Senato: approvato dl carceri

 Valentina Stella dubbio 2 agosto 2024

Approvato ieri al Senato con la fiducia il dl Carceri.  I sì sono stati 104, 73 no e 1 astenuto. Nello stesso pomeriggio di ieri il testo è stato incardinato nella commissione giustizia della Camera, che dovrà convertirlo in legge entro il 2 settembre.  La mattinata si era aperta con la presentazione della questione di pregiudizialità sottoscritta da tutte le opposizioni, bocciata dall’Aula. Cosa prevede la norma Agli articoli 1, 2, 3 e 4 si prevedono l’assunzione di 1000 unità del corpo di polizia penitenziaria e di dirigenti penitenziari, lo scorrimento di graduatorie per vice commissari e vice ispettori e modifiche al reclutamento dei poliziotti penitenziari. L’art. 5 cambia la disciplina sulla liberazione anticipata, ma non come richiesto dal ddl Giachetti, che avrebbe aumentato da 40 a 65 lo sconto concesso per ogni semestre di pena scontato. Il testo infatti prevede solo uno snellimento (in teoria) delle procedure per l’ottenimento del beneficio prevedendo che nell’ordine di esecuzione siano conteggiate già dal pm tutte le detrazioni previste dalla norma già vigente. La previsione, si legge nella relazione, ha “il duplice scopo di stabilire sin dall’inizio i semestri di interesse e il relativo conteggio delle riduzioni premiali, ma anche di promuovere l’adesione al piano rieducativo da parte del detenuto”. In pratica si rimette mano al provvedimento del beneficio solo in caso di revoca del beneficio. L’art. 6 aumenta da 4 a 6 le telefonate mensili. Con l’art. 7 si escludono dai programmi di giustizia riparativa i detenuti al 41 bis. All’art. 8 si prevede l’istituzione di strutture residenziali idonee all'accoglienza e al reinserimento sociale di coloro che hanno i requisiti per accedere alle misure penali di comunità, ma che non sono in possesso di un domicilio idoneo e sono in condizioni socio-economiche non sufficienti per provvedere al proprio sostentamento. Con l’articolo 9 inoltre si introduce il nuovo reato di  peculato per distrazione. L’articolo 10 assicura, invece, l'effettività delle funzioni di impulso e coordinamento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo anche in relazione ai poteri di vocazione del procuratore generale presso la corte d'appello. Infine si differisce il termine per l'entrata in vigore del tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, al fine di consentire l'adozione degli interventi necessari per l'effettiva operatività del medesimo.  Le reazioni “Il governo ed il ministro Nordio sono consapevoli della gravità di questa situazione e, con questo decreto, hanno varato misure che non hanno precedenti. Assunzioni straordinarie di direttori, di agenti di custodia, di mediatori culturali, che raggiungono per la prima volta nella storia il pieno organico. Si deve dare atto che quello del governo è uno sforzo straordinario, che non potrà non avere un impatto significativo nel miglioramento della situazione carceraria del Paese” ha dichiarato in aula il senatore e capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia, Pierantonio Zanettin. La responsabile giustizia della Lega, nonché co-relatrice del provvedimento, Giulia Bongiorno, ha rispedito al mittente l'accusa di non aver concesso spazi di dibattito sufficienti all'opposizione: “Sono stati chiamati ben 24 esperti in Commissione, 14 dei quali dell'opposizione e solo 10 della maggioranza”. Per il senatore di Fratelli d'Italia Gianni Berrino, capogruppo FdI in Commissione Giustizia di Palazzo Madama, “dalle opposizioni ascoltiamo quello che è solo un disco rotto, un disco senza fine che ha l'obiettivo di coprire ciò che non hanno fatto negli anni in cui erano al governo. E' di tutta evidenza che le opposizioni non hanno neanche letto i contenuti di questo decreto, altrimenti non si sarebbero lasciati andare alle critiche in aula cui abbiamo assistito. Il governo Meloni non ha chiuso nessuno in carcere e non ha messo in atto alcuna restrizione di sorta, così come questo governo non può essere additato come responsabile politico dei suicidi che vi sono stati nelle nostre carceri”. Ha replicato la vicepresidente dem del Senato Anna Rossomando: “Ad oggi sono 61 i suicidi di detenuti e 6 di agenti di polizia penitenziaria. Tra le cause sovraffollamento, carenze di organico, fragilità psicologiche, strutture fatiscenti. Ora smettetela di dire che avete ereditato questa situazione, perché avete ereditato le norme che durante l'emergenza Covid avevamo adottato per alleggerire le condizioni carcerarie, con i diciotto mesi di detenzione domiciliare e con i semi liberi, ma non le avete volute prorogare. Avete ereditato le norme della riforma Cartabia in materia penale con la sostituzione della pena detentiva in carcere con quattro anni di detenzione domiciliare. Avete affossato la legge Siani sul ‘Mai più bambini in carcere’. Quindi, se parliamo di che cosa avete ereditato, voi avreste già ereditato tutto questo e molto altro, ma non avete accettato l'eredità”. La parlamentare ha puntato poi il dito contro il peculato per distrazione: “ si introduce con decreto un reato e lo si fa per rimediare all'abolizione dell'abuso d'ufficio quando ancora la discussione sull'abolizione dell'abuso d'ufficio era in corso. Quindi, è un vero e proprio emendamento che il Governo fa a sé stesso”.  Dopo giorni di silenzio è intervenuto anche Roberto Giachetti (Iv) contestando gli azzurri: “Forza Italia è venuta meno rispetto alla mia proposta, su cui si era detta originariamente d'accordo, che punta a diminuire il sovraffollamento nelle Carceri perchè esso non produce solo suicidi, ma paralizza il mandato della Costituzione di riconsegnare i detenuti alla società”. “Davanti a questa drammatica emergenza, Forza Italia si è limitata a un emendamento, quello sugli ultrasettantenni e che riguarderà circa 100 persone, che fa solo finta di incidere”. Ha parlato di “intervento deludente” Ciccio Zaccaro, segretario della corrente progressista dell’Anm, AreaDg. Per il magistrato si dovrebbe invece “lavorare su due piani: interventi urgenti per risolvere il sovraffollamento carcerario ed interventi strutturali per ridurre l’area dell’intervento penale, a cominciare con la depenalizzazione delle droghe leggere”."Il Parlamento ha perso un'occasione"  - ha stigmatizzato il portavoce dei Garanti dei detenuti, Samuele Ciambriello - "di dare ascolto alle proposte dei garanti, delle Camere penali, dei magistrati e degli operatori del terzo settore. Si è sottratto al confronto imponendo la fiducia al Senato e la settimana prossima alla Camera".

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