L'intervista della Guglielmi fa arrabbiare Poniz e Albamonte

 di Angela Stella Il Riformista 30 dicembre 2020

Non sono mancate forti reazioni all'intervista che abbiamo fatto ieri alla Segretaria di Magistratura Democratica, Mariarosaria Guglielmi, in merito alla recente fuoriuscita di 25 suoi colleghi da Md. Critiche molto aspre sono giunte da due big come Luca Poniz, presidente uscente dell'Anm, ed Eugenio Albamonte, Segretario di Area, che hanno commentato all'Adnkronos. Un chiaro segnale che le parole della Guglielmi hanno irritato e non poco. Chi pensava che gli stracci non sarebbero volati rimarrà deluso. Per Poniz le ragioni che li hanno spinti ad abbandonare Md «sono sembrate proporzionatissime (a differenza di quanto affermato dalla Guglielmi, ndr), nel senso che noi riteniamo  che ci sia un corso politico nel quale non ci si riconosce più, e se non ci si riconosce in un corso politico, sul quale non si ha la possibilità di incidere, lo si lascia». E ha aggiunto: «La cosa singolare è che quando qualche collega se n'è andato senza motivazione, è stato criticato perchè non c'erano le motivazioni, ora abbiamo riempito due pagine e le  motivazioni sembrano sproporzionate. Ci si dica qual è il giusto modo   per lasciare un gruppo e magari altri lo seguiranno». Subito dopo Poniz si è soffermato su un altro passaggio dell'intervista della Segretaria di Md, quello in cui, alla domanda se è stato «soffocato il dissenso» e se si è «ignorato e irriso le critiche proveniente» da Area, Guglielmi ci aveva risposto risponde: «Come può un gruppo soffocare il dissenso? Con quali modalità?». Parole che hanno portato Poniz a replicare: «È la risposta più sorprendente. Faccio presente che lo Statuto di Md prevedeva e prevede che gli eletti di Md al Csm e nell'Anm siano stabilmente convocati  alle riunioni dell'esecutivo, e questo non è mai avvenuto. Anche quando è stato richiesto formalmente che accadesse, non è avvenuto». Poniz poi aggiunge altro sull'affaire Davigo: «Faccio un altro esempio clamoroso. La posizione sull'uscita dalla magistratura e dal Csm del dottor Davigo, al di là del merito e delle valutazioni che erano naturalmente opinabili, e forse è stata anche votata la decisione più corretta, è stata annunciata alla rivista di Md dal presidente del gruppo, cosa che implicitamente schiera tutto il gruppo. Ed è stato fatto senza che ci sia mai stato un dibattito su questo punto». Quanto al caso Palamara, altro tema bollente, la segretaria di Md, rispondendo a una domanda sul desiderio di «archiviarlo» e andare avanti, ci aveva detto che «ogni persona seria sa che è semplicemente impossibile. È necessario avviare un percorso di rinnovamento». Sul punto Poniz ha replicato: «Sacrosante parole, peccato che io personalmente in un anno e  mezzo di presidenza mi sono impegnato a fare questo, e diversamente da chi pontifica sui giornali o fa solo comunicati, sono andato a tutti i momenti di confronto dell'associazione. Abbiamo fatto due assemblee  generali anche su questo, ma il gruppo dirigente di Md non si è visto». Sulla stessa linea di Poniz, anche il pm Eugenio Albamonte: «È una questione su cui Area prima ancora di Md ha intrapreso questa linea. Lo ha fatto su tutti i fronti: su quello dell'individuazione delle responsabilità, perchè Poniz da presidente dell'Anm, ben lungi dal fermarsi ai casi dell'Hotel Champagne, ha ottenuto, per la prima volta nella storia del nostro Paese, gli atti da Perugia per poter valutare anche le altre  posizioni meno eclatanti. Lo abbiamo fatto con una serie di proposte, veicolate tramite l'Anm per evitare che l'associazionismo sia  trampolino di lancio per altre aspirazioni e torni ad essere un incarico di servizio alla magistratura». Sulla scissione Albamonte ha aggiunto: «Penso che un percorso condiviso, per quanto mi riguarda non più all'interno di Magistratura democratica ma comunque in un'area progressista ampia, presupponga una serie di chiarimenti sui temi che sono stati posti dalle nostre dimissioni. Non perchè siano dimissioni  che possano rientrare, ma perchè sono state presentate appositamente per sottolineare alcuni problemi. Il fatto di continuare a dire che non li si è capiti, quando sono stati più volte spiegati, mi sembra un modo per sottrarsi a un confronto nel merito». Per Albamonte Md è andata alla ricerca «di visibilità autonoma che, nel tempo, si è tradotta in una vera e propria concorrenza di brand. Spesso Md è  arrivata a duplicare i contenuti già espressi da AreaDG pur di mantenere in piedi la propria identità». 

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