Proposta Giachetti: riaperto termini emendamenti

 Valentina Stella Dubbio 25 aprile 2024

Una «misura tampone» che, da sola, «non risolve» i problemi che affliggono il sistema carcerario italiano perché ha «un effetto deflattivo immediato, ma non rappresenta una risposta sistemica ampia». Con queste parole il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Felice Maurizio D'Ettore ha definito la proposta di legge all'esame della Camera sulla liberazione anticipata speciale, presentata dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, per affrontare il problema del sovraffollamento che - dati aggiornati a due giorni fa e resi noti dal Garante - vede 61.351 detenuti presenti nelle carceri del Paese a fronte di una capienza regolamentare pari a 51.144 unità, con 47.190  posti in realtà disponibili. Tuttavia lancia l’allarme: «in assenza di nuovi interventi orientati in funzione deflattiva, nel giro di due anni si potrebbe raggiungere nuovamente il massimo storico risalente al 2010». Già a livello nazionale l’indice di sovraffollamento è del 130,03%. La proposta Giachetti «dovrebbe essere accompagnata da altri provvedimenti», ha detto D'Ettore in audizione davanti alla Commissione Giustizia di Montecitorio, ricordando che la liberazione anticipata speciale «è un rimedio di carattere contingente, già sperimentato nel 2013, dopo la sentenza Torreggiani e ha mostrato dei limiti sulla portata deflattiva». Ha poi aggiunto«Le carenze attuali di personale dell'amministrazione penitenziaria e degli uffici dei tribunali di sorveglianza nonché l'insufficienza di spazi e sovraffollamento carcerario portano ad aggravare in modo evidente la situazione del mondo carcerario. I profili più critici che emergono riguardano la somministrazione di cure e servizi sanitari, la capacità del sistema penitenziario di offrire un trattamento in linea con il fine rieducativo, il delicato e complesso fenomeno dell'aumentato numero di suicidi in carcere». Dall'inizio dell'anno a oggi, «i dati sono al 23 aprile - ha proseguito - i suicidi in carcere sono stati 32, i tentati suicidi 604, di cui un notevolissimo numero evitato dalla polizia penitenziaria e anche dagli inservienti e dagli operatori carcerari. I casi di autolesionismo sono stati 3890. Più le aggressioni al personale della polizia penitenziaria e una serie di altri elementi che dimostrano una particolare criticità in questo momento del mondo carcerario». Ha poi delineato altre criticità che incidono sul sovraffollamento. « In base all’elaborazione svolta sotto il profilo anche statistico, altro dato che induce, nello specifico, ad attenta riflessione, è quello concernente lo screening dei detenuti definitivi, che palesa una forte incidenza, pari a circa 28.167 unità, per i condannati a pene, o in espiazione di pene residue, fino a 3 anni di reclusione, per un totale di 23.583 potenziali fruitori di misure alternative». Altro fattore «non trascurabile», che pure «incide negativamente sul sovraffollamento carcerario, sembrerebbe identificarsi nel limitato impiego della detenzione domiciliare di cui alla Legge 199/2010, anche nota come Legge “svuota carceri”, le cui potenzialità deflattive non risultano ad oggi pienamente conseguite». Ha evidenziato poi « come le misure emergenziali adottate durante la pandemia abbiano prodotto ricadute positive sul sovraffollamento detentivo». Altra soluzione per deflazionare le carceri? «Al fine di garantire che il più alto numero possibile di detenuti fruisca anche dei benefici previsti dalla legge 26 novembre 2010, n. 199 recante Disposizioni relative all'esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a diciotto mesi, occorrerebbe prevedere un intervento di natura normativa con finalità acceleratorie della valutazione del Magistrato di sorveglianza». Ora cosa succede? L’ufficio di presidenza al termine dell’audizione ha deciso per la riapertura del termine per la presentazione degli emendamenti. Roberto Giachetti così ha commentato: «non mi sono opposto, come non l’ho fatto quando il Partito democratico la scorsa settimana chiese qualche giorno in più per presentare gli emendamenti. Anche adesso la ritengo una richiesta legittima che spero possa condurre al raggiungimento dello scopo in maniera condivisa e dopo tutte le valutazioni necessarie». Ha aggiunto il vice presidente della Commissione, il Forzista Pietro Pittalis: «noi non abbiamo chiesto che venga spostato il voto dopo la data delle elezioni europee, abbiamo semplicemente chiesto di prenderci qualche giorno in più per riflettere anche alla luce dell’audizione di oggi (Ieri, ndr). Se poi questo comporterà uno slittamento a dopo il 9 giugno non possiamo saperlo, dipende dal numero di provvedimenti che ci sono da affrontare».

 

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