione delle procedure per accedere alla liberazione anticipata. Benché per questo obiettivo non ci vorrà l’elaborazione di una norma primaria, tuttavia il lavoro ricadrà principalmente sulla magistratura di sorveglianza, già in affanno. Nota, forse positiva, aver elevato il numero dei colloqui, per i detenuti comuni, da uno alla settimana a sei al mese e per i detenuti in regime di 4-bis da due al mese a quattro al mese. Il Ministro Nordio ha poi ribadito la sua netta contrarietà alla liberazione anticipata speciale proposta di Roberto Giachetti. Oggi è 23 luglio: se la maggioranza parlamentare accetta queste proposte governative per deresponsabilizzarsi e non portare all’attenzione delle Camere subito un provvedimento che deflazioni la popolazione carceraria fino a quando non terminerà questo caldo le carceri resteranno un inferno con il rischio di un aumento dei suicidi.
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