San Gimignano: 10 agenti condannati per tortura

 di Angela Stella Il Riformista 18 febbraio 2021

Dieci agenti della polizia penitenziaria in servizio a ottobre 2018 nel carcere di San Gimignano (Siena) sono stati condannati per tortura e lesioni aggravate: lo ha deciso ieri il Gup di Siena Jacopo Rocchi dopo quasi 3 ore di camera di consiglio. Le pene vanno da 2 anni e 3 mesi a 2 anni e 8 mesi. I dieci agenti, con i legali Manfredi Biotti e Stefano Cipriani, avevano scelto la strada del rito abbreviato dopo essere stati accusati del pestaggio di un detenuto durante un trasferimento coatto di cella avvenuto a ottobre 2018. Il pm Valentina Magnini aveva chiesto condanne a 3 anni per 8 agenti, 2 per un altro e 22 mesi per il decimo imputato. In particolare, gli agenti avrebbero fornito "supporto morale e materiale" ad altri nove loro colleghi, che andranno a processo con rito ordinario a maggio. Ripercorriamo brevemente quanto sarebbe accaduto: alcuni agenti si recavano presso il reparto di isolamento dove era recluso il detenuto tunisino vittima di tortura; due “cogliendolo di sorpresa”, prendevano “per le braccia il detenuto che usciva dalla cella munito degli accessori per fare la doccia, lo spingevano brutalmente verso il corridoio”, un altro gli sferrava un pugno sulla testa, lo colpivano “con i piedi in varie parti del corpo”; mentre il detenuto gridava per la violenza che stava ricevendo, gli agenti lo ingiuriavano con frasi del tipo: “Figlio di puttana, perché non te ne torni al tuo Paese, non ti muovere o ti strangolo, ti ammazzo!” e al tempo stesso urlavano “contro tutti i detenuti presenti nel reparto: infami, pezzi di merda, vi facciamo vedere chi comanda a San Gimignano”. Il tutto si concluse con altri calci e pugni e con il detenuto lasciato in cella “semi-svestito, senza fornirgli coperte e il materasso della branda, almeno fino al giorno seguente”.Tra le persone offese anche il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, rappresentato dall'avvocato Michele Passione che ci dice: «il dato importante che emerge dalla sentenze è che il reato di tortura, come da noi richiesto, è stato riconosciuto come fattispecie di reato autonomo, e non come circostanza aggravante. Il giudice ha condannato anche gli imputati ad un risarcimento danno di circa 80.000 euro in favore al detenuto». Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, dice al Riformista: « Avevo ragione quando in sede di approvazione in Parlamento sostenni, quale garante nazionale, che anche un testo con carenze e ambiguità andava difeso perché si sarebbe dimostrato utile e la giurisprudenza avrebbe indirizzato la corretta interpretazione. Allora molti non condividevano, oggi la sentenza riafferma la direzione interpretativa». Per Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, «è la seconda volta  in poche settimane (il primo caso riguardava un agente in servizio nel carcere di Ferrara) che i giudici applicano la legge per la quale Antigone ha combattuto vent'anni per ottenerla e che, dal 2017, punisce questo crimine contro l'umanità, Ricordiamo  l'ex Ministro dell'Interno Matteo Salvini in visita fuori dal carcere di San Gimignano per portare solidarietà agli agenti della polizia penitenziaria all'epoca indagati. Chiediamo oggi, alla luce di queste condanne, che Salvini chieda scusa alle vittime e alla giustizia italiana». Questa decisione potrebbe anche avere un peso sul processo che si aprirà a maggio per gli autori materiali, certo è che ogni giudice rimane comunque autonomo.


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