Csm chiede pratica a tutela contro Nordio

 Angela Stella Unità 24 gennaio 2025

Si profila uno nuovo scontro tra Csm da una parte e maggioranza e Governo dall’altra. Dopo infatti le polemiche suscitate per la bocciatura da parte dell’organo di governo autonomo della magistratura della riforma sulla separazione delle carriere, ieri tutti i componenti togati di Palazzo Bachelet - unitamente al componente laico Roberto Romboli (eletto in quota Pd) -  hanno depositato al comitato di presidenza una richiesta di apertura di una pratica a tutela a seguito delle esternazioni rese ieri dal ministro della Giustizia in Parlamento. Ora dovrà essere assegnata alla prima Commissione e poi passare in plenum. “Intervenendo in Parlamento per la relazione sullo stato della giustizia il ministro Nordio – si legge nel documento -  nel descrivere l’attività del pubblico ministero, ha riferito di ‘clonazioni’ di fascicoli, di indagini ‘occulte ed eterne’, di ‘disastri finanziari’ descrivendo tali condotte 'come prassi diffuse e condivise dalle procure della Repubblica'. Ha poi spiegato come i pm siano già superpoliziotti che godono, però, delle garanzie dei giudici proponendo così un’erronea ricostruzione dell’attività del pm e del suo ruolo nell’attuale assetto ordinamentale”.  Secondo i consiglieri del Csm tali esternazioni appaiono “ancora più gravi perché provenienti da uno dei titolari dell’azione disciplinare che ha l’obbligo di segnalare e perseguire le condotte che egli, con impropria e gratuita generalizzazione, pretende di attribuire alla generalità dei pm italiani”.  In pratica stanno accusando Nordio di muovere accuse senza richiamare fatti concreti o casistiche disciplinari e gli stanno indirettamente chiedendo da dove tragga queste conclusioni e cosa ha fatto di conseguenza, essendo lui il titolare dell'azione disciplinare. Infine, si legge nella richiesta di pratica a tutela, che “i sottoscritti consiglieri ritengono che le parole del Ministro – pronunciate, peraltro, in una sede istituzionale – integrino un ‘comportamento lesivo del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione tali da determinare un turbamento alla credibilità della funzione giudiziaria’ e richiedono, pertanto, l’apertura di una pratica a tutela dell’ordine giudiziario ai sensi dell’art. 36 del regolamento interno”. Critiche invece da parte del consigliere laico del Csm eletto per Fi, Enrico Aimi: “Apprendo con stupore e sconcerto che alcuni colleghi consiglieri hanno sottoscritto una surreale richiesta di apertura pratica a tutela del prestigio dell’ordine giudiziario in relazione alle dichiarazioni rese dal Ministro della Giustizia in Parlamento. A poche ore dalle Cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, queste suggestioni allarmistiche non fanno altro che esacerbare i già tesi rapporti tra Magistratura e Esecutivo. Ricordo ai colleghi che il Consiglio Superiore della Magistratura non è la terza Camera”. Pure per il deputato di Forza Italia Enrico Costa “il Csm anziché aprire inutili pratiche a tutela contro le sacrosante parole del ministro Nordio nelle aule del Parlamento, farebbe bene ad approfondire le modalità della protesta deliberata dall'Anm in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario”. Richiesta di dimissioni del responsabile di Via Arenula è arrivata invece dal capogruppo di Avs nella Commissione Giustizia della Camera Devis Dori: “Due giorni fa abbiamo chiesto le dimissioni del ministro Nordio per l'orribile affare del rilascio del trafficante libico, su cui anche la Corte penale internazionale chiede spiegazioni all'Italia. Ora torniamo a farlo accusando Nordio di fomentare una guerra interna al sistema giustizia che non ha nulla a che fare con l'amministrazione della buona giustizia. L'azione intrapresa dal Csm, da tutti i componenti togati di esso, dà quadro di una situazione insostenibile”.

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