Una Università dal soffitto di cristallo

di Angela Stella Il Riformista 24 luglio 2020

Il Progetto Donne e Futuro, ideato dall'avvocato Cristina Rossello come spunto di riflessione sul contributo femminile nell'economia, con una nota dell'osservatorio 'Mamme che lavorano' stigmatizza i risultati del recente studio "Le carriere femminili in ambito accademico", a cura dell'ufficio statistico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica. I dati non lasciano dubbi: se da un lato le donne sono il 55,4% degli iscritti ai corsi di laurea, il 57,1% del totale dei laureati, il 49,4% degli iscritti ai corsi di dottorato ed il 50,5% del totale dei dottori di ricerca, dall'altro lato ancora oggi però solo il 38,4% dei professori associati e appena il 23,7% dei professori ordinari è donna. "Nell’evoluzione della carriera accademica - scrive Progetto Donne e Futuro -  assistiamo all’apertura di una ‘forbice’ per ciò che riguarda la parità di genere: si parte alla pari ma all’arrivo la metà delle donne si perde e questo sia nelle facoltà umanistiche che in quelle scientifiche o tecnologiche. È il cosiddetto fenomeno del ‘soffitto di cristallo’: si vede il piano superiore ma non si riesce ad accedervi". Le cause? Sono da rintracciare sicuramente in una barriera culturale rispetto alla parità di genere: "anche nelle facoltà e negli indirizzi che vedono una prevalenza di frequenza femminile arrivati alle posizioni apicali troviamo una prevalenza maschile". A supporto della tesi arrivano altri dati relativi all'anno 2018-2019: "abbiamo ad esempio nel cosiddetto ambito ‘Humanities and the arts’ una percentuale di iscrizioni di donne del 77,8% e di laureate del 79%. Quando arriviamo al dato che riguarda la percentuale di donne che ottengono in questo stesso ambito accademico la qualifica di ricercatori di tipo B (sono coloro che - se conseguono l’abilitazione al termine del loro contratto possono essere valutati dagli atenei per accedere al ruolo di professore associato ossia ad una posizione stabile con la possibilità di progredire verso la posizione apicale) vediamo la percentuale di donne crollare al 40,1%". Semmai ce ne fosse bisogno c’è un altro dato che può legittimamente far parlare di barriera culturale ed è quello relativo al personale tecnico-amministrativo: "questo negli atenei italiani è composto in maggioranza da donne (59%). Nel 2018, il 73% del personale afferente all’area Amministrativa è di genere femminile (71% nel 2005) mentre nell’area Tecnica la percentuale scende al 37% (33% nel 2005). Nell’area della Dirigenza le donne sono in larga minoranza (38%)". A conferma di un divario di genere ci sono anche alcuni dati di un report dell'Istat pubblicato due giorni fa: "nonostante i livelli di istruzione delle donne siano più elevati rispetto a quello degli uomini, il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (56,1% contro 76,8%) evidenziando un divario di genere più marcato rispetto alla media Ue e agli altri grandi Paesi europei".

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