Bagarre in aula su detenuti madri

 Valentina Stella dubbio 13 settembre 2024

È ripreso ieri mattina nell'Aula della Camera l'esame del ddl sicurezza. Le votazioni sono ripartite dagli emendamenti all'articolo 15, che modifica le norme penali sulle detenute madri. L'Aula della Camera, a scrutinio segreto richiesto da Pd e Avs, ha respinto gli emendamenti soppressivi dell'articolo 15 che avrebbero eliminato l'obbligatorietà del differimento della pena. I voti a favore sono stati 119, i contrari alla soppressione 157. Dunque è passato l’articolo che rende facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli di età inferiore ad un anno. Risultato rivendicato a gran voce dalla Lega tramite il deputato Igor Iezzi: «per la Lega è sempre stata una priorità fermare il fenomeno delle borseggiatrici che colpiscono cittadine e cittadini. Siamo soddisfatti che la nostra linea sia stata confermata. La maggioranza, ancora una volta, si è mostrata compatta»«Votando contro l'emendamento che prevedeva di mantenere la sospensione della pena per le donne incinta e le detenute madri Forza Italia ha barattato l'interesse superiore dei minori, previsto dal diritto internazionale, con la tenuta del governo» ha dichiarato invece la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase che ha concluso: «In tre anni – parlando rivolta ai deputati di Forza Italia - siete passati dal votare a favore alla legge Siani, che prevedeva di sospendere la pena alle donne incinta e alle madri di bambini fino a tre anni, fino al voto di oggi. Cosa è cambiato? Temiamo che siano intervenuti i ricatti dei vostri alleati di Governo, ed è preoccupante per il futuro" ha evidenziato la deputata Pd». Forza Italia aveva presentato un emendamento, poi ritirato, che ripristinava l'obbligo di rinvio della pena in carcere per le detenute madri con figli fino a un anno. Da qui la polemica in cui si è inserita la replicata del forzista Pietro Pittalis: «È una polemica assurda, pretestuosa e mistificatoria della realtà da parte delle opposizioni che utilizzano il tema delle detenute madri per farne oggetto di un attacco senza senso, anzi, alterando la realtà e solo per uno scopo di campagna elettorale. Sul tema delle carceri, non prendiamo lezioni da nessuno, tantomeno da una sinistra che non ha mai fatto nulla sul fronte delle carceri, né per il personale, né tantomeno per i detenuti. Per noi il carcere rappresenta l'extrema ratio, soprattutto in riferimento alle donne incinte o con bambini inferiori ai tre anni. Mi dovete indicare con quale norma questa maggioranza manderebbe in carcere i bambini?». Durante la seduta il gruppo Avs ha mostrato dei cartelli in aula con su scritto «Fuori i bambini dalle sbarre». L'aula della Camera ha anche bocciato lo stralcio della stretta sulla cannabis light. La proposta di Avs è stata infatti respinta con 53 voti di differenza. Per Fabrizio Benzoni, deputato di Azione, «si sta bloccando un'intera filiera normata dalla Ue e finanziata dalla Pac e si sta mettendo a rischio il Paese con centinaia di ricorsi di tutti coloro che hanno fatto investimenti e che oggi compongono la filiera. L'effetto sarà ancora peggiore: i prodotti dei supermercati con cosmetici e creme saranno prodotti con canapa straniera. È come dire che il vino è pericoloso e per bloccarne l'uso si bloccano la piantagione delle viti e la raccolta dell'uva. È una grande assurdità». Da segnalare infine che con 146 voti favorevoli e 104 contrari la maggioranza alla Camera ha approvato anche l'articolo 19, che introduce un'aggravante nel codice penale. Ribattezzata dalle opposizioni come «norma contro gli anti Tav o anti Ponte sullo stretto», l'articolo prevede che l'aggravante scatti «se la violenza o minaccia è posta in essere per opporsi a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza mentre compie un atto di ufficio». Non solo. L'aggravante vale anche «se la violenza o la minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura strategica». Le opposizioni hanno nettamente criticato la norma, accusando maggioranza e governo di voler «impedire il dissenso legittimo».

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