Anche l'Anm dice sì alla pdl Giachetti
Valentina Stella dubbio 15 luglio 2025
Anche l’Associazione Nazionale Magistrati si schiera a favore della proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata speciale: la sua approvazione sarebbe «un rilevante segnale di attenzione verso una popolazione detenuta che vive quotidiane condizioni di restrizione molto lontane dai valori di umanità e dignità richiesti dalla Costituzione e dalle Carte internazionali», si legge in un documento approvato all’unanimità sabato dal Comitato direttivo centrale ed elaborato dalla commissione ‘diritto penitenziario’, presieduta da Andrea Vacca. Pur rilevando dei profili tecnici critici come il fatto che la pdl prevede che «sulla concessione della liberazione anticipata provvede il direttore dell’istituto» e non la magistratura di sorveglianza, le toghe comunque hanno deciso di sposare lo «sconto di pena per buona condotta». Contemporaneamente hanno denunciato, in un altro documento, proprio la carenza dei giudici della carcerazione: «La magistratura di sorveglianza ha il compito di vigilare sull'esecuzione della pena, garantendone la finalità rieducativa. La straordinaria importanza di questo compito appare tuttavia dimenticata se si guarda alle condizioni attuali in cui essa versa. Il numero dei magistrati di sorveglianza è di appena 250: ed appare chiaramente sottodimensionato già solo se comparato al numero dei detenuti in espiazione pena». Tuttavia ci sono delle divisioni rispetto allo sciopero della fame a staffetta, promosso dall’avvocato Valentina Alberta e dal magistrato Stefano Celli, sempre a sostegno della pdl. Infatti se il segretario dell’Anm, Rocco Maruotti, espressione di AreaDg, si è detto favorevole e digiunerà il 17 luglio, Cesare Parodi, di Magistratura Indipendente, a nostra precisa domanda al punto stampa di sabato ha detto no: sebbene «iI problema della situazione carceraria è assolutamente prioritario», tuttavia, «secondo me, sarebbe molto efficace lanciare in tempi rapidi una raccolta di firme dei magistrati, degli avvocati e dei cittadini, da porre sul tavolo del Governo in un tempo brevissimo. Mi domando se il Governo, a quel punto, potrebbe ignorare una sensibilizzazione di massa di questo tipo». Non si comprende però chi dovrebbe farsi promotore di questa iniziativa, considerato altresì che il tempo stringe visto che il sovraffollamento non accenna a diminuire e siamo già a 37 suicidi in carcere. Ad aderire, invece, allo sciopero della fame anche l’avvocato Vittorio Minervini, consigliere del Cnf e vice presidente della Fai (Fondazione avvocatura italiana) che digiunerà domani. Insieme a lui pure Giovanni Zaccaro (Segretario di Area), Stefano Musolino (segretario di Md), Andrea Vacca, Paola Cervo (magistrato di sorveglianza) l’avvocato Elena Cimmino (vice presidente de “Il Carcere Possibile onlus”), Mauro Trogu, difensore di Beniamino Zuncheddu, e molti altri ancora. Invece per adesso ha sospeso lo sciopero della fame che proseguiva da 27 giorni la presidente di Nessuno Tocchi Caino, Rita Bernardini, facendo fiducia sull’eventuale incardinamento del provvedimento del deputato di Italia Viva in Parlamento, soprattutto dopo le ennesime dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa che proprio sabato ha inviato un messaggio in occasione dell'iniziativa “Laboratorio Spes contra spem” che si è svolto nella casa circondariale di Rebibbia, a Roma: «Le sofferenze e le difficoltà legate al sovraffollamento degli istituti di pena rappresentano emergenze di fronte alle quali occorre un convinto cambio di passo» quindi «resto convinto che ogni iniziativa, anche normativa, tesa ad affrontare questa grave e perdurante problematica, debba essere presa in considerazione senza cadere nel pregiudizio politico o ideologico». Come vi avevamo anticipato lo scorso 8 luglio la partita per sfoltire la popolazione carceraria sarebbe tutta nelle mani della seconda carica dello Stato: se trova una maggioranza favorevole alla pdl Giachetti la premier Meloni non dovrebbe porre alcun veto. E da quanto dettoci da Rita Bernardini si starebbe lavorando ad un testo simile a quello Giachetti da presentare a Palazzo Madama a breve, dove appunto ci sarebbe la presidenza favorevole di La Russa. «Se così non fosse non escludo di riprendere immediatamente lo sciopero della fame» ci ha detto la radicale. Peccato però che qualche giorno fa il Ministro della Giustizia Carlo Nordio durante un question time al Senato sia arrivato a dire: «Se però dobbiamo liberare persone con la motivazione che in carcere non c'è più posto, mi concedete che, da un punto di vista logico, questa è un'istigazione a delinquere. Se infatti debbo liberarti perché in carcere non ci stai, significa che, se commetti un reato, non ti posso nemmeno incarcerare. Non è quindi una soluzione corretta». Sono ormai lontani i tempi in cui l'editorialista Nordio diceva ai microfoni di Radio Radicale: «Sono invece favorevole all’amnistia se essa rappresenta, come dovrebbe rappresentare, l’epilogo o l’inizio di una profonda, radicale trasformazione del nostro sistema penale, un sistema che attualmente è fondato essenzialmente sulla carcerazione, cioè sulla limitazione della libertà personale dietro le sbarre, spesso una pena sproporzionata, spesso inumana sempre diseducativa, talvolta addirittura, come ha detto giustamente spessissimo Marco Pannella, criminogena».
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