Picchiato a sangue da un agente in borghese

di Angela Stella Il Riformista 31 luglio 2020

Se fosse vero che un poliziotto in borghese ha picchiato a sangue un giovane di 23 anni senza alcun motivo ci troveremmo dinanzi ad un atto di violenza gravissimo. Il condizionale è ovviamente d'obbligo ma ormai ci stiamo abituando ai soprusi delle forze dell'ordine. Questa volta la presunta vittima, come ha raccontato ieri in esclusiva il quotidiano Leggo, sarebbe Marco V., un ragazzo romano di 23 anni che nella notte tra venerdì e sabato era sul motorino insieme ad un suo amico e stava tornando a casa dopo una serata trascorsa tra la movida del quartiere Trastevere. Il ragazzo ha raccontato a Leggo che "arrivati a viale Marconi si affianca allo scooter su cui viaggiavamo un’auto grigia. Era una 500 XL con a bordo due uomini. Mi fissano e mi urlano “ma che cazzo ti guardi?”. Io rispondo per le rime e continuiamo a battibeccare per qualche secondo. Quando pensavo fosse tutto finito si scatena l’inferno". La macchina taglia la strada allo scooter e lo blocca, quello che stava guidando si avvicina a Marco e comincia ad aggredirlo verbalmente. Poi i due schiaffi in pieno viso. Marco è pronto a reagire ma l'uomo estrae un tesserino e dichiara di essere un poliziotto, e con aria di sfida aggiunge: " e mo che fai?". I ragazzi sono scioccati, increduli dinanzi a tale violenza che purtroppo non sarebbe finita lì: il poliziotto gradasso avrebbe continuato ad inveire contro Marco: "ti arresto, ti faccio sparare" per poi colpirlo con un pugno in faccia. Il volto tumefatto di Marco comincia a perdere molto sangue, il ragazzo si accascia quasi a terra ma è deciso a non voler subire più violenza da quell'uomo impazzito. Allora con il suo amico mette il motorino dinanzi all'auto degli aggressori per non farli fuggire e chiama il 112, anche se il poliziotto in borghese aveva tentato di strappargli dalle mani il cellulare. Per fortuna arriva in poco tempo una ambulanza insieme a due gazzelle dei carabinieri che raccolgono le deposizione dei due ragazzi. Stranamente  giungono sul posto anche quattro volanti della polizia che i ragazzi non avevano chiamato. Marco intanto viene trasportato al Cto della Garbatella, dove i medici gli mettono cinque punti sul labbro. Il giorno successivo il fatto verrà denunciato ai carabinieri della stazione di Porta Portese. I due poliziotti, che in quel momento non erano in servizio, sono stati identificati: si tratta di due agenti della Questura di Roma, la quale ha diffuso una nota: "è stata intrapresa l'attività ispettiva interna volta a ricostruire l'esatta dinamica ed accertare le eventuali responsabilità connesse. Si rappresenta, inoltre, che sono state tempestivamente inoltrate per il necessario prosieguo di legge, le comunicazioni all'autorità giudiziaria con le informative di reato. È condivisa la volontà di fare piena luce sulla dinamica di entrambi i fatti". Abbiamo contatto la questura per metterci in contatto con i legali dei due poliziotti ma ci è stato detto che non è possibile farlo.  La Procura capitolina ha aperto un fascicolo per lesioni e tentata rapina. A coordinare le indagini è il pm Roberto Felici. Sull'accaduto si sono espressi e si stanno muovendo già alcuni esponenti politici che chiedono chiarezza e trasparenza: i deputati di Italia Viva Luciano Nobili e Roberto Giachetti hanno già presentato due interrogazioni parlamentari; anche Gennaro Migliore ha annunciato via social di volerne presentare un'altra urgente sempre alla ministra Lamorgese: "Dobbiamo essere inflessibili nella difesa dei diritti", ha scritto il deputato. A loro si è aggiunta la deputata dem Patrizia Prestipino che chiede "alla Questura di Roma e al ministero degli Interni di fornire immediate delucidazioni su quanto avvenuto. Perché se risulteranno confermati i fatti denunciati dal giovane ci troveremmo di fronte a un nuovo episodio inquietante che vede coinvolte le forze dell'ordine. E questo quando ancora non ci siamo ripresi dalle sconcertanti notizie che stanno emergendo dall'inchiesta che vede coinvolti alcuni carabinieri di Piacenza". L'eurodeputato Massimiliano Smeriglio ha domandato alla senatrice Monica Cirinnà di presentare anch'ella una interrogazione. Rifiuta invece di trattare l'episodio come se fosse un caso di 'mele marce' il deputato di +Europa Riccardo Magi: "Appare evidente che il problema della violenza, della corruzione e, persino, della criminalità è ormai troppo diffuso per associarlo e derubricarlo "a poche mele marce". Ecco perché i vertici delle Forze dell'ordine e il ministero degli Interni devono intervenire con decisione sui criteri di reclutamento, sulla formazione giuridico istituzionale delle forze dell'ordine affinché si evitino per il futuro tali macroscopiche violazioni della Costituzione: ecco perché su questi punti ho presentato un'interrogazione parlamentare a partire dai fatti di Piacenza". Al ragazzo è giunto anche il sostegno da parte di Acad - Associazione contro gli abusi in divisa. 

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