Flash mob Sommersi e salvati

di Angela Stella Il Riformista 28 luglio 2020

La questione migrazione torna prepotente nella cronaca e nel dibattito politico: in 24 ore due fughe di massa in Sicilia dove centinaia di migranti si sono allontanati dalle strutture che li stavano ospitando. Nel tardo pomeriggio di ieri il Ministro Luciana Lamorgese ha reso noto che quasi tutti quelli che si erano allontanati dalla struttura di Porto Empedocle erano stati rintracciati. Intanto è stato previsto l’invio dell’esercito dell’operazione Strade sicure per i controlli sui centri dei migranti. Il Ministro Luigi Di Maio poco prima aveva lanciato l’allarme: ‘i migranti in fuga sono questione di salute pubblica. I cittadini italiani, come il sottoscritto naturalmente, devono continuare a rispettare le regole che ci siamo dati e vale lo stesso per i turisti o per chi ha diritto alla protezione internazionale’. Intanto ieri a Roma si è riunito il flash mob ‘Sommersi e salvati’ promosso in primis da Roberto Saviano e Luigi Manconi, presidente di A buon diritto che così ha aperto la manifestazione: “non vogliamo restare immobili, vogliamo manifestare il nostro dissenso contro la decisione del Governo di rifinanziare per la quarta volta la guardia costiera libica. Non tutta l'Italia si riconosce in questa sciagurata decisione. Serve un ribaltamento della politica finora attuata, fallimentare dal punto di vista dei diritti umani e che neanche ha regolamentato i flussi di migranti”. Centinaia le persone riunitesi a Piazza San Silvestro per chiedere anche di chiudere i centri di detenzione trasferendo i migranti fuori dalla Libia e di promuovere corridoi umanitari per garantire le persone in fuga. Tra i promotori anche l’onorevole di +Europa Riccardo Magi che al Riformista ha detto: “è sconcertante il fatto che se il Partito Democratico un anno fa era uscito dall’Aula al momento del voto sulla missione di supporto alla guardia costiera libica sostenendo che l’azione di quella guardia costiera era diventata, come disse Fassino, equivoca, quest’anno di fronte ad una situazione che è peggiorata e dinanzi anche ad un aumento del finanziamento di questa missione ha votato a favore, tranne alcuni colleghi del Pd che sicuramente vanno ringraziati se non altro per avere tenuto una coerenza. La situazione in Libia poi meriterebbe la consapevolezza che la strategia italiana degli ultimi anni non ha prodotto alcuna stabilizzazione, nessuna transizione democratica”. E tra i parlamentari del Pd che non hanno votato con la maggioranza c’è Matteo Orfini che prima dell’inizio della manifestazione ci ha detto: “qui si sta manifestando una strategia alternativa a quella messa in atto da questo e altri Governi. Questo flash mob non è solo un evento culturale, ma un fatto politico che aiuta chi come me sta cercando nel proprio partito e in parlamento di attuare una battaglia per cambiare le politiche migratorie”. Sul fatto che Nicola Zingaretti non abbia spiegato come mai qualche settimana fa l’assemblea del Pd, all’unanimità, aveva deciso di votare contro il rifinanziamento alla guardia costiera libica e poi il voto in aula è stato opposto: “questo va chiesto a Zingaretti che non ha rispettato il voto unanime dell’Assemblea che lo ha eletto segretario”. E sulla marcia indietro sui valori, quali quello dell’accoglienza, fondanti il Pd, Orfini ha aggiunto: “c’è qualcosa di più in gioco, ossia il rispetto dei diritti umani perché finanziare la guardia costiera libica significa finanziare torturatori e stupratori. Stiamo negando un principio base della sinistra, ossia che dove c’è una violazione dei diritti umani si combatte per sconfiggere quella violazione”. Sul palco è intervenuta anche la senatrice di +Europa Emma Bonino: “per la terza volta il Senato dovrà decidere sul processo all'ex ministro Matteo Salvini per il caso Open Arms. Nella giunta per l'autorizzazione a procedere è passata la tesi di non autorizzare, adducendo una serie di scuse, già usate le altre due volte. La situazione è complicata. L'ago della bilancia sta a Italia Viva e Renzi, che ci dice oggi (ieri, ndr) di non aver ancora deciso perché le carte non sono chiare”. Sulla quesitone ong, molte delle quali patrocinanti l’evento, la Bonino ha aggiunto: “rispetto ai processi denigratori che hanno subito, ci sono state cinque archiviazioni e nessun rinvio a giudizio, quasi tutte le barche sono state dissequestrate”.  A margine dell’evento abbiamo raccolto anche la testimonianza di Ascanio Celestini: “questo Paese è diventato più razzista che nel passato ma in maniera diversa: siamo un Paese che ha già vissuto i flussi migratori degli italiani che sono andati all’estero ma anche di quelli del sud che si sono spostati al nord. Oggi ci troviamo a vivere come se un pezzo della nostra storia non ci fosse più. E ciò ci fa comodo per commettere gli stessi errori di sempre. Uno su tutti proprio sull’uso delle parole: continuiamo a usare il termine clandestino come se non ci fosse più una persona dietro la parola. Azzeriamo la persona per la sua condizione di vita. Ciò è tipico dei totalitarismi: pensiamo ai nazisti che quando chiudevano le persone nei campi di sterminio li chiamano ‘pezzi’.

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