Intervista a Luigi Manconi
Angela Stella Unità 11 gennaio 2025
Intervista
a Luigi Manconi, sociologo dei fenomeni politici e presidente di A Buon Diritto
Onlus
1.
Cecilia Sala è tornata in Italia. Secondo lei
qual è stata la contropartita?
Per quanti sforzi titanici faccia, non
riesco proprio a essere originale e a discostarmi da quella che mi sembra
essere l’opinione pressoché unanime dei più acuti analisti geopolitici così
come dei giornalisti più corrivi. Ovvero uno scambio con la mancata
estradizione negli Usa di Abedini. La cosa non mi scandalizza affatto. Proprio
perché penso che l’incolumità della vita umana costituisca il valore supremo,
sono favorevole a qualunque negoziato, trattativa, compromesso: e penso che
tutto ciò inevitabilmente comporti anche la possibilità di uno scambio di
prigionieri. D’altra parte si è sempre fatto così - quasi con la sola eccezione
del sequestro di Aldo Moro - in tutti i casi, fossero di delinquenza comune o
di criminalità politica.
2.
In
generale non c’è troppa indulgenza nei confronti del regime iraniano da parte
del nostro Paese?
Sì, a patto che non si ceda alla
retorica reazionaria della petulante domanda “dove sono le femministe”? Fin
troppo facile rispondere e “dove sono le donne di Fratelli d’Italia, di Forza
Italia o della Lega”? Una controversia patetica. È comunque vero che c’è troppa
indulgenza nei confronti del regime dispotico dell’Iran, motivata dalle più
diverse ragioni. Ne elenco alcune: un eccesso di realpolitik, una politica
vaticana reticente verso quella teocrazia iraniana, quello che so essere un
ottimo rapporto tra i Servizi Segreti italiani e gli apparati di sicurezza di
Teheran; e, ragione che ha a che vedere con l'inconscio collettivo, una certa
riluttanza a riconoscersi in una rivoluzione dalla fisionomia così
significativamente femminile.
3.
Tornando verso l’Italia, la premier Meloni
durante la conferenza stampa di due giorni fa ha detto che grazie anche alla
recente sentenza della Cassazione i centri in Albania torneranno presto
operativi. Lei che ne pensa?
Il senso di quella sentenza della
Cassazione è stato manipolato, fino a rovesciarne l’interpretazione autentica.
È stata confermata, cioè, la giurisprudenza consolidata e si è sottolineato con
forza che deve essere il singolo giudice ad accertare se, per il singolo
richiedente asilo, quel paese sia o meno sicuro. Esattamente ciò che ha
motivato le precedenti sentenze dei magistrati che tanto scandalo hanno
suscitato a destra e nel Governo.
4.
Il quotidiano tedesco Bild ha elogiato la
politica di Meloni sui migranti: "Cambiare è possibile". Lei che
giudizio dà della politica migratoria di questo governo?
Do un giudizio incondizionatamente
negativo. Dal cosiddetto decreto Cutro a oggi, passando appunto per i
fallimentari centri albanesi, la politica migratoria del Governo ha ripetuto,
dilatandoli fino all’estremo, gli errori del passato. La sgangherata affermazione
di Giorgia Meloni: “cercheremo gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo”
non ha portato all’arresto di alcun vero trafficante, bensì alla carcerazione
di tanti migranti innocenti, come Maysoon Majidi e Marian Jamali.
5.
“Io ascolto sempre – ha detto Meloni in
conferenza stampa - con grande
attenzione le parole di papa Francesco, che ringrazio” ma “il modo serio è
quello di risolvere la questione non con amnistie, indulti o svuotare i
carceri, ma ampliare la capienza delle CARCERI , rendere più agevole il
passaggio dei tossicodipendenti in comunità e intensificare il numero di
accordi con altri Paesi che consentono alle persone straniere condannate in
Italia di scontare la pena nel Paese d'origine. È così che si garantisce un
sistema più dignitoso per i detenuti”. Come commenta?
