Intervista a Bruno Contrada
Angela Stella Il Riformista 8 aprile 2020
Con ordinanza depositata il 6
aprile 2020, la Corte d’Appello di Palermo ha liquidato a favore di Bruno
Contrada la somma di Euro 667.000,00 a titolo di riparazione per l’ingiusta
detenzione. Nel 2008 sempre la Corte d'Appello di Palermo lo condannava alla
pena di dieci anni di reclusione e alla interdizione perpetua dai pubblici
uffici per concorso esterno in associazione mafiosa, relativamente a fatti
commessi tra il 1979 e il 1988. Nel 2015, la Corte Europea dei Diritti
dell'Uomo ha ritenuto illegittima la precedente condanna perché all'epoca dei
fatti contestati a Contrada il reato di concorso esterno non era
sufficientemente tipizzato, quindi il processo sarebbe stato celebrato
illegittimamente. Abbiamo raggiunto telefonicamente il dottor Contrada,
assistito dall'avvocato del foro di Palermo, Stefano Giordano.
Si sente ripagato da questa decisione?
No, perché questa decisione riguarda
solo l'ingiusta detenzione e non tutti i danni che mi ha provocato la mia
vicenda. Sono danni irreparabili per me e la mia famiglia. Non ci sono somme
che possano risarcire questo danno. Gli episodi da raccontare sono infiniti,
come le assurdità relative alla mia condanna. La mia è stata una condanna
ingiusta. Ho considerato una strana coincidenza il fatto che oggi (ieri, ndr)
Papa Francesco abbia detto "Preghiamo per chi soffre sentenza ingiusta".
Ovviamente non si riferiva a me ma è stato strabiliante.
Questa decisione riuscirà a riabilitarla agli occhi di tutti?
Io comprendo queste persone che
continuano ad avere dei dubbi su di me: se per anni hanno sentito dire di me
tante cose - dall'arresto alla prigione alla condanna - diranno 'qualcosa devi esserci'. Purtroppo
tutto questo è successo ad un servitore dello Stato che per circa 35 anni ha
indossato una divisa, arrivando al grado più elevato della Polizia di Stato
perché ero un dirigente generale. In tutta la mia vita neanche una contravvenzione
ho preso.
Nel 2017 Franco Gabrielli ha revocato il suo provvedimento di
destituzione, reintegrandolo come pensionato nella Polizia di Stato.
Sì, sono stato reintegrato ed è
stata aggiornata anche la mia pensione.
Lei veniva arrestato alla vigilia di Natale del 1992. In tutto questo
tempo, che idea si è fatto di quanto accaduto?
Sono stati anni di sofferenza
continua. E per capire bisogna
contestualizzare: nel 1992 è caduta la Prima Repubblica, sono stati distrutti i
5 partiti che per 50 anni avevano retto le sorti del nostro Paese; cosa è
successo con Tangentopoli nel '92? E in Sicilia c'è stato Mafiopoli, poi il
processo al senatore Giulio Andreotti; e chi ricorda cosa accadde a Corrado
Carnevale, Presidente della prima sezione penale della Corte suprema di Cassazione?
Io a quei tempi ero un rappresentante della Polizia, impegnato nella lotta alla
criminalità organizzata, durante la quale ho inseguito e arrestato i peggiori
criminali. Ho avuto anche encomi ed attestati per il mio servizio. Però poi c'è
la questione del pentitismo: si sono voluti vendicare di me.
Qualcuno però anche all'interno delle istituzioni ha remato contro di
Lei.
In ogni campo ci sono gli
sciacalli, gli avvoltoi che si avventano sul corpo caduto e sanguinante.
Lei si sente vittima di quell'ondata giustizialista?
Pensi che la mia custodia
cautelare è durata 31 mesi. Mi sento vittima di una perversione della giustizia
italiana. Io sono stato condannato per un reato inesistente: concorso esterno
in associazione mafiosa. Oltre 140 rappresentanti delle Istituzioni sono venuti
a testimoniare non in mio favore, ma in favore della verità. Ma non è bastato
perché quello che contava erano le dichiarazioni dei delinquenti, dei
sanguinari: quello che dicevano era oro colato.
Che considerazione ha dello Stato che lo ha condannato e poi risarcito?
È una conseguenza necessaria, visto che la Cassazione ha
recepito la sentenza della Cedu. Sempre la Cedu nel 2014 aveva condannato
l'Italia per avermi sottoposto ad una pena inumana per la palese
incompatibilità del mio stato di salute col regime carcerario. Io comunque
continuo a rispettare le Istituzioni, compresa la magistratura.
Molti non riescono ancora a legittimare pienamente le decisioni della
Cedu. Parlano di eccessiva ingerenza.
Ai giustizialisti non piace!
Cosa ne pensa della possibilità che la Procura possa fare ricorso
contro il risarcimento?
Ha il diritto di farlo, come
anche io ho il diritto di ricorrere perché la nostra istanza non è stata
accolta integralmente.
Il sito Antimafiaduemila scrive che adesso arriverà il "solito giro di dichiarazioni sulla
“persecuzione” nei confronti di Bruno Contrada, di “ingiustizie subite” e di
“restituzione dell’onorabilità".
Quello che scrivono non ritengo
sia meritevole di un mio commento. Non voglio proprio leggerli: per me non
esistono.
Si pente di qualcosa?
Non rinnego nulla, non ho da
rimproverarmi nulla. Ho la coscienza perfettamente a posto.
Cosa può dire della Trattativa Stato Mafia?
Perché non si è parlato di Trattativa
in merito all'applicazione della legge dei pentiti? Non sono quelle trattative
che lo Stato fa con i criminali? Quello è un do ut des: tu criminale mi dai notizie per scoprire reati e
catturare latitanti e io, Stato, ti do sconti di pena, ti do danaro, sicurezza,
provvedo alla tua famiglia, a cambiarti l'identità, a darti una occupazione,
una casa. Ma poi nel codice penale esiste un reato che si chiama 'trattativa'?.
Commenti
Posta un commento