Pierluigi Lopalco: «No a semplificare una situazione così complessa»

di Valentina Stella Il Dubbio 23 aprile 2020

Due giorni fa sul sito MedicalFActs, fondato dal professor Roberto Burioni, è stato pubblicato un contributo a firma dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università di Pisa e coordinatore della task force per le emergenze epidemiologiche della Regione Puglia, in cui si avverte che ' prima di allentare il lock- down e tornare progressivamente a una ripresa delle attività produttive e sociali, il governo dovrebbe analizzare alcuni indicatori'. Tra questi ' quanti tamponi per 1.000 abitanti si riesce a fare in una settimana? Quanti tamponi sul totale risultano positivi? Qual è la quota di casi di Covid- 19 registrati dal sistema di sorveglianza di cui non si conosce l’origine?'.
Professore Lopalco non è così facile pensare alla Fase 2.
Il problema che riscontro è che c'è dappertutto una volontà di semplificare la faccenda, che invece è molto complessa. Da una parte ci sono gli slogan, tipo “mascherine e riprendiamo” o “tamponi di massa e riprendiamo”. Dall'alto lato invece bisogna accettare che la situazione è davvero complicata. Serve una risposta coordinata e quel mio intervento sul sito di Burioni voleva essere solo un assaggio di questa complessità. Su questo voglio essere chiaro: non ho la ricetta per la ripartenza.
Che suggerimento può però dare per prepararci alla Fase 2?
Bisogna aver gli ospedali pronti e il territorio pronto per identificare e intervenire molto precocemente quando parte un focolaio. Queste costituiscono le due macro aree di intervento che, affinché siano efficaci, richiedono analisi complesse.
Sono necessari i tamponi a tappeto?
Non servono, perché il tampone non è uno
strumento per lo screening.
Quanto è importante un coordinamento nazionale rispetto alla regione fai da te?
I confini di una regione non si possono chiudere: quindi è chiaro che più che un coordinamento serve una forte intesa tra governo e Regioni. Immagino che è quello che si fa nella conferenza Stato- Regioni.
Come interpretare gli ultimi dati sui contagi?
I dati sono confortanti nel senso che siamo nella coda della prima ondata. Attenzione a non confondere la fine di una ondata con la scomparsa del virus.
Quindi in estate il virus non sparirà?
Il contagio continuerà, essendo un virus endemico, ma a bassa intensità. La circolazione delle malattie respiratorie si distingue per tre tipi di intensità: alta, media, bassa. In estate mica sparisce il virus influenzale, continua a circolare a bassissima intensità.
Secondo lei il virus può essere stato prodotto in un laboratorio in Cina?
Tenderei ad escluderlo.
Come è arrivato il virus al Sud?
Una epidemia o si diffonde per contiguità, quindi tra regioni vicine o perché c'è un trasferimento di casi ed è quello che è successo in molte regioni del sud.
Come giudica il dialogo che si sta avendo tra scienza e politica?
Soprattutto nella prima fase, io credo che in qualche maniera il mondo della scienza sia stato ascoltato. È chiaro che adesso la politica deve fare un lavoro di sintesi tra le necessità sanitarie e scientifiche e quelle sociali ed economiche.

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