Avvocati e magistrati uniti per denunciare le criticità della sorveglianza

 di Valentina Stella Il Dubbio 26 maggio 2022

Avvocatura e magistratura si ritrovano insieme oggi per denunciare le criticità e le inefficienze del Tribunale di Sorveglianza di Roma, ma anche per proporre delle soluzioni. L'occasione è offerta dalla giornata di astensione proclamata dalla Camera penale di Roma insieme a tutte le Camere Penali del Distretto. I penalisti non incroceranno semplicemente le braccia stamattina ma si ritroveranno tutti  in una assemblea organizzata in un'Aula della Cittadella giudiziaria capitolina.  Il titolo dell'incontro è proprio: 'L'esecuzione della pena e il Tribunale di Sorveglianza: criticità e prospettive'. Alla base della protesta dunque ci sono «le gravissime e non più tollerabili criticità del Tribunale di Sorveglianza di Roma - si legge nella delibera della Camera penale -  che, anche in ragione dell’enorme carico di lavoro e della mancanza di risorse e di mezzi e nonostante le ripetute interlocuzioni con la Magistratura, vede la sempre maggior compressione dei diritti difensivi con disfunzioni che incidono sui diritti dei singoli schiacciandoli definitivamente e vanificando qualsiasi aspirazione di giustizia». A ciò si aggiunge il fatto che il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha la competenza esclusiva nazionale di tutti i reclami dei detenuti reclusi al 41bis. Come ci spiega il presidente dei penalisti romani, l'avvocato Vincenzo Comi, che aprirà i lavori della giornata, «il problema che affligge la Sorveglianza è atavico, cronico. La situazione è talmente critica che il nostro segnale di allarme è stato raccolto anche dalla magistratura di sorveglianza che ha firmato un importante documento attraverso il quale, vi leggiamo, vogliono  "far sentire la loro voce, nella consapevolezza di un servizio del tutto inadeguato a dispetto dell'impegno dei singoli"». E annuncia: « è nostra intenzione scrivere al Presidente della Repubblica, al vice presidente del CSM, ai presidenti di Camera e Senato e al Ministro della giustizia per sollecitare un intervento urgente». Tra i relatori della giornata di riflessione, oltre a Mauro Palma, Garante Nazionale delle persone private della libertà personale, e Carmelo Cantone, Provveditore D.A.P. Lazio – Abruzzo - Molise, ci sarà, tra i molti altri, proprio la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma, Maria Antonia Vertaldi che ha sottoscritto quel documento dal titolo 'Giustizia di serie B': «i nostri uffici sono da anni - scrivono i magistrati di sorveglianza - abbandonati ed esclusi da ogni iniziativa volta ad implementare l'efficienza della risposta giudiziaria a partire da quelle basilari della forniture  di strumenti informatici, assegnazione di personale e attribuzione di spazi lavorativi adeguati». Le toghe criticano la politica adottata a Via Arenula: «La scelta del Governo e del Ministero della Giustizia di tenere fuori i solo uffici della sorveglianza dalle poche risorse e riorganizzazioni introdotte dalla recente creazione dell'Ufficio per il Processo è  il paradigma del più mortificante disinteresse per questo negletto settore della giustizia, che assai più degli altri avrebbe potuto beneficiare della specifica tipologia di intervento realizzato». Solo per fare un esempio in merito alle risorse umane, a fronte di una pianta organica che prevede  77 unità oltre il dirigente, al 20 aprile di quest'anno risultano in servizio 51 unità, con una scopertura del 33%.  La conclusione è drammatica: «dobbiamo amaramente constatare il perdurante ed inspiegabile disinteresse verso l'esecuzione penale, soprattutto rispetto al suo concreto estrinsecarsi: i diritti che non trovano concreta attuazione è come se non esistessero»


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