Scontro Anm politica su sciopero del 27 febbraio
Angela Stella Unità 21 gennaio 2025
“Lanciamo un grido di allarme – ha detto ieri il Segretario dell’Anm, Salvatore Casciaro, ad Agorà su Rai3 - . Non c'è mai stata negli ultimi 50 anni, forse, una riforma che stravolge radicalmente la fisionomia della nostra Costituzione alterando quelli che sono i rapporti tra i poteri dello Stato e gettando le basi per un possibile condizionamento del potere giudiziario”. Per questo il ‘sindacato’ delle toghe scenderà in campo contro la separazione delle carriere con due iniziative di peso: il 25 gennaio, durante le inaugurazioni distrettuali dell’Anno giudiziario le toghe abbandoneranno, indossando toga e coccarda tricolore e con la Costituzione in mano, le Aule nel momento in cui prenderà la parola il Ministro Nordio a Napoli o un suo rappresentante nelle altre sedi. Inoltre i magistrati, prima dell’inizio delle 26 cerimonie, si raccoglieranno all’esterno, mostrando cartelli sui quali saranno trascritte frasi tratte da un testo significativo sul valore della Costituzione. Per rispetto istituzionale verso il presidente della Repubblica non metteranno in atto iniziative il 24, quando invece ci sarà la cerimonia in Cassazione. Poi per il 27 febbraio hanno proclamato uno sciopero. La mozione che raccoglie questa due iniziative è stata votata a maggioranza, con sole 5 astensioni, sabato scorso al Comitato direttivo centrale, l’ultimo con la presidenza di Giuseppe Santalucia. Entrambe le iniziative sono partite su input di Magistratura Democratica e poi accolte anche dalle altre correnti, compresa anche la più moderata Magistratura Indipendente, i cui membri in parte hanno votato a favore. Il testo del ddl costituzionale approvato alla Camera lo scorso 16 gennaio è stato trasmesso al Senato ma ancora devo assegnato alla Commissione Affari Costituzionali. Ma intanto le toghe affilano le armi per far sentire la loro voce. Bisognerà vedere se questa arriverà soprattutto ai cittadini chiamati molto probabilmente ad esprimersi su un referendum nella primavera del 2026. Ovviamente diverse le reazioni politiche. Per il capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia della Camera, Tommaso Calderone, “la decisione di Anm di abbandonare la cerimonia alla inaugurazione dell'anno giudiziario quando interverrà il Ministro o un suo rappresentante è un fatto di gravità inaudita. La Magistratura silente, laboriosa, a servizio del cittadino e della legge, si deve ribellare. È inaccettabile come inaccettabile è scioperare contro una legge del Parlamento”. Mentre per Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato in quota Fd’I, “di questa riforma ciò che dà più fastidio, anche se lo dicono sottovoce, è vengono che tagliate le unghie alle correnti”. Mentre nella sua enews settimanale il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha ribadito sulla riforma: “Noi siamo favorevoli al principio ma pensiamo che non sia scritta bene e facciamo un appello per migliorare il testo al Senato. Se il Parlamento non è fatto solo da schiacciatasti – almeno sulle riforme costituzionali – al Senato proveremo a cambiare il sorteggio per i laici e inserire un passaggio sulla non obbligatorietà dell’azione penale. Ricordiamoci che una riforma Costituzionale ha minimo 4 passaggi, non solo due: questo spiega anche perché chi non condivide del tutto il testo al primo giro fa meglio ad astenersi chiedendo correttivi”. Botta e risposta a distanza anche tra Anm e penalisti. Per l’Unione Camere penali la protesta delle toghe «rischia non solo di alterare ancora una volta i necessari equilibri fra i poteri dello Stato ma di compromettere l'immagine stessa della magistratura». Dai microfoni di Skytg 24 ha replicato Santalucia: «Delegittima le toghe stare in silenzio di fronte a una riforma che peggiorerà il servizio giustizia e indebolisce il quadro delle garanzie».
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