Federico Ciontoli: credevo mi sparessero in testa

di Valentina Stella Il Dubbio 9 luglio 2020
Iniziato ieri  - a porte chiuse per l'emergenza sanitaria -  il processo di appello bis nei confronti di Antonio Ciontoli, sua moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina per la morte del fidanzato di quest'ultima, Marco Vannini. Dinanzi ai due giudici togati e ai dodici popolari le parti hanno chiesto di rinnovare l'istruttoria dibattimentale, contraria l'accusa. L'avvocato di parte civile Celestino Gnazi avrebbe voluto poter sentire sia la vicina di casa dei Ciontoli, per portare in aula una dichiarazione già resa al programma di Italia1 Le Iene, sia l'autista dell'ambulanza e l'infermiera. Inoltre, come già vi abbiamo raccontato, ha chiesto di acquisire agli atti processuali una perizia svolta dal premio Oscar e ingegnere del suono Lee Orloff sulla telefonata fatta da Ciontoli al 118, dalla quale si sarebbero evinte nuove drammatiche parole di Marco Vannini. Tutte le richieste sono state respinte. La difesa dei Ciontoli  - avvocati Andrea Miroli, Pietro Messina, Domenico Ciruzzi - aveva chiesto di sentire come test assistita la fidanzata di Federico, Viola Giorgini. La richiesta è stata accolta e la ragazza sarà ascoltata il 9 settembre. La sentenza è attesa per il 23 dello stesso mese. Respinta, al contrario, la loro richiesta di tenere fuori la stampa, avanzata a causa di un parallelo processo mediatico. E non hanno tutti i torti se Federico Ciontoli, unico imputato presente in aula, nelle sue dichiarazioni spontanee ha detto che per anni "ho camminato perseguitato dall'immagine di qualcuno che potesse venire a spararmi in testa spinto da quello che si diceva di me in televisione". Su questo punto vi proponiamo uno stralcio di una memoria redatta dalla difesa e relativa alla distorsione mediatica di questa drammatica storia che va a minare anche la funzione difensiva: "in questo tragico Circo Barnum [...] il copione dei prossimi mesi è già scritto ed ognuno di noi sarà ingabbiato nella maschera costruita da sceneggiatori senza talento, fantasia e cultura: la famiglia di 'mostri assassini'; gli avvocati cinici ed avidi che per denaro difendono gli assassini. Solo il ruolo dei giudici non è ancora scritto: eroi senza macchia, onesti e laboriosi magistrati se condanneranno al massimo della pena. Ogni altra decisione li esporrà al pubblico ludibrio, alla sarabanda di sospetti".  Su quanto accaduto quella tragica notte Federico Ciontoli ha aggiunto: " è stato fino ad oggi ripetutamente detto che anche a costo di far morire Marco, io avrei nascosto quello che era successo, ma la verità è che io ho chiamato i soccorsi pensando che si trattasse di uno spavento, figuriamoci se non l'avrei fatto sapendo che era partito un proiettile. [...[ Non voglio dire che la pistola e il colpo d'aria non siano rilevanti. Ad oggi chiaramente sappiamo che lo erano,  se solo avessi potuto immaginare che era partito un colpo di pistola e che non si trattava solo di un attacco di panico, se avessi potuto immaginare che Marco ora non sarebbe stato qui, che un essere umano sarebbe morto, se avessi saputo che avrei dovuto affrontare un processo giuridico, mediatico e sociale di queste proporzioni". Queste parole non sono piaciute alla madre di Marco Vannini che ha dichiarato ai cronisti presenti fuori dall'aula:" Dichiarazione vergognosa, nemmeno una parola per Marco. Ancora non riescono a capire che è morto un ragazzo di 20 anni. Continuano a girare il coltello nella ferita". L'avvocato Andrea Miroli invece, rispondendo al Dubbio a quanti ancora credono che possa essere stato Federico Ciontoli a sparare, ha detto che " si tratta di una corbelleria, frutto delle distorsioni del processo mediatico che è certamente cosa assai diversa dell'esercizio del diritto di cronaca. Riteniamo in questa ottica che, rispetto alle richieste dei mezzi istruttori della parte civile che avevano la loro genesi proprio nel processo mediatico, la decisione della Corte di ammettere come unica teste Viola Giorgini è indicativa della piena conoscenza dei giudici delle evidenze processali e di questo siamo ben contenti". 

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