A settembre si riparte con custodia cautelare e intercettazioni

 Valentina Stella Dubbio 13 agosto 2024

Con la pubblicazione sabato in Gazzetta Ufficiale il ddl penale Nordio che tra l’altro abroga il reato di abuso di ufficio, come ricordato ieri in una breve nota del consigliere giuridico del Ministro della Giustizia, Bartolomeo Romano, che l’ha definita «una legge nel segno del garantismo», si guarda alle riforme da mettere in cantiere con la ripresa dei lavori parlamentari a settembre. Al Senato dovrebbe riprendere in commissione giustizia la discussione sulla prescrizione mentre in quella Affari Costituzionali della Camera è fissata per il 4 settembre una riunione dell’ufficio di presidenza integrato dai rappresentati dei gruppi che potrebbe decidere il nuovo calendario per premierato e separazione delle carriere. Ma intanto a tenere banco è il tema della custodia cautelare. Quest’ultima «si è trasformata in una anticipata espiazione della pena. Occorre regolamentare l’esigenza cautelare del pericolo di reiterazione e occorre farlo al più presto» ha detto deputato Tommaso Antonino Calderone, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera. Tra gli stessi azzurri è maturata tuttavia una riflessione: molto difficile che si vada verso una norma che esclusa la custodia cautelare per pericolo di reiterazione solo per alcuni tipi di reato, escludendo ad esempio i soggetti accusati di delitti contro la Pubblica Amministrazione. Disegnerebbe una giustizia diseguale e di classe e faciliterebbe gli attacchi da parte dell’opposizione  - Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra – che casomai non riuscirebbe a fermare l’approvazione della norma ma utilizzerebbero il pretesto per fare una campagna stampa ed elettorale. Allo stato non vi è ancora un disegno definito né a livello parlamentare né a livello di iniziativa di governo, ma si dovrà ragionare a tutti i livelli per trovare una formula la più generalista possibile, anche per non scontentare la Lega che non vorrebbe vedere “vie di fuga” per autori di reato come spacciatori o ladri. Dall’altro lato bisognerà riprendere il discorso intercettazioni. «Non si può accettare che sia chi conduce l'indagine a carico dell'indagato a decretare quale conversazione sia rilevante e quale non lo sia» aveva detto al nostro giornale lo stesso Calderone, annunciando una pdl di riforma del ruolo della polizia giudiziaria e dei pm. Infine il 10 aprile l’Aula del Senato ha approvato il ddl n. 806 (Zanettin/Rastrelli) recante modifiche al codice di procedura penale in materia di sequestro di dispositivi e sistemi informatici, smartphone e memorie digitali, che introduce nel cpp l’articolo 254 ter. Assegnato alla II commissione della Camera, ancora non è iniziata la discussione.


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