Caso Zagaria: quello che il Dap non dice

Angela Stella Il Riformista 30 aprile 2020

Il 20 febbraio di quest'anno il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria aveva già ricevuto da parte della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Napoli una nota in cui dava parere positivo al trasferimento di Pasquale Zagaria in altra casa di reclusione che potesse assicurargli le giuste cure o in un carcere vicino ad un ospedale. E allora perché il Dap non si è attivato subito? Ma facciamo un passo indietro: a Pasquale Zagaria, 60 anni,  sono stati concessi i domiciliari dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari, dove era detenuto in regime di 41 bis, per motivi di salute. L'uomo ha un cancro alla vescica e a dicembre ha subìto un intervento chirurgico. I trattamenti post operatori non possono però essere effettuati nel Centro clinico di riferimento perché individuato come Centro Covid-19. Il Tribunale di Sorveglianza di Sassari il 9 aprile chiede ulteriori approfondimenti al responsabile sanitario del carcere per verificare se vi fossero ulteriori strutture ospedaliere in Sardegna ove poter effettuare il follow-up previsto e, come si legge nell'ordinanza firmata dal dottor De Vito, al "Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, per verificare l’eventuale possibilità di trasferimento in altro Istituto penitenziario attrezzato per quel trattamento o prossimo a struttura di cura nella quale poter svolgere i richiesti esami diagnostici e le successive cure". Il 23 aprile dalla casa circondariale di Sassari fanno sapere che il paziente non può effettuare i controlli previsti in altre strutture sarde, mentre "dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non è giunta risposta alcuna". Da qui tutte le polemiche che vi abbiamo raccontato in questi giorni. Siamo venuti in possesso di un documento redatto da una dirigente del Dap che in data 23 aprile, come confermato dal codice a barre del protocollo, invia una comunicazione al carcere di Sassari, al Tribunale di Sorveglianza, e alla DDA di Napoli. Abbiamo contattato il Dap per avere conferma sull'autenticità di questo documento ma non abbiamo ottenuto risposta. In questa comunicazione la funzionaria chiede al carcere e al dirigente medico di "contattare con massima urgenza i reparti di medicina protetta degli ospedali Belcolle di Viterbo e Pertini di Roma al fine di verificare la disponibilità della presa in carico" di Zagaria. Due sono gli elementi che ci incuriosiscono. Il primo è che l'indirizzo email del Tribunale di Sorveglianza di Sassari è sbagliato; ci auguriamo abbiamo rinviato a quello corretto. Secondo: si fa riferimento ad una nota della DDA di Napoli del 20 febbraio, la cui esistenza ci è stata confermata da una nostra fonte all'interno della Procura di Napoli. Tutto parte quando il legale di Zagaria a gennaio presenta una istanza di trasferimento per effettuare il trattamento post operatorio. A febbraio il magistrato Maurizio Giordano dava parere positivo al Dap per il trasferimento in altra casa di reclusione che potesse assicurare quelle cure. Questa nota inviata al Dap, ci dice la nostra fonte, non ha avuto seguito. Tutto ciò per dire che già prima della richiesta partita dal magistrato di Sassari, il Dap conosceva la situazione e aveva il placet della DDA per il trasferimento. E allora perché risponde solo il 23 aprile? Non poteva il Dap stesso, si chiede la nostra fonte, da subito vagliare la disponibilità delle strutture di Viterbo e Roma? 

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