Addio a Walter De Benedetto

 di Angela Stella Il Riformista 10 maggio 2022

 

La scorsa notte si è spento a soli 50 anni  l'aretino Walter De Benedetto. Era diventato simbolo della battaglia per la coltivazione domestica  della cannabis a scopo terapeutico. Proprio per questo l'uomo, malato di artrite reumatoide, era finito sotto inchiesta: aveva optato per l'autoproduzione perché rimasto senza terapia a causa delle carenze del sistema sanitario. A fine aprile dell'anno scorso il Tribunale di Arezzo lo aveva assolto "perché il fatto non sussiste". Anche il pm ne aveva chiesto l'assoluzione. Dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum per la depenalizzazione della cannabis, a metà marzo De Benedetto aveva rivolto un accorato appello al Presidente della Camera Roberto Fico, alla Ministra con delega alle Politiche sulla droga Fabiana Dadone e al presidente della Commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni per chiedere l'approvazione della legge sulla coltivazione di massimo 4 piantine di cannabis per uso personale. Accanto a lui in questa battaglia c'è sempre stato Riccardo Magi, deputato e presidente di +Europa che così su Facebook ha commentato la triste notizia: "Ha lottato tanto, non solo contro la malattia ma per cambiare questo Paese. Lo ha fatto e ha vinto in tribunale dove uno Stato proibizionista, folle e crudele lo ha portato come imputato per essersi coltivato la Cannabis che gli serviva ad alleviare i suoi dolori. Lo ha fatto sostenendo le campagne e le iniziative per legalizzare la cannabis senza mai risparmiare energie. Riposa in pace caro Walter, continueremo a lottare per gli stessi obiettivi, a partire dalla mia proposta sulla coltivazione domestica, che proprio ora è in discussione in Commissione Giustizia e che ti avrebbe evitato un processo e tante preoccupazioni". “Profondo cordoglio” per la sua scomparsa è stato espresso proprio dal presidente della commissione Mario Perantoni, deputato del Movimento Cinque Stelle."A lui va la nostra riconoscenza per essere stato protagonista di una battaglia di civiltà che ancora non abbiamo vinto. Anche nel suo ricordo proseguiremo le nostre azioni per una legge più moderna sulla cannabis terapeutica”, ha aggiunto. “La prima volta che ci ha contattato - ha affermato invece Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni - parlava del suo fine vita, poi si è battuto contro la violenza di uno Stato che l'ha processato per la cannabis, ha vinto la sua battaglia personale ma non quella per una legge per tutti".  Marco Perduca, che per l’Associazione coordina Legalizziamo.it, ha sottolineato come "Walter sia un raro esempio di militanza di chi, colpito nella salute personale, trova argomenti ed energie per trasformare le proprie sofferenze in motivazione per altri come lui o per chi ritiene che per il godimento del diritto alla salute non basti una legge ma occorre pretenderne il rispetto". Pure Enzo Brogi, già sindaco di Cavriglia (Arezzo) e consigliere regionale toscano del Pd, promotore della prima legge regionale in Italia sull'uso terapeutico della cannabis, si è detto "molto colpito" per la morte di De Benedetto: " Walter ha rappresentato un punto di riferimento, era una persona così mite, così dolce; dopo il 25 aprile ci siamo sentiti, abbiamo parlato molto delle cose che accadono e della necessità dell'esserci per ottenere qualche cambiamento, quindi la sua morte è davvero triste". La lotta di De Benedetto sarà portata avanti anche da Radicali Italiani, come espresso in una nota da Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di RI: " Con il suo corpo e la sua lotta processuale e politica ha reso evidenti in prima persona i danni causati dal proibizionismo nel nostro Paese. Walter non c'è più ma noi continueremo a lottare  per liberare la cannabis dalle mani delle mafie. Continueremo a farlo in onore di Walter, della sua tenacia e del suo esempio". 


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