Toghe in ordine sparso verso lo sciopero: c’è chi teme che l’adesione non superi il 50 per cento
di Valentina Stella Il Dubbio 12 maggio 2022
Oggi vogliamo porci due domande: come procedono le iniziative pubbliche dell’Anm in vista dello sciopero indetto per il 16 maggio contro la riforma del Csm, e quale percentuale di adesione sarebbe considerata un successo. Partiamo dalle informazioni disponibili. Il 30 aprile l’Assemblea generale dell’Anm ha approvato una mozione che prevede, tra l’altro, di organizzare prima del 16 manifestazioni, assemblee permanenti e incontri durante i quali dialogare con cittadini, avvocatura e amministratori locali per spiegare le criticità della riforma in discussione al Senato. Si prevede anche di predisporre «nel più breve tempo possibile, anche tramite le commissioni di studio, brevi schede informative che spieghino i punti rilevanti della riforma e le conseguenze dannose per i cittadini e la giurisdizione». Abbiamo chiesto all’Anm una panoramica su cosa sia stato effettivamente concretizzato: la risposta è che tutto è affidato alle giunte locali. Abbiamo appreso solo di una assemblea pubblica che si terrà oggi nelle Marche aperta a tutti i cittadini oltre agli altri operatori della giustizia, in primis gli avvocati. È dunque complicato misurare l’intensità delle iniziative se persino a Roma non hanno il polso della situazione. E questo dovrebbe costituire un elemento di riflessione per la giunta nazionale in vista dello sciopero: come si fa a rivendicare la propria forza e compattezza associativa nei confronti di una riforma ritenuta punitiva per i magistrati se non si sa cosa accade sul territorio, considerando anche che solo l’ 11% degli iscritti all’Anm ha votato favorevolmente per l’astensione? Sorge il dubbio che forse ci si è nascosti dietro le iniziative pubbliche, ma che in realtà l’unico obiettivo è fare pressione sul Parlamento, benché tale chiave di lettura sia stata smentita dal presidente Anm Giuseppe Santalucia. Anche perché, come ci hanno riferito diversi magistrati, è davvero complicato far passare all’opinione pubblica un messaggio alla base del quale ci sono tecnicismi normativi molto complessi. Cosi come è arduo organizzare eventi, visto che i magistrati sono spesso in udienza. Resta il fatto che a pochi giorni dalla data fatidica, si ha l’impressione di un impatto mediatico e pubblico modesto.
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