Avezzano, il giudice: le udienze si potranno ascoltare su Radio Radicale

 di Valentina Stella Il Dubbio 3 dicembre 2020

A ottobre vi abbiamo dato conto del diniego ricevuto da Radio Radicale da parte del Tribunale di Avezzano a registrare il processo a carico dell’ex direttore de Il Dubbio, Piero Sansonetti, ora alla guida de Il Riformista, e del collega Damiano Aliprandi. Sono stati querelati per diffamazione a mezzo stampa, da due magistrati: il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, e l'ex sostituto procuratore del capoluogo siciliano Guido Lo Forte. Secondo l'accusa avrebbero messo su ' una vera e propria campagna diffamatoria” nei confronti dei due in relazione all'archiviazione del dossier mafia- appalti, voluto da Giovanni Falcone e al quale era interessato Paolo Borsellino. Secondo due sentenze - Borsellino ter e Borsellino quater - sarebbe stata proprio l’attenzione sull'intreccio mafia- appalti a spingere


Cosa nostra a uccidere Paolo Borsellino.


Il rifiuto da parte del giudice Daria Lombardi alla registrazione del processo era stato motivato dal permanere dell'emergenza sanitaria da Covid 19. La legale dei due giornalisti, l'avvocata milanese Simona Giannetti, però non si è arresa. Infatti nella prima udienza svoltasi il 19 ottobre ha sollevato quattro questioni preliminari, tra cui la violazione del diritto alla pubblicità dell’udienza con il rigetto della richiesta di Radio Radicale di registrare il processo. Il giudice nell'udienza successiva del 30 ottobre ha acconsentito che Radio Radicale possa acquisire le fonoregistrazioni delle udienze e renderle pubbliche sul proprio sito.


«Credo che il giudice - ci racconta l'avvocata Giannetti - abbia deciso di accogliere la richiesta di autorizzare Radio Radicale anche attraverso, come richiesto in subordine, l’acquisizione delle fonoregistrazioni, in quanto ha tenuto in buon conto la mia argomentazione sulla necessità di contemperare, secondo il noto principio del bilanciamento dei diritti costituzionali di pari rango costituzionale, il diritto alla salute e quello non trascurabile - nel vero senso del termine a pena di nullità - della pubblicità del processo, che la stessa Cedu tutela contro la celebrazione del ' processo segreto'».


Nel merito conclude Giannetti «ovviamente il tema della sentenza Borsellino Quater che si è occupata proprio del dossier mafia- appalti come causa di accelerazione della morte di Paolo Borsellino, non poteva non far ritenere l'oggetto dell'accertamento sulla verità dell'inchiesta - contestata in querela - come di interesse collettivo, e dunque tale da prevederne la diffusione alla collettività in termini di diritto alla Conoscenza; peraltro lo stesso diritto di pubblicità è stato da me richiesto per conto dei miei assistiti, che come giornalisti avevano il diritto individuale di consentire ai destinatari della loro informazione di valutare, all'esito della conoscenza del processo per intero con la partecipazione alle prove dichiarative, la correttezza nell'esercizio dell'amministrazione della giustizia nei loro riguardi; del resto la sentenza solo così può dirsi emessa in nome del popolo italiano».

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