Intervista a Marcello Bortolato

 Valentina Stella dubbio 10 agosto 2024

 

Dl carceri: ne parliamo con Marcello Bortolato, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze.

 

Che giudizio dà di questo decreto?

 

Si tratta di un provvedimento che non avrà effetti immediati sulla drammaticità che in questi momenti viene vissuta nelle carceri italiane in quanto non incide sul sovraffollamento, fattore principale dell’incremento dei suicidi e delle rivolte.

 

Secondo lei il meccanismo previsto nel decreto per cui nell'ordine di esecuzione il pm deve indicare la pena da espiare è una previsione utile?

 

Non mi pare, posto che è un dato di comune esperienza che qualunque detenuto viene edotto immediatamente della portata del beneficio della liberazione anticipata sul suo fine pena. Anzi, avere due fine pena diversi, uno virtuale ed uno reale, aumenterà la confusione per uffici matricola del carcere e uffici di sorveglianza. Non sarà mai chiaro quale è il vero termine finale e nel dubbio i detenuti presenteranno continuamente istanze anche di misura alternativa al solo scopo di vedersi riconosciuta una pena “effettiva”: un paradossale effetto moltiplicatore di procedimenti per i nostri uffici.

 

Le modifiche che riguardano la magistratura di sorveglianza snelliscono o meno il vostro lavoro?

 

Sulla liberazione anticipata l’intervento parte da un presupposto sbagliato e cioè che sia l’attuale meccanismo di concessione a rallentare l’accesso alle misure alternative. Sono state eliminate così, nell’ottica di una supposta semplificazione, da un lato l’istanza del condannato e dall’altro il parere del pm, in realtà due incombenti del tutto ininfluenti. Anzi, gli uffici di sorveglianza dovranno provvedere in una stretta “finestra” temporale di 90 giorni, antecedente al maturare dei presupposti, con istruttorie particolarmente complesse poiché riguarderanno periodi lunghissimi. Non vedo alcuna semplificazione rispetto al regime attuale della “semestralizzazione” collegata all’istanza che, inoltre, assolveva ad un’opportuna funzione incentivante per il detenuto il quale vedeva di volta in volta riconosciuta, ogni sei mesi, la propria buona condotta e dunque era spinto verso la propria rieducazione.

 

Si è discusso molto dell'emendamento di Forza Italia sugli ultrasettantenni.

 

Questa è veramente una norma di cui non si capisce il senso: esisteva già la detenzione domiciliare per gli ultrasettantenni con esclusione di alcuni reati (quelli più gravi per i quali si va in carcere in ogni caso). Ora si introduce un obbligo immediato di detenzione domiciliare “provvisoria” solo per le pene tra i 2 e 4 anni, con le medesime esclusioni (quindi con nessun vantaggio) ma, caso singolare perché svantaggioso, anche per chi potrebbe rimanersene libero ed attendere un più favorevole affidamento in prova. Inoltre non si comprende come mai lo stesso obbligo non valga per chi abbia una pena inferiore a 2 anni.

 

Ha scritto Nordio in un comunicato: "proporrò al Csm di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza, garantendo da parte del Ministero agili e veloci procedure per il completamento della pianta organica degli amministrativi presso i Tribunali di sorveglianza".

 

Ben venga la copertura immediata dei posti vacanti con procedure straordinarie su un organico che è già di soli 236 giudici, anche se in complesse realtà come Roma, Napoli e Milano ne servirebbe il doppio degli attuali. Il vero problema effettivamente non sono i magistrati quanto il personale amministrativo il cui tasso di scopertura nei nostri uffici è impressionante se si aggiunge che siamo rimasti fuori dai fondi del PNRR: di fatto lavoriamo solo sull’emergenza scontando per giunta un'informatizzazione da anno zero.

La pdl Giachetti è stata rinviata in commissione. Praticamente non se ne farà più nulla. Ma il Guardasigilli annuncia di voler incontrare Mattarella per proporre nuove soluzioni per le carceri.

 

Si tratta di decisioni totalmente rimesse alla politica e non mi esprimo su questo. Vorrei solo ricordare che nel 2014 con la liberazione anticipata “speciale” uscimmo dall’emergenza post-Torreggiani: chi già meritava per buona condotta la riduzione di pena è uscito un po’ prima del tempo, liberando posti letto.

 

L'onorevole Giachetti in una intervista a questo giornale ha detto: "governo e maggioranza hanno un disegno ben preciso, che è quello di far esplodere la situazione nelle carceri per poi mettere in atto e giustificare un'opera di repressione molto appariscente”

 

Non voglio nemmeno pensare che il disegno sia questo poiché ho fiducia nelle istituzioni e dunque non posso immaginare che si voglia giocare al massacro. Le rivolte generalizzate sarebbero un costo intollerabile per tutti.

 

In carcere si continua a morire, il sovraffollamento aumenta, sempre più focolai di rivolta. Dal suo punto di vista dobbiamo preoccuparci per una situazione che andrà peggiorando? E cosa fare qui ed ora?

 

Il momento è certamente grave e chi frequenta il carcere lo sa bene. Posso parlare solo per la magistratura di sorveglianza, cui si richiede una presenza assidua ed un’attività di continuo sostegno anche agli operatori che lavorano in carcere, a partire dalla Polizia penitenziaria che sta vivendo un momento di particolare sofferenza con elevati stress lavorativi e turni di lavoro massacranti.

 

Ostellari ha detto: "Sul tema del sovraffollamento, se andiamo oggi a guardare tutte le nostre carceri tenendo conto del parametro 'metri per detenuto' tutti i nostri istituti sono regolamentari".

 

Prima di tutto non è solo una questione di metri ma di effettive condizioni di vita: nelle celle manca l’acqua, vi sono infestazioni di insetti e il caldo insopportabile dell’estate accentua il disagio. Dobbiamo considerare che mentre noi nelle nostre abitazioni andiamo in camera solo per dormirci, nelle carceri il detenuto ci trascorre pressoché tutta la giornata, soprattutto se il regime è quello “chiuso”. Infine la questione dei posti “regolamentari” andrebbe affrontata una volta per tutte: spesso risultano sulla carta posti liberi che in realtà non possono essere destinati ad alcune tipologie di detenuti oppure si tratta di sezioni inagibili. In molti istituti il dato reale della capienza è falsato.

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