Intervista Bartolo

di Angela Stella Il Riformista 28 luglio 2020

A poche ore dalle affermazioni dell'ex ministro Marco Minniti su “Il Foglio”, secondo il quale c'è una evidente correlazione tra immigrazione e Covid-19, non si è lasciata attendere la reazione di Pietro Bartòlo, europarlamentare di Demos, eletto nelle liste del Partito Democratico, ancor prima noto per essere stato responsabile, per anni, delle prime visite ai migranti che sbarcavano a Lampedusa.

Bartòlo, sulla sua pagina Facebook, lei ha criticato le parole dell'ex ministro Minniti. Può spiegare meglio?

Affermare che vi sia una correlazione tra immigrazione e contagio da Covid-19 mi è sembrato davvero troppo. Ho avuto un soprassalto. Io di Minniti non ho condiviso nulla della sua azione nel campo dell’immigrazione. Come tantissimi altri, nel vasto campo del centrosinistra, del mondo del volontariato e della cooperazione, nello stesso Partito Democratico. Abbiamo, in un momento così critico, una grande responsabilità perché è forte il disagio economico e sociale che rischia di sfociare in un profondo e serio malcontento. Fare certe affermazioni, questo sì, può alimentare un sentimento che trova fertile terreno per le sortite della destra razzista e salviniana. Lo dice il segretario della Lega che gli immigrati portano il Covid ma, come è ampiamente noto, i migranti che arrivano in maniera autonoma sulle nostre coste sono sottoposti a severi controlli sanitari, com’è giusto che sia. Vale per tutti.
Se Minniti diffonde pensieri che lo avvicinano a Salvini, posso ben dire che questa politica non mi appartiene.

E, dunque, anche quella del Pd?

Al Parlamento europeo ho aderito al Gruppo S&D (Socialisti e Democratici) e faccio parte della Delegazione del Pd. Si lavora bene. Come detto, è sulle politiche dell’immigrazione, adottate in Italia, che mi trovo in dissenso. L'approccio del Pd sul tema migrazione non mi persuade. Basti pensare alle recenti decisioni governative e parlamentari sul rifinanziamento della cosiddetta “Guardia costiera libica”. Lo volle Minniti, lo ha proseguito Salvini. E lo ha riaffermato questa maggioranza di governo con l’opposizione di una pattuglia di deputati della sinistra e anche dello stesso partito democratico. Io speravo in una, del resto conclamata, discontinuità in questo campo. Sinora, nulla è cambiato.

Pensa anche ai decreti sicurezza?

Certamente. Direi meglio: 'decreti insicurezza'. Hanno reso illegale salvare una vita. Ma le leggi del mare, oltre a quelle non scritte, parlano chiaro: salvare un uomo in mare è un obbligo.

Sui finanziamenti alla guarda costiera libica, Matteo Orfini ha detto che si è trattato di uno dei momenti più bui della nostra storia e di quella del Pd. Si trova d'accordo?

D'accordissimo e l'ho detto molto prima di Orfini, quando il Governo Gentiloni con il ministro Minniti rinnovò l’accordo con la Libia. L'Italia non può stringere accordi di questo tipo. Siamo un Paese di tradizione democratica, di grande sensibilità.

Cosa dovremmo fare?

Far finire quella guerra immonda, di cui abbiamo anche responsabilità. In Libia non ci sono solo trafficanti di esseri umani e gli appartenenti alla “Guardia costiera”, ma anche un popolo che sta soffrendo tanto. Il nostro ruolo è quello di portare la pace.

Lei ha criticato anche il silenzio di Nicola Zingaretti su questo, a lui chiede una presa di posizione.

Rivolgo un appello a lui e a tutto il Partito Democratico per fare chiarezza e dare un segnale forte di discontinuità. I princìpi del Pd sono quelli della solidarietà, dell'accoglienza, dell'integrazione come dimostrato nel passato. Penso, ad esempio, alla creazione degli Sprar. Oggi vedo un partito appiattito, che teme di parlare di immigrazione perché ha paura di perdere consenso. Ma non è così ed io l'ho dimostrato con la mia elezione. Ho fatto la campagna elettorale su questi valori ed ho ottenuto un risultato  impressionante. E di questo ringrazio chi ha scelto di darmi fiducia. Questo è un segnale importante che deve arrivare a chi deve arrivare. Sono questi i valori su cui batterci e con cui far avvicinare quel 40% della popolazione che non è di destra e che oggi non andrebbe a votare. Occorre abolire il finanziamento ai libici, cancellare i decreti sicurezza, e promuovere lo ius soli e lo ius culturae.

Forse bisognerebbe anche modificare la narrazione che di solito si fa sui migranti.

Queste persone sono una opportunità, non sono né mostri, né alieni. La destra ci racconta che ci vengono a rubare il lavoro, che a loro diamo 35 euro al giorno e agli italiani no, che portano le malattie, che si prostituiscono: sono tutte falsità, tutte bugie. Però, questa narrazione incide nel sentimento popolare e si crea una miscela esplosiva, di odio e paura. La destra ha buttato queste persone per strada, cancellando gli Sprar, ha interrotto il processo di integrazione.  E ha condotto questa gente nella mani della malavita: a chi devono rivolgersi questi invisibili se non alla mafia e alla camorra che poi li andranno a sfruttare? Se oggi fossero stati regolarizzati tutti - e sottolineo tutti - adesso pagherebbero le tasse e anche le nostre pensioni, come ha detto tempo fa Boeri. Siamo anche poco furbi, purtroppo.

Luigi Manconi ci ha detto che, pur non condividendo la politica di Minniti, ritiene che ci sia una distinzione con Salvini. Che ne pensa?

In certe affermazioni i due sono molto simili, come dimostra l'affermazione con cui abbiamo iniziato questa intervista ma anche come certifica il memorandum Italia-Libia.

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