Suicida mentre la Finanza gli notifica un arresto

 di Angela Stella Il Riformista 14 maggio 2022


Una terribile tragedia si è consumata ieri a Bagheria, in provincia di Palermo: il funzionario della Città Metropolitana Marcello Miraglia all'alba si è lanciato dalla finestra di casa sua mentre i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del capoluogo siciliano gli stavano notificando un provvedimento di custodia cautelare in carcere, perché accusato di corruzione. L'uomo, di soli 61 anni, dopo circa trenta minuti dall'inizio delle operazioni di notifica del provvedimento ha chiesto a un finanziere di potere andare in bagno. In un attimo ha aperto la finestra e si è lanciato nel vuoto dal sesto piano. Un maresciallo che lo seguiva da vicino ha tentato in tutti i modi di fermarlo senza riuscirci. Il militare, nel tentativo, si è procurato una grave ferita alla mano ed è stato trasportato al pronto soccorso. Miraglia rivestiva da anni la qualifica di istruttore specialista tecnico del Servizio rifiuti urbani e tributo speciale, un ufficio strategico per i controlli in materia ambientale. Secondo l'ordinanza del gip avrebbe intascato soldi da imprenditori nel settore dei rifiuti, ma avrebbe anche beneficiato di lavori di manutenzione sui propri veicoli e immobili, pranzi, cene e incarichi di consulenza a favore di familiari. Nell'inchiesta, condotta dalla Procura di Termini Imerese e denominata Smart Working, altre nove persone sono indagate a vario titolo per corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, ricettazione, rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio. Nello stesso provvedimento è stato disposto il sequestro preventivo di 15 mila euro pari alle presunte tangenti sinora individuate. La denominazione dell'operazione deriverebbe proprio dal fatto che, in base a quanto emerso dalle intercettazioni e dalle videoriprese effettuate dai finanzieri, Miraglia avrebbe spesso incontrato a casa gli imprenditori per ricevere le presunte tangenti nei giorni in cui lavorava in smart-working appunto, durante l'emergenza sanitaria.  L'uomo prima del drammatico gesto non avrebbe dato alcun segno di nervosismo o di agitazione.  Abbiamo cercato di ottenere qualche informazione in più dalla Guardia di Finanza ma è stato impossibile parlare con un addetto alla comunicazione, impegnato tutto il pomeriggio in indagini. Questa volta non è arrivato il solito comunicato stampa trionfalistico a dettagliare l'operazione della polizia giudiziaria. Avremmo voluto chiedere perché assegnare all'operazione una denominazione che potrebbe essere lesiva della presunzione di innocenza, come vietato dalla norma di recepimento della direttiva europea? Perché fare la solita operazione all'alba?  Perché piombare nella vite delle persone in un momento in cui si è ancora frastornati dalla notte, trasformando quell'inizio di giornata in un incubo,  mentre il vicinato si desta e comincia a chiedersi di quale grave delitto ti sei macchiato? Il Tgr regionale ha aperto il servizio sull'accaduto dicendo:" Probabilmente non ha retto alla vergogna e all'arrivo dei finanzieri che gli stavano notificando un provvedimento di arresto per corruzione ha aperto la finestra e si è lanciato dal sesto piano di un palazzo a Bagheria". Con il cadavere ancora caldo, si rintraccia nella sua certa colpevolezza la ragione del gesto. E se non fosse così? E se invece era innocente e temeva di affrontare un calvario giudiziario che lo avrebbe comunque stritolato pur non avendo responsabilità, come ci ha raccontato due giorni fa in una intervista il professore e avvocato Tullio Padovani?

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