Nordio: le carceri mia priorità

 Angela Stella Il Riformista 28 ottobre 2022

Ieri il neo Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ribadito alcuni concetti che aveva espresso anche qualche giorno fa in tema di esecuzione penale. Lo ha fatto in occasione della presentazione del calendario della Polizia penitenziaria, che si è svolta all’Università ‘Roma Tre’. Il Guardasigilli ha detto: le carceri “sono la mia priorità” tanto è vero che “ho deciso - ha proseguito Nordio - che la mia prima visita esterna non sarà in uffici giudiziari ma in alcune carceri. Stiamo individuando due, tre istituti particolarmente in difficoltà. Un segnale simbolico e il riconoscimento di una priorità assoluta, anche temporale, del mio compito”. Nordio, in stile Marco Pannella che si (pre)occupava sia dei detenuti che dei detententi, ha ribadito che occorre migliorare anche la situazione di lavoro degli agenti penitenziari: “Nel nostro programma c’è il potenziamento delle strutture edilizie e delle risorse umane. Va dato atto alla ministra Cartabia e al capo del Dap Renoldi di essere stati efficaci, dedicheremo il massimo sforzo a migliorare ulteriormente la situazione”, ha assicurato. Quando alle criticità da affrontare, il ministro ha indicato “l’inadeguatezza delle strutture: ne vanno costruite di nuove e vanno migliorate quelle esistenti”, ha spiegato, e “vanno potenziati gli organici della polizia penitenziaria e migliorato il loro trattamento economico, vivono in condizioni difficili”. Si tratta, ha sottolineato, di “criticità che si trascinano da decenni e che si sono un po’ attenuate”. Però poi ha sottolineato un pensiero che lo pone a distanza dal partito che lo ha eletto: “La certezza della pena, che è uno dei capisaldi del garantismo, prevede che la pena debba essere eseguita ma questo non significa solo carcere, e soprattutto non significa carcere crudele o inumano, che sarebbe contro la Costituzione e i principi cristiani”. La domanda è: chi la spunterà tra il Ministro e Fratelli d’Italia? Giorgia Meloni riuscirà ad imporre il suo giustizialismo che scatta dalla sentenza definitiva? Una soluzione la propone il leader dei penalisti Gian Domenico Caiazza in una intervista oggi su questo giornale: rendere più effettive e sorvegliate le misure alternative. Ma forse la questione è più complessa di così e riguarda la visione del carcere in generale. Ad esempio l’altro azionista di maggioranza, la Lega, vorrebbe l’abolizione del Garante dei detenuti e l’introduzione di quello degli agenti penitenziari, come così l’entrata in carcere dei taser. Che dirà a quel punto Nordio se queste proposte torneranno ad emergere? Come riusciranno a tenere tutto in equilibrio senza creare imbarazzanti strappi interni? 

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