Anm pronta a proteste durante inaugurazione anno giudiziario
Valentina Stella Dubbio 14 gennaio 2024
«Una forma di protesta e di sensibilizzazione da organizzare in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025»: questa è una delle iniziative deliberate dall’Anm nell’assemblea straordinaria dello scorso 15 dicembre, convocata per contrastare l’approvazione del ddl sulla separazione delle carriere, definito « uno strappo al tessuto costituzionale» dal presidente Giuseppe Santalucia. Il primo appuntamento è quello del 24 gennaio quando ci sarà la cerimonia in Cassazione: per rispetto del presidente della Repubblica e delle alte cariche dello Stato presenti la protesta potrebbe essere evitata oppure potrebbe essere organizzata una manifestazione a piazza Cavour, non dentro il Palazzaccio. Più probabili invece mobilitazioni durante le inaugurazioni nei distretti delle ventisei Corti di Appello che si terranno sabato 25. C’è chi vorrebbe replicare quanto accaduto già contro il Governo Berlusconi nel 2010: le toghe abbandonarono le aule nel momento in cui prendeva la parola un rappresentante del governo, agitando in mano la Costituzione; altri vorrebbero indossare magliette con slogan per far capire alla politica e soprattutto all’opinione pubblica perché separare le carriere è sbagliato. Comunque la tipologia di iniziative sarà decisa sabato prossimo, durante il Comitato direttivo centrale del ‘sindacato’ delle toghe, quando tutti i gruppi associativi faranno le loro proposte. L’incontro delle toghe avverrà dunque a conclusione di questa settimana che potrebbe sancire l’approvazione alla Camera del ddl Nordio. Infatti si discuterà del provvedimento da oggi pomeriggio fino a venerdì, anche con sedute notturne. Nella maggioranza sono fiduciosi che si arriverà a dama: tutti gli emendamenti delle opposizioni saranno respinti, tranne forse uno sulla parità di genere nel Csm. Dunque, se così fosse, il clima sabato nel parlamentino dell’Anm sarebbe infuocato e questo potrebbe spingere i magistrati a mettere in campo da subito dure forme di protesta, considerata l’accelerazione sul provvedimento, a partire dallo sciopero. Ricordiamo che il deliberato del 15 dicembre è stato sottoscritto da tutte le correnti, compresa la più moderata Magistratura Indipendente: sabato si vedrà se ci saranno dei distinguo nelle varie ipotesi di forme di opposizione alla modifica costituzionale. Anche perché a partire da domenica 26 gennaio e per altri due giorni si terranno le votazioni per il rinnovo del Cdc dell’Anm: bisognerà capire se pagherebbe una strategia di protesta più rumorosa o una più pacata. Ma come hanno accolto i partiti questa iniziativa dell’Anm? Secondo la deputata leghista Simonetta Matone, ex magistrato e membro della Commissione giustizia, «le iniziative dell’Anm sono la prova evidente della incapacità di inchinarsi al principio della separazione dei poteri (legislativo e giudiziario) rispettando la volontà popolare che ha mandato in Parlamento una maggioranza solida, con lo specifico mandato di realizzare, normativamente parlando, la separazione delle carriere». Per il capogruppo di FI in commissione Giustizia, Tommaso Calderone, «è come se il potere esecutivo e il potere Legislativo protestassero contro le sentenze dei giudici. Inaccettabile. Tornano alla mente le parole del Ministro Vassalli nella famosa intervista al Financial Times del febbraio 1987: “quello che la Magistratura ha conquistato non lo molla più”. Le leggi le scrive il Parlamento, la Magistratura le applica e il cittadino le osserva». Stessa convinzione del deputato Francesco Michelotti, relatore del provvedimento per Fd’I: «è inaccettabile e sarebbe il segno di una grave “sgrammaticatura istituzionale” se l'Anm utilizzasse le inaugurazioni dell'anno giudiziario come palcoscenico per proteste politiche». Ha concluso: «Non si strumentalizza un momento così solenne perché la giustizia la si amministra per i cittadini tutti e non è appannaggio dei soli magistrati. Criticare le scelte della maggioranza e del parlamento è certamente legittimo, sarebbe però grave se si dovesse strumentalizzare un contesto istituzionali così solenne e diventa ancora meno credibile se si protesta contro supposti ed inesistenti “disegni nascosti” come la volontà di sottoposizione dei pm al potere esecutivo». Il capogruppo del Partito democratico nella seconda Commissione della Camera, Federico Gianassi, ha invece dichiarato: «La Destra che parla di separazione dei poteri quando la magistratura esprime critiche circostanziate a provvedimenti di natura costituzionale non è credibile. È la stessa destra che attacca a testa bassa singoli giudici che fanno ordinanze non gradite al governo come accaduto sul caso Albania. Cerchiamo di essere seri, le scelte su critiche o proteste che l’Anm intende esprimere spettano all’Anm, non al governo o alla maggioranza. A noi interessa stare nel merito e ribadire che questo governo adotta nel campo della giustizia scelte ideologiche e punitive come per la separazione delle carriere mentre il sistema è al collasso come mostrano i disastri del processo telematico, le udienze del giudice di pace fissate al 2030, le carceri che esplodono e nella manovra di bilancio le risorse dal 2025 al 2027 vengono addirittura tagliate di 500 milioni. Occorre un cambio di strada radicale». D’accordo con le proteste, Luana Zanella, Capogruppo Avs alla Camera: «Proteste legittime e giuste: i magistrati difendono la loro autonomia e la loro indipendenza. Noi siamo al loro fianco e crediamo siano opportune queste proteste, anche considerando che in parlamento il dibattito viene letteralmente strozzato e questo è inaccettabile».
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