«Oggi la sua radio gli dedicherà una giornata»

Valentina Stella Il Dubbio 17 aprile 2020

Il 17 aprile di un anno fa il direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio, si rivolgeva agli ascoltatori per dare una ' tristissima notizia che riguarda la voce più importante, più autorevole, più bella di Radio Radicale: Massimo Bordin è morto'. Oggi quella voce tornerà sulle frequenze della radio per una giornata dedicata a lui, durante la quale verrà anche presentato un archivio, che racchiude suoi appunti, corrispondenze e molto altro che vanno dal 1975 al 2019.
Direttore, durante questo anno diversi giornalisti si sono passati il microfono nella consueta rassegna delle 7: 30, prima condotta da Massimo Bordin.
È stato un modo per omaggiare il più grande giornalista che Radio Radicale abbia mai avuto e che ha formato la radio, come nessun altro prima di lui. Lo ha fatto insieme a Marco Pannella. Le loro conversazioni domenicali raccontano quanto questi straordinari personaggi abbiano inciso e continuano a farlo nella programmazione e nel modo di fare di Radio Radicale. Massimo, che ha diretto la radio per oltre 18 anni, è stato il miglior rassegnista radiofonico italiano. Non avevamo certo l'ambizione di trovare un sostituto perché, come ha detto in un recente filo diretto Maurizio Turco, “non esiste un sostituto di Bordin”. Abbiamo piuttosto provato a far sì che la radio potesse partecipare il più possibile dei punti di vista che Massimo, tutt'altro che giornalista ecumenico, riusciva in modo incomparabile a
raccontare, rendendo intelligibile il pensiero e il lavoro di chi scriveva gli articoli che lui leggeva.
E non scordiamo che tante firme che lui leggeva nella sua rassegna vennero ad omaggiarlo al funerale laico.
Assolutamente sì. E hanno anche aspettato fuori, data la folla all'interno della sala della Facoltà Valdese. E hanno creato all'esterno una agorà. Alcuni di loro sono tornati in Radio ai nostri microfoni e vorrei ringraziarli tutti, compreso il tuo direttore Carlo Fusi.
Massimo Bordin non era solo conduttore della rassegna stampa ma anche dello “Speciale Giustizia”.
Questo è un aspetto che a me piace sempre ricordare. La sua rassegna è stata per più di due decenni il nostro prodotto di punta però, come dici tu, Bordin è stato un grande cronista giudiziario, come amava definirsi. Non era un giornalista radicale ma un radicale giornalista: una volta un importante funzionario di Polizia venne a conoscerlo perché ne aveva una grande stima e gli disse: “Massimo tu sei capace di raccontare la giustizia avendo chiavi di letture politiche e di raccontare la politica tenendo conto anche di quello che succede sul fronte giudiziario”; infatti non sono scindibili, come ben sapete voi al Dubbio. Riusciva a dare conto dei poteri dello Stato in maniera non scissa, ad intelligere. Lui aveva avuto una esperienza importantissima nel seguire e svelare agli italiani cosa era davvero il processo Tortora e i fatti gli hanno dato ragione. Aveva avuto l'opportunità di
lavorare con il direttore di allora che era Lino Iannuzzi, un altro gigante del nostro giornalismo. E poi con Marco Pannella. Non dimentichiamo che la programmazione si apriva con la sua rassegna e si chiudeva con il suo “Speciale Giustizia”, dando un senso, una lettura complessiva alla giornata. Insomma Bordin ti spiegava dove andava la giornata prima che la giornata iniziasse.
A proposito di programmazione, oggi cosa ci farete riascoltare?
Non so se si possa parlare di un testamento politico/ giornalistico forse il primo ad obiettare sarebbe stato proprio lui - ma il suo intervento al Congresso del Partito Radicale del febbraio 2019 è di straordinaria attualità e spiega efficacemente come e perché Radio Radicale è Radio Radicale.
Riproporremo i momenti salienti del giorno della sua morte e dei giorni successivi, l'eccezionale reazione del mondo dell'informazione, della politica, delle Istituzioni. Mai ho visto, alla notizia della scomparsa di un giornalista, fare una commemorazione nell'arco di un'ora in entrambi i lati del Parlamento.

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