Cartabia va dal Garante che Salvini vuole abolire

 di Angela Stella Il Riformista 20 febbraio 2021

Una visita a sorpresa al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale: è stata questa la prima uscita pubblica del nuovo Ministro della Giustizia. L'ex Ministro Bonafede invece come sua prima uscita si recò alla tendopoli allestita nel parcheggio del Palagiustizia di Bari. Quello di Marta Cartabia rappresenta un gesto considerevole, degno di attenzione. Si può facilmente dedurre che il suo rapporto con l'ufficio del Garante non sarà prettamente formale ma sostanziale all'interno di un contesto complesso. Le carceri non hanno superato bene lo stress test della pandemia ed è sempre più urgente una riforma strutturale dell'esecuzione penale; dall'altro lato questa visita al Garante legittima la sua funzione e il suo operato, a dispetto di coloro che, come la Lega, ancora a novembre scorso ne chiedevano l'abolizione.  L’incontro, a cui erano presenti il Presidente Mauro Palma e una componente del Collegio, Daniela de Robert, «è stata anche una prima occasione  - si legge in una nota del Garante - per riaffermare la comune volontà di collaborazione e di un avvio del suo positivo sviluppo. Oltre che per ribadire alla Ministra gli auguri per il suo nuovo importante impegno per il Paese». Al Riformista, aggiunge Mauro Palma: «sicuramente è un segnale importantissimo. Con il Ministro c'è stato un colloquio di circa un'ora». Sui temi discussi rimane il massimo riserbo ma sottolinea Palma « c'è piena sintonia sul riconoscimento dei problemi, e questo è molto rilevante. Non posso esprimermi sulle soluzioni perché quelle spettano a Lei e al Parlamento». Comunque il dialogo tra il Garante e la neo Ministra non è iniziato ieri: «la professoressa Cartabia era stata presente alla mia ultima relazione al Parlamento: ci conosciamo da tempo, il confronto era già cominciato in passato». Per Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone, quello della Cartabia «è stato un gesto significativo, credo anche di umiltà. Il suo è stato un messaggio simbolico molto forte. La ringraziamo per questo segnale di attenzione ai diritti dei detenuti. Dietro questo gesto c'è una storia coerente di sentenze, di dichiarazioni pubbliche, di scritti». Riccardo Polidoro, Responsabile Osservatorio Carcere dell'Unione Camere Penali, ci dice che «come primo passo quello della Cartabia è sicuramente positivo, importante. Ma è ancora più considerevole l'accenno, seppur breve, del Presidente Draghi alle problematiche relative alla detenzione». Ricordiamo ai nostri lettori che il Premier nella sua replica alla Camera aveva detto: «non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio e particolarmente colpite dalla funzione necessarie a contrastare la diffusione del virus». Queste parole per Polidoro «aprono un portone alla riflessione sui temi a noi cari. Ora o mai più. Se siamo certi che il Ministro Cartabia abbia una attenzione a queste problematiche, poteva non essere così per il Presidente del Consiglio. Chiaramente il Ministro può fare delle proposte, ma è fondamentale l'appoggio del Premier e del Governo, anche se siamo consapevoli che all'interno del nuovo Esecutivo c'è qualcuno con sensibilità diverse». Di «ottimo segnale» ha parlato anche l'esponente radicale Rita Bernardini: «credo che questa iniziativa della Ministra stia a significare che vuole davvero comprendere come stanno le cose». Alla direzione che la Ministra vorrà dare alle carceri si lega anche un'altra questione: quella dei vertici del Dap. Bernardo Petralia e Roberto Tartaglia, due toghe dell'antimafia, rimarranno ai loro posti? Sono arrivati da poco a ricoprire la posizione, dopo che Bonafede circa 9 mesi fa aveva 'dimissionato' Francesco Basentini a seguito delle polemiche nate perché ad alcuni detenuti dell'alta sicurezza e del 41 bis era stata concessa la detenzione domiciliare per motivi di salute. Decisione dei magistrati di sorveglianza ma la cui responsabilità politica fu addebitata a Basentini. Il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa ha scritto che le carceri «non possono rispondere sic et simpliciter a logiche di spoil system», ma «necessitano di progettualità e responsabilità che solo la continuità può garantire». 

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