Luigi Berlinguer: Caso Berlusconi? Idee politiche e correnti alternano la giustizia

di Angela Stella Il Riformista 4 luglio 2020


Dalla convergenza positiva Pd - 5 Stelle passando per la riscoperta del socialismo liberale fino alle misture troppo facili e nocive tra pm e giudici: Luigi Berlinguer, già Ministro della Pubblica Istruzione nei governi Prodi e D'Alema, membro del Csm dal 2002 al 2006 alla fine di questa intervista dà un consiglio alla Ministra Azzolina: batti più forte i pugni al tavolo del Governo.
Ieri Massimo Cacciari su Repubblica ha firmato un editoriale in cui ha scritto del "socialismo liberale" come chance per l'Italia, ricostruendo il ceto medio. Cosa ne pensa?
Massimo Cacciari è un eccellente pensatore. Non vorrei però imbarcarmi in definizioni che possono indurre in errore. L'idea è giusta: siamo di fronte al bisogno di una politica della massima equità sociale che però non assuma mai carattere autoritario di limitazione delle libertà. È una tradizione senz'altro vecchia l'idea che la giustizia sociale faccia a pugni con la libertà  e che bisogna limitarla per affermare la giustizia sociale: sono sciocchezze madornali che talvolta hanno indotto il movimento progressista in gravi errori. È giusto che  in Italia si persegua una politica di giustizia sociale ma rispettando sempre il regime libertario.
Qual è il suo giudizio in merito al lavoro svolto fino a questo momento dall' 'alleanza' Movimento 5 Stelle -Partito Democratico?
Il mio giudizio è complessivamente positivo: siamo di fronte ad un incontro tra due formazioni politiche che hanno in comune largamente una base elettorale, anche se conservano forme diverse e diversità proprie. Non so se si possa parlare domani di una alleanza organica: certamente però la convergenza delle finalità politiche ha prodotto dei risultati importanti. Naturalmente ci possono essere tante obiezioni su tanti dettagli ma la sostanza di fondo è positiva.
Che futuro vede per le prossime elezioni?
Non sono un vate. Posso indicare una esigenza: affinché quella che Lei chiama 'alleanza' e che io chiamerei  'convergenza' tra Pd e Movimento 5 Stelle possa essere premiata alle prossime elezioni  occorre tenere ferma la barra sostanziale di questa operazione politica ossia tutelare il mondo dei deboli ma in un clima ampiamente democratico.
Affrontiamo ora il tema giustizia: cosa ne pensa di quanto reso noto dal Riformista in merito alla conversazione tra Berlusconi e il giudice Amedeo Franco?
Posso dire soltanto che il tema della giustizia nel nostro Paese non è considerato a sufficienza nella sua specificità, che consiste nell'assicurare una forte garanzia di indipendenza dei procedimenti giudiziari, evitando le interferenze che in questo campo sono profondamente negative. L'importante è che la giustizia sia sempre molto indipendente e che si garantisca una giustizia non influenzabile dalle diverse correnti e che non si lasci influenzare dal fatto che gli operatori di giustizia sono essere umani e cittadini democratici, pertanto con le loro opinioni politiche. Gli operatori di giustizia possono e devono avere le proprie opinioni politiche che possono manifestare ma non possono lasciarsi trascinare da scelte politiche nell'esercizio delle proprie funzioni. La distinzione tra l'obiettività e la neutralità della giustizia da un lato e la libertà di pensiero dei suoi operatori dall'altro va tenuta molto netta. Non sempre questo è stato fatto e non sempre anche all'interno della sinistra si ha questo estremo rigore sulla indipendenza e -  politicamente parlando  - 'neutralità' della giustizia nelle vicende del Paese.
In questi giorni abbiamo provato a contattare diversi esponenti della sinistra per chiedere un commento sull'affaire Berlusconi ma nessuno si è voluto esporre, eccezione fatta per Emanuele Macaluso che ieri sul nostro giornale ha detto che 'occorre fare chiarezza sulla vicenda, superando però la propaganda tra berlusconismo e anti-berlusconismo'. È d'accordo?
