La carica delle 108 toghe contro i test

 Valentina Stella dubbio 2 aprile 2024

A quattro giorni dal Comitato direttivo centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati che avrà tra i punti più discussi l’introduzione dei test psicoattitudinali per coloro che vorranno entrare in  magistratura a partire dal 2026, nella mailing list dei magistrati circola una lettera aperta di 108 toghe - in servizio ed in quiescenza - , che potremmo definire indipendenti e/o simpatizzanti del gruppo dei Centouno, rivolta ai componenti laici e togati del Consiglio superiore della Magistratura, «affinché, nell’esercizio delle loro prerogative ordinamentali, esprimano, a tutela del Prestigio e del Valore Costituzionale dell’Indipendenza dell’Ordine Giudiziario, un motivato e deciso parere contrario» all’approvazione dello schema di decreto attuativo, avvenuta durante il Consiglio dei Ministri lo scorso 26 marzo. Come vi abbiamo detto il presidente della Repubblica ha firmato il decreto legislativo che attende solo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale; mentre il 27 marzo il Comitato di Presidenza del Csm ha autorizzato l’apertura di una pratica avente ad oggetto la disamina della questione relativa all’annunciata introduzione «della verifica dell'idoneità psicoattitudinale di coloro che abbiano superato le prove scritte e orali del concorso in magistratura; verifica non contemplata nello schema di decreto legislativo e sulla quale, quindi, il CSM non ha avuto modo di esprimersi». La richiesta era stata sottoscritta da tutti i togati e dai laici Carbone (Iv), Romboli (Pd), Papa (M5S). Ad occuparsene sarà la sesta commissione, presieduta da Marcello Basilico, componente di AreaDg, che avrà il compito di valutare «se e in che misura il Consiglio potrà fare valere le sue attribuzioni in materia almeno di proposta di modifica legislativa». Quindi è proprio dall’apertura di questa pratica, ci spiega il dottor Andrea Reale, tra i firmatari dell’appello e componente dei 101 nel parlamentino dell’Anm, che nasce questa lettera. «Si è al cospetto -  a parere degli scriventi -  di un progetto di riforma, di cui non si comprende la necessità nell’attuale contesto normativo,  che, lungi dal realizzare un efficace metodo di verifica dell’idoneità dei futuri magistrati», si prospetta come: «inutile, dannoso, incoerente,  insidioso, pericoloso, preoccupante, offensivo». Secondo i firmatari «l’equilibrio dei magistrati si misura sul campo», «e non certo alla vigilia della loro assunzione»; inoltre così si appesantiscono le procedure concorsuali; e la riforma appare contraddittoria con paralleli «progetti governativi di introduzione di procedure semplificate di selezione, dichiaratamente finalizzate a fronteggiare la drammatica scopertura di organico»; infine «si inserisce all’esito del positivo superamento di difficilissime prove tecniche, al culmine di un lungo e defatigante percorso di studio, in una fase di delicatissima tensione alla massima potenza delle capacità di resistenza fisica, psicologica e caratteriale del candidato, con esiti di cui sarà senz’altro prevedibile la sistematica contestazione, dinanzi al giudice amministrativo, per la volatilità dei criteri di valutazione di  una prova dissonante - nei presupposti e nei metodi di espletamento - rispetto alla già sperimentata abilità tecnica dell’aspirante magistrato». Per tutto questo ma non solo i magistrati sottoscrittori della lettera manifestano «sin da ora la nostra disponibilità ad intraprendere le più efficaci iniziative di mobilitazione, ivi compreso lo sciopero a oltranza, al fine di dare la giusta risonanza, anche nella Società Civile, alle nostre preoccupazioni, come sopra argomentate». Il dottor Reale ci ha confermato che sabato al Cdc ribadirà la necessità dello sciopero. In realtà intorno all’iniziativa c’è ancora timidezza da parte delle correnti. Stefano Musolino, leader di Magistratura democratica, al Manifesto ha detto «per noi lo sciopero è sempre l’extrema ratio», per portarlo avanti «dovrebbe esserci una valutazione unitaria di tutte le componenti dell’Anm». AreaDg non ne ha ancora discusso, ma non escludono la possibilità. Unicost per adesso ci dice che «non commentano cose che non esistono». Magistratura indipendente al momento non ha ancora preso una decisione, lo farà mercoledì in una riunione. La strada che invece starebbe prendendo piede è quello di affidare a dei giuristi, a dei costituzionalisti l’analisi di come è stata modificata e approvata la norma, sul piano dell’eccesso di delega e su quello in contrasto con l’articolo 106 della Costituzione. 

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