Carcere: i garanti si confrontano con i partiti

 Angela Stella Il Riformista 17 settembre 2022

Ieri, nel giorno in cui Antigone ha reso noto il 61esimo suicidio dietro le sbarre dall’inizio dell’anno, la Conferenza dei Garanti territoriali dei diritti delle persone private della libertà personale ha organizzato un evento dal titolo “Carcere, Italia - Confronto pubblico sulle proposte per le carceri in Italia” per far uscire dall’oblio della campagna elettorale il tema dell’esecuzione penale. Sono intervenuti rappresentanti di quasi tutti i partiti, tranne la Lega per indisponibilità della senatrice Bongiorno. Tra chi ha rivendicato il lavoro fatto e chi si è impegnato a fare meglio nel futuro, resta la domanda: solo discorsi da campagna elettorale? Il primo è stato Gennaro Migliore (Azione-Italia Viva): “occorre davvero fare un intervento sull’abito sanitario perché c’è incongruenza anche dal punto di vista normativo e inoltre non è possibile tenere in carcere persone con pene inferiori ai due anni”. Poi Stefania Ascari (M5S): “dalle visite che ho fatto posso dire che la situazione negli istituti di pena è avvilente, la realtà è peggiore di ciò che i dati raccontano. Si producono più recidive che riabilitazioni. Servono riforme coraggiose per carceri come luoghi di umanità. Noi ci siamo battuti non solo per investire più risorse nel carcere ma anche per potenziare i percorsi di reintegrazione. In ultimo occorre garantire legalità e impermeabilità dall’esterno nei reparti di 41bis”. È stato poi il turno di Federico Mollicone (Fd’I): “sono urgenti per noi interventi sia per i detenuti sia per la polizia penitenziaria: è vero, Nessuno Tocchi Caino, ma occorre salvaguardare anche Abele. Non solo Santa Maria Capua Vetere, ricordiamo anche le 11 aggressioni, ferimenti, colluttazioni annuali verso chi non è messo più nelle condizioni di poter far rispettare le regole. Il sistema in generale è al collasso, non ci sono spazi vivibili per i detenuti e per le loro attività: in Italia non esiste una politica penitenziaria. Sul sovraffollamento FdI è e sarà a favore di un nuovo piano di edilizia penitenziaria”.  Sul fronte opposto Riccardo Magi (+Europa): “al di là dei programmi e delle promesse elettorali, conta quello che si è già fatto o tentato di fare nella legislatura che sta per finire. Noi, benché piccolo gruppo parlamentare, abbiamo lavorato su più fronti: uno dei principali motivi per cui si entra in carcere è la normativa sugli stupefacenti. Per questo occorre una riforma complessiva del Testo Unico: ci siamo andati vicini, almeno nel ridurre le sanzioni penali per quanto riguarda i reati di lieve entità. Abbiamo tentato di modificare gli articoli della Costituzione in materia di concessione di amnistia e indulto e quelli del cp e cpp in materia di imputabilità e di misure alternative alla detenzione per persone con disabilità psicosociale. Abbiamo anche tentato di modificare quella parte della spazzacorrotti che aveva reso i reati contro la PA ostativi ma non abbiamo trovato una maggioranza in grado di apportare questa modifica”. Per il Pd è intervenuta Anna Rossomando: “la scriminante è se considerare il carcere come extrema ratio o come prima e fondamentale risposta nei confronti di chi non rispetta la legge. I programmi delle destre sono esattamente ispirati da una visione carcerocentrica, mancando di quella cultura costituzionale che dovrebbe appartenere a tutti. Noi ci battiamo affinché sia condivisa, a partire da trattamenti umani e dignitosi. La risposta punitiva dello Stato non può essere esclusivamente quella carceraria e già nella riforma del processo penale, grazie anche al nostro contributo, c’è un ampliamento dell’utilizzo delle misure alternative e sostitutive del carcere. Per la prossima legislatura dobbiamo investire di più su formazione e lavoro, potenziare la giustizia riparativa, ci prendiamo l’impegno di portare a compimento la nostra legge su ‘mai più bambini in carcere’ e quella sull’ergastolo ostativo e ovviamente fare la riforma dell'ordinamento penitenziario”. A trarre un bilancio del confronto è Stefano Anastasìa, Garante del Lazio, che ci dice: “è stato importante che i politici abbiano accettato il nostro invito, che ci sia stato un confronto su questi temi, e che alcune forze politiche che in passato non si sono impegnate abbastanza su questi temi hanno detto invece di volerlo fare nella prossima legislatura. Certo, gli argomenti e le proposte sono molto diversi, ma lo sapevamo”. Fd’I che si appresta a governare il Paese punta molto sull’edilizia penitenziaria: “a quest’ultima i riferimenti sono stati tanti. Il problema del sovraffollamento non si risolve costruendo più carceri, come ha anche ricordato Mauro Palma. Bisogna pensare a forme di depenalizzazione e alle misure alternative alla detenzione. Mi piace sottolineare che quello che manca al carcere è una decisione politica fondamentale da cui derivano le altre. Dobbiamo chiederci: vogliamo un carcere di 30 mila detenuti, ossia quelli per gravi reati e criminalità organizzata, o vogliamo un carcere di 70 mila detenuti, che è l’ospizio dei poveri? La popolazione detenuta sta aumentando, a breve torneremo ai livelli di sovraffollamento precedenti il Covid”.  Presente all’incontro anche il capo del Dap Carlo Renoldi che però non è intervenuto. Per risentire tutti gli interventi rimandiamo a Radio Radicale. 

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