Totalmente d'accordo con lui però va detto che le esperienze che noi abbiamo avuto -  il fatto che Berlusconi intervenga talvolta in materia di giustizia  - sono profondamente negative. Bisogna su questo ribadire quando detto prima.
Un suo parere sulla crisi profonda che sta attraversando la magistratura.
È vero che la magistratura sta attraversando tensioni drammatiche che spesso si riferiscono a quanto dicevo prima, al fatto che è molto difficile assicurare totale indipendenza di pensiero e politica alla magistratura. Però questa è una esigenza capitale della società, della società moderna. Bisogna sottolineare, sostenere l'assoluta indipendenza della magistratura dagli orientamenti politici. E quindi gli organi che all'interno della magistratura si occupano delle iniziative che vengono prese devono evitare in tutti i modi non solo una lottizzazione politica della magistratura ma anche una strumentalizzazione a questo proposito.
In una intervista al nostro giornale Sabino Cassese ha definito le Procure come un quarto potere ormai indipendente dalla magistratura. È così?
L'attività di investigazione giudiziaria delle Procure è certamente parte del raggiungimento della giustizia ma non è assimilabile al ruolo dei giudici. La vera e totale indipendenza deve essere quella dei giudici. E qual è allora la funzione delle Procure? Che i membri delle Procure siano indipendenti persino dalla magistratura è giusto: la loro è una funzione diversa, non è quella di rendere giustizia all'atto della decisione ma di iniziare una procedura che si fondi originariamente sul sospetto della presenza di ipotesi di reato al fine di indagare per sapere cosa corrisponde al vero. In questa attività le Procure devono essere risolute nella ricerca della verità e quindi operare non come se fossero dei giudici ma in piena indipendenza della propria funzione. Non si devono modellare sulla decisione giudiziaria successiva.
Cosa ne pensa quindi della separazione delle carriere tra pm e giudici?
La questione deve essere approfondita, accentuata anzi. Fino ad oggi c'è stata una prassi nella quale v'è stata confusione tra la carriera di pm e quella successiva di giudice. C'è stata qualche mistura, passaggi troppo facili da una funzione all'altra. Bisogna accentuare la differenza tra Procure e magistratura propriamente detta, i giudici quindi. Carriere che creano una sorte di confusione interiore tra le due funzioni non giovano. Il membro della Procura deve essere totalmente libero di svolgere la sua azione prescindendo dai pareri dei giudici e di chiunque altro. La sua funzione è quella di mettere in moto meccanismi che accertino gli elementi di valutazione della verità; spetta poi ad un terzo valutare se lo hanno accertato e se è valido.  Quindi sono due funzioni che io sentirei di accentuare nella reciproca differenza, con le notevoli differenze anche nelle carriere delle singole attività perché altrimenti si potrebbe compromettere l'obiettivo che si ha dinanzi, e cioè che il giudice sia alla fine totalmente indipendente e che i membri delle procure lo siano altrettanto dal loro punto di vista.
Che consigli darebbe oggi alla Ministra Azzolina, aspramente criticata?
Il Ministro Azzolina è una persona seria e come tale va rispettata. Vedo molta sufficienza in taluni che la valutano. Però faccio una obiezione al suo comportamento: non batte troppo i pugni sul tavolo, non si fa valere come Ministro dell'Istruzione a sufficienza. Deve essere più risoluta e più energica. Deve far capire a tutto il Governo che la politica dell'istruzione è prioritaria e che il compito di insegnare ad imparare e a crescere intellettualmente è il fondamento di un Paese come il nostro, altrimenti resteremo indietro nel mondo. Il Ministro deve imporre l'idea che bisogna continuamente imparare - memento discere semper, memento audere semper.

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