Americani picchiati senza un colpevole

 Valentina Stella Dubbio 28 marzo 2023

“Costoro, come emerso da più parti, dando sfogo ai propri sentimenti di rabbia ed ostilità, non hanno esitato a colpire, sputare, insultare ed inveire contro i due fermati”: questo è quanto scrive il gip archiviando la posizione di due carabinieri indagati dalla Procura di Roma per lesioni personali con l’aggravante di aver commesso il fatto abusando della loro posizione di pubblico ufficiale nei confronti di Finnegan Lee Elder e Natale Gabriel Hjorth, i due americani accusati dell’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. In pratica, benché “non è dubbio” che i due ragazzi “siano stati attinti da sputi, offese e financo da almeno uno schiaffo”, come riferito da uno degli indagati in una chat con altri colleghi, non è però possibile procedere contro nessuno dell’Arma in quanto la Procura, che pure ha chiesto l’archiviazione, non è riuscita ad individuare con esattezza i responsabili di quelle azioni. È la notte tra il 25 e 26 luglio 2019. A due passi da Piazza Cavour a Roma Mario Cerciello Rega moriva dopo essere stato pugnalato più volte da Finnegan Lee Elder. Quest’ultimo, insieme al suo amico Natale, dopo la colluttazione fuggiva nell’albergo lì vicino. La mattina i carabinieri irrompono nella loro stanza e li conducono nella caserma di via In Selci. Come sappiamo lì Natale verrà bendato, con le mani legate dietro la schiena. Per il bendaggio qualche settimana fa è stato condannato un carabiniere a due mesi di reclusione, pena sospesa. Ma oltre a questo, come detto e riconosciuto dal gip, i ragazzi venivano anche vessati da altri carabinieri. Finnegan raccontava dal carcere: “mi hanno menato di brutto [ ...] alla stazione - mi hanno buttato a terra , mi hanno dato calci, pugni, mi sono saliti sopra , mi hanno sputato addosso”. La versione dei fatti per come riportata da Finnegan Lee Elder trova piena corrispondenza con quanto emerso dalle chat dei carabinieri. Uno dei due indagati scriveva: “Appena li hanno portati al reparto operativo ho buttato uno schiaffo a uno poi mi hanno fermato i colleghi che non solo quelli miei…e mi hanno detto tu stai fermo” e “E nel frattempo buttavano le ginocchiate su l petto”. Date queste circostanze, le difese dei due ragazzi (avvocati Borzone, Capra, Petrelli, Alonzi) si sono opposti all’archiviazione e hanno chiesto un supplemento di indagine. Ma nulla da fare. Quanto accaduto in quelle frenetiche ore rimarrà impunito. Secondo il gip l’ipotesi di accusa è caratterizzata da un elemento di debolezza, ossia “non si ha esatta contezza della quantità e qualità delle eventuali lesioni personali”. Inoltre il giudice non esclude che le lesioni se le siano procurate in altre circostanze: si pensi alle circostanza “in cui ha materialmente trovato la morte Cerciello Rega (il quale, prima di essere accoltellato, aveva braccato uno degli opponenti, spingendolo in terra e tenendolo bloccato al suolo con il peso del proprio corpo)”. Questa ipotesi è molto rilevante in quanto  avalla la versione di Elder sul momento dell’aggressione e non quella del carabiniere Andrea Varriale. Infatti secondo quest’ultimo appena lui e Cerciello esibiscono il tesserino vengono aggrediti dai due giovani americani. Invece questi ultimi hanno sempre raccontato un’altra storia: i due carabinieri superano i ragazzi, non si qualificano, Natale comprende che si sono voltati per fermarli e si allontana di qualche metro, mentre Elder rimane immobile; Varriale insegue Natale, mentre Cerciello braccò e gettò a terra Elder, lui sopra di lui con  il ragazzo supino sull’asfalto. 


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