Casellati vice presidente del Csm?

 Valentina Stella Il Dubbio 18 ottobre 2022


Con la difficile partita per la casella del Ministro della Giustizia si intreccia anche quella per la vice presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura. Qualora per lei non si aprissero le porte di Via Arenula, la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati potrebbe sbarcare a Palazzo dei Marescialli proprio come vice di Mattarella. Un ruolo probabilmente a lei più confacente rispetto a quello di guida del dicastero della Pubblica Amministrazione, che pure le verrebbe attribuito. Il suo sarebbe un ritorno, dopo essere stata eletta ‘semplicemente’ consigliera laica nel 2014. Questa ipotesi si potrebbe concretizzare solo se ci fosse ovviamente un accordo tra centrodestra, Quirinale e magistratura. Questo però significherebbe molto probabilmente affidare il Ministero della Giustizia a Carlo Nordio, eletto con Fratelli d’Italia, con il forzista Francesco Paolo Sisto a fare da vice ministro. Ciò perché Berlusconi non potrebbe ottenere contemporaneamente due posti così di rilievo in materia di giustizia. Ricordiamo che con la riforma di mediazione Cartabia i consiglieri laici passano da otto a dieci. E la loro elezione dovrebbe essere l’esordio della Camere riunite in seduta comune a metà novembre. La maggioranza ne reclamerebbe sette: tre a Fratelli d’Italia, due alla Lega e due a Forza Italia. Dai primi due azionisti di maggioranza non trapelano nomi al momento – “troppo prematuro parlarne adesso”, ci dicono fonti interne – anche se già si erano fatti almeno quelli di Francesco Urraro per la Lega e di Alberto Balboni per Fratelli d’Italia.  Forza Italia punterebbe sui primi non eletti, tra cui l’ex senatrice Fiammetta Modena e gli ex onorevoli Mirella Cristina e Roberto Cassinelli. Tutti già componenti delle rispettive commissioni giustizia dei due rami del Parlamento. E però il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, nella sua relazione al congresso di qualche giorno fa, ha fatto capire che per il Csm sarebbe meglio non avere gli scarti delle Politiche: “siamo fiduciosi che il Parlamento saprà nominare una componente laica di alta statura che, per cultura giuridica e sensibilità istituzionale, agevolerà nel Consiglio il compimento di un processo di rinnovamento che, come sempre è accaduto, non può prescindere dalla buona volontà di donne e uomini”. Fonti di Forza Italia respingono al mittente il messaggio: “Santalucia non può dettare al Parlamento le regole di ingaggio dei prossimi consiglieri del Csm. Dopo gli scandali che hanno attraversato la magistratura negli ultimi anni non possono permettersi di dire nulla in merito. Le figure che noi indichiamo sarebbero, invece, una garanzia per tenere a bada possibili ingerenze da parte della componente togata”.  All’opposizione andrebbe la scelta di tre consiglieri: uno per il Partito Democratico, uno per il Movimento Cinque Stelle, uno per il Terzo Polo di Azione e Italia Viva. Il Pd, passata la fase di avvio della legislatura, valuterà i profili più autorevoli per il Csm. Dal M5S bocce cucite ma rimane in piedi la candidatura dell’ex Ministro Alfonso Bonafede, mentre per il Terzo Polo la partita dovrebbe condurla Matteo Renzi: si fanno i nomi di Giuseppe Cucca e Lucia Annibali.   

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