Per la morte di Marco la famiglia Ciontoli condannata dai giudici ma anche dai social

 di Valentina Stella Il Dubbio 11 febbraio 2021

Marco Vannini è morto a soli 21 anni il 18 maggio 2015 a Ladispoli, raggiunto da un colpo di arma da fuoco sparato accidentalmente da Antonio Ciontoli, padre della fidanzata Martina, all'interno della villetta di famiglia. I giudici di primo grado condannarono a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale Antonio Ciontoli, a 3 anni invece, per omicidio colposo, la moglie Maria Pezzillo e i figli Martina e Federico. Fu assolta la fidanzata di Federico, Viola Giorgini, anch'ella presente in casa quella notte. A sorpresa la Corte d'Assise di Appello di Roma riqualificò il reato in omicidio colposo con l'aggravante della colpa cosciente, condannando

a 5 anni Antonio Ciontoli, e confermando i 3 anni per il resto della famiglia.

Incredibilmente nel febbraio 2020 la Cassazione dispone un appello bis che si conclude con una condanna per Antonio Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale e a 9 anni e 4 mesi per sua moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina, condannati per concorso anomalo in omicidio volontario. Si tornerà fra qualche mese di nuovo in Cassazione. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Andrea Miroli, Pietro Messina, Domenico Ciruzzi. Al team difensivo si è aggiunto da poco Gian Domenico Caiazza, attuale presidente dell'Unione delle Camere

Penali Italiane.

Parallelamente a questi quattro gradi di giudizio, si è svolto un processo parallelo: condanna senza appello per la famiglia, minacce agli avvocati, odio social per gli imputati. Il Dubbio nel settembre 2018 raccolse la prima intervista ad Antonio Ciontoli, oggi per la prima volta parla suo figlio Federico.

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