Giachetti e Nessuno Tocchi Caino denunciano Nordio e sottosegretari

 Valentina Stella Dubbio 9 agosto 2024

«Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo». A questa previsione del codice penale (Art. 40) hanno fatto riferimento il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti e i dirigenti di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini, Presidente, Sergio D’Elia, Segretario ed Elisabetta Zamparutti, Tesoriera, nell’esposto-denuncia che, con il patrocinio dell’avvocato Maria Brucale, hanno depositato oggi pomeriggio presso la stazione dei carabinieri di Piazza San Lorenzo in Lucina a Roma. L’esposto è rivolto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma perché – hanno spiegato -  «a fronte della gravità della situazione nelle carceri, descritta con dovizia di particolari nelle 11 pagine di denuncia, e a fronte dei probabili ulteriori pericoli che incombono sulla comunità penitenziaria, verifichi la sussistenza di eventuali responsabilità penali a carico del Ministro della Giustizia on. Carlo Nordio e dei Sottosegretari on. Andrea Delmastro Delle Vedove e sen. Andrea Ostellari i quali, avendo specifici obblighi di custodia dei ristretti, non vi adempiono cagionando loro un danno evidente alla salute, fisica o psichica, e alla loro stessa vita». Il documento fa riferimento in particolare agli accadimenti gravi quali i suicidi e altre morti in carcere per malattia e assenza di cure. A questo proposito, i denuncianti richiamano le 65 persone private della libertà che si sono tolte la vita quest’anno, al 5 agosto 2024, a cui vanno aggiunti 7 agenti della polizia penitenziaria e altri 97 detenuti che sono morti per cosiddette «cause naturali». Il documento fa riferimento inoltre alla grave mancanza di risorse interne agli istituti di pena derivante dall’ingestibile sovraffollamento che, al 29 luglio 2024, era quantificabile in 61.134 persone detenute in 47.004 posti regolarmente disponibili. Negli ultimi sei anni i magistrati di sorveglianza hanno riconosciuto 24.301 (circa 4.700 nel solo 2023) rimedi risarcitori per condizioni di detenzione contrarie all’umanità della pena. Gli oltre 4.000 risarcimenti ogni anno certificano in modo inequivocabile una situazione di endemica e sistematica violazione della dignità umana e delle condizioni minime di vivibilità e di rispetto dei diritti individuali nei nostri istituti di pena.  In tale situazione, hanno rilevato i denuncianti, «sono fortemente pregiudicati anche i diritti e la vita dei servitori dello Stato, dei direttori, degli educatori, dei poliziotti penitenziari. Perché, a fronte di oltre 14 mila detenuti in più, ci sono ad esempio 18 mila agenti della polizia penitenziaria in meno rispetto alla pianta organica prevista». Di fronte alla tragedia che si consuma ormai sotto gli occhi di tutti, secondo l’esposto-denuncia, «il Ministro della Giustizia e i sottosegretari competenti sulle carceri, ad esempio, hanno, all’unisono, opposto un netto rifiuto alla sola proposta di legge concreta, quella di Nessuno Tocchi Caino depositata in parlamento da Roberto Giachetti, volta ad aumentare con effetto retroattivo i giorni di liberazione anticipata e, quindi, a incidere nell’immediato sul sovraffollamento carcerario che è all’origine di ogni illegalità nell’esecuzione della pena». All’uscita della caserma Roberto Giachetti e gli esponenti di Nessuno tocchi Caino hanno tenuto una conferenza stampa per illustrare l’iniziativa. Per Sergio d’Elia, «la nostra è una denuncia politica pur in presenza di fatti penalmente rilevanti sui quali la magistratura, in base all’obbligatorietà dell’azione penale, dovrebbe procedere. Non sono un amante del diritto penale, tant’è che, per quanto mi riguarda, dovesse la nostra denuncia arrivare davanti ad un tribunale, non mi costituirò parte civile». Ha aggiunto Elisabetta Zamparutti: «Questo non è che il primo atto di denuncia della gravità di una situazione che non può limitarsi allo spazio giuridico nazionale ma deve arrivare davanti agli organismi politici e giudiziari sovranazionali, a partire da quelli del Consiglio d’Europa». «Con un sovraffollamento medio che supera il 130%  - ha stigmatizzato Rita Bernardini - unito al grave deficit degli organici di ogni tipo, compreso quello del personale ASL, la violazione dei diritti umani diviene sistematica. Ciò implica un obbligo immediato di intervento da parte del decisore politico che, invece, con il decreto Nordio (il nulla vestito di niente), abbandona la comunità penitenziaria alla sua disperazione nell’estate più rovente di sempre».  «Tutta la comunità penitenziaria vive una condizione costante di prostrazione – ha concluso l’avvocato Maria Brucale -  Chiediamo alla Procura di verificare le responsabilità penali di coloro che avendo specifici obblighi nella custodia dei ristretti non vi adempiano determinando un danno grave e verificabile alla salute, fisica o psichica, e alla vita».

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