I prossimi step dei decreti attuativi

 Di Valentina Stella Il Dubbio 9 settembre 2022

I gruppi parlamentari avranno tempo fino a lunedì per presentare osservazioni, richieste di integrazioni o condizioni sui decreti attuativi delle riforme del civile e del penale. Mentre le votazioni sui pareri inizieranno giovedì 15 settembre, a partire dalle 11. Sarebbe questa la programmazione stabilita ieri nella commissione Giustizia alla Camera per concludere l'esame dei decreti legislativi, approvati tra fine luglio e inizio agosto in Consiglio dei ministri. Ieri nella Commissione giustizia di Montecitorio si è svolta la discussione generale su entrambi i provvedimenti. Sul dlgs relativo al processo penale vi sarebbero, come previsto, le perplessità del M5s. Mentre nel parere relativo al dlgs sul processo civile non sono da escludersi eventuali osservazioni sul ruolo dei consulenti del lavoro nel contesto delle cause di natura lavoristica.  Nella commissione Giustizia al Senato invece l'esame dei due dlgs proseguirà martedì 13 settembre alle 11.  Intanto è arrivato il parere allarmistico della Giunta dell’Unione delle Camere Penali sui decreti del penale: “I decreti delegati snaturano alcuni degli aspetti migliori della riforma Cartabia del processo penale e ne aggravano le parti peggiori. Ancora una volta i decreti attuativi riscrivono in modo sensibile la volontà del Parlamento consolidata nella legge delega. Il Parlamento reagisca ora, o altrimenti il nuovo Parlamento si impegni ad intervenire”. Pur riconoscendo alla riforma il merito di aver rappresentato nonostante tutti i suoi limiti “un argine contro le peggiori spinte populiste e giustizialiste proposte dalle precedenti maggioranze di Governo e dalla Magistratura Ministeriale", soprattutto con il “superamento del blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado” che era contenuto nel testo Bonafede, i penalisti italiani ritengono che i decreti attuativi  “replicano per alcune parti le medesime criticità della delega" e in alcuni casi hanno scelto "soluzioni che allontanano ancora di più il nostro processo dallo schema del giudizio accusatorio”, con una disciplina che presenta “profili di incompatibilità costituzionale”. I penalisti italiani segnalano dunque “con forza alla Commissione Giustizia della Camera ed a tutte le forze parlamentari e politiche la necessità di richiamare alla attenzione del Governo almeno le più rilevanti di queste criticità (videoregistrazioni delle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, processo a distanza, mutamento del giudice, giustizia riparativa, impugnazioni, ndr), perché si possa proficuamente intervenire e risolverle ancora in questa fase di interlocuzione parlamentare; e mette a disposizione di questa delicatissima fase del percorso parlamentare della Riforma tutte le energie ed i contributi di analisi e di soluzioni scientifiche delle quali essa dispone”. In ogni caso – concludono -  “appare in tutta la sua evidenza la necessità che il nuovo Parlamento torni ad intervenire su questi snodi cruciali, d’altronde in coerenza con intenzioni più volte pubblicamente ribadite da forze politiche che pure annunciavano e garantivano il proprio voto alla legge delega”.

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