Qui c’è uno strafalcione che ha una
portata - oso dire - anche teologica. Il Papa non si limita a richiamare
l’opera di misericordia corporale “visitare i carcerati”. Sostenuto dal suo
consigliere giuridico, il grandissimo Eugenio Raul Zaffaroni, ha suggerito
ripetutamente, da dieci anni, il ricorso
a misure legislative come amnistia e indulto: provvedimenti normativi che,
possiamo dire, fanno parte ormai della pastorale della Chiesa e danno un senso
concreto al principio dell’indulgenza. Provvedimenti di cui ha urgentissimo
bisogno il nostro sistema penitenziario per evitare che il suo ormai palese
fallimento si traduca in una tragedia senza fine. È insopportabile, poi, che queste misure di
clemenza vengano trattate con sprezzo e dileggio, quasi fossero eccentrici
stratagemmi e non preziosi elementi di politica penale previsti dalla carta
costituzionale. E infine, a proposito di “ampliamento della capienza delle
carceri” a fronte di una carenza di 15/16.000 posti, quanti ne sono stati
ricavati nel corso di due anni di governo Meloni - Nordio?
6.
L’anno è iniziato con altri suicidi in carcere.
Nordio si limita a dire che sono un “fardello” ma per gli istituti di pena non
fa nulla. Dobbiamo arrenderci o c’è qualcosa che questo Parlamento può fare?
La definizione di “fardello” credo che
alluda a una responsabilità morale: e questa c’è, indubbiamente. Ma, se il
ritmo dei suicidi registrati nei primi dieci giorni del 2025 continuasse per
l’intero anno, penso che il legislatore dovrebbe disporre ragionevolmente la
chiusura del sistema penitenziario a causa della sua evidente e irrevocabile
bancarotta.
7.
Il presidente Mattarella ha indirettamente
replicato al sottosegretario Delmastro delle Vedove: “I detenuti devono potere
respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità”, ha
detto il Capo dello Stato nel suo discorso di fine anno. Ha provato una “intima
gioia” nel sentire quelle parole?
Non nego di apprezzare questo elegante
gioco di rimandi e di allusioni e, benché forse solo pochi lo abbiano colto,
quel verbo “respirare” utilizzato dal capo dello Stato mi è sembrato
magistrale. Per quanto riguarda il sottosegretario Andrea Delmastro, si tratta
in tutta evidenza, di una dolorosa vicenda umana sulla quale maramaldeggiare
non sarebbe di buon gusto.
8.
Caso Ramy Elgaml: la giustizia farà il suo corso
e bisogna essere garantisti sempre. Ma che idea si è fatto della vicenda?
Il segretario generale del Nuovo Sindacato Carabinieri ha rivelato che
il video tramesso dal tg3 è stato girato dalla telecamera di una gazzella. Ma
quella videocamera non fa parte della dotazione dell’Arma, è stata acquistata a
spese degli stessi militari. Ma ci si rende conto? Eppure è esattamente da
trent’anni che si chiede che tutti gli operatori di polizia in servizio di
ordine pubblico abbiano una bodycam sulla divisa. Qualche anno fa se ne è sperimentato l’uso, ma dopo un periodo di
prova non se ne è saputo alcunché. Per quanto riguarda il merito dell’accaduto,
temo che le frasi registrate dei Carabinieri abbiano un significato
inequivocabile: si voleva, come dire, speronare lo scooter dei due giovani e,
in un modo o nell’altro, ci sono riusciti. Dopo di che, ho fiducia nella
magistratura milanese.
9. Il
15 gennaio presenterete il Rapporto sullo stato dei diritti in Italia. Qual è
lo stato di salute del nostro Paese in merito ai diritti? Penso al esempio al
ddl sicurezza in discussione.
Lo stato dei diritti in Italia era
assai gracile, gravemente deficitario in alcuni campi e complessivamente molto arretrato già prima
dell’avvento del governo di Giorgia Meloni. Gli oltre due anni trascorsi dal
suo insediamento hanno peggiorato il quadro generale e indebolito la struttura
dell’intero sistema di tutele e garanzie. Si pensi ai numerosi provvedimenti,
fino al nuovo codice della strada, indirizzati contro il consumo personale -
come si sa, perfettamente lecito - di derivati della cannabis. E al divieto, per i migranti privi di
permesso di soggiorno, di acquistare una carta Sim. Qualcosa davvero di
inaudito. Ancora, si pensi ai diversi “pacchetti sicurezza” che hanno
introdotto una cinquantina tra nuovi reati e misure di incremento delle pene,
in spregio delle molte parole spese in passato dal Guardasigilli contro il
“panpenalismo”. Sia chiaro, non è il fascismo - e per carità evitiamo di
evocarlo ancora - ma siamo lontanissimi da quello stato di diritto e da quella
democrazia liberale in cui vorremmo vivere.
Commenti
Posta un commento