«Noi non siamo dei volontari» magistrati onorari in sciopero

 di Valentina Stella Il Dubbio 13 ottobre 2020

 

Le toghe onorarie da ieri e fino al 16 ottobre incroceranno le braccia. Infatti, la "Consulta della magistratura onoraria" (Aimo, Agot, Anmo, Angdp, Unagipa, Unimo, etc) ha proclamato l’astensione dalle udienze civili e penali, assicurando, secondo le modalità previste dai codici di autoregolamentazione dello sciopero, solo le attività urgenti. Ciò che i GOT, VPO e GdP chiedono al Governo è che si trovi una soluzione "all'attuale stato d'illegittimità della categoria" che chiede "il riconoscimento delle tutele giuslavoristiche e anche economiche" come delineato altresì dalle autorità sovranazionali. Proprio il 16 luglio su questo giornale vi avevamo dato conto dell'importante sentenza della Corte di Giustizia europea (CGUE) che ha riconosciuto al magistrato onorario lo status di 'lavoratore' secondo i principi europei. Lo Stato italiano "persiste, per contro - si legge nel comunicato della Consulta - nell'etichettare come mero 'volontario' lo svolgimento delle funzioni devolute ai magistrati onorari". In realtà le toghe onorarie attualmente in servizio sono circa 5000 e secondo le statistiche di produttività "il contributo della componente non ordinaria della magistratura spesso eguaglia quella della componente professionale e, in alcune sedi giudiziarie, lo supera". Non è dunque "accettabile" che il Governo italiano ignori il quadro che si sta via via delineando: infatti, oltre alla su citata sentenza, anche la Commissione europea nel 2016 ha riconosciuto "la qualifica di lavoratori ai Giudici di pace ed ai magistrati onorari, affermando che lo stato membro ha una discrezionalità ridotta nel sottrarre nel proprio ordinamento le tutele lavorative a soggetti che svolgono funzioni pubbliche"; inoltre sono pendenti altre due domande di pronuncia pregiudiziale in CGUE sollevate dal Tribunale Amministrativo Regionale di Bologna e dal Tribunale del Lavoro di Vicenza contro il Ministero della Giustizia. A ciò si aggiunge che un giudice del Tribunale di Napoli ha condannato il Ministero della Giustizia a risarcire ad un giudice di pace il danno da lui subito nella misura di 21 mensilità. Per questo la Consulta chiede che si modifichi il cosiddetto ddl Bonafede per adeguarsi ai principi europei e si destinino parte dei fondi del Recovery Fund alla categoria al fine di valorizzare la magistratura onoraria e prevenire future cause collettive di natura giuslavorista. Ad aderire all'iniziativa della Consulta anche l'associazione AssoGOT: partendo dal presupposto che non si chiede l'immissione nei ruoli della magistratura ordinaria "riteniamo che i magistrati di carriera non abbiano alcun interesse a veder negate le garanzie minime previste dalla Costituzione a professionisti che da anni, tutti i giorni, svolgono attività complesse e delicate al loro fianco." Inoltre, gli esponenti di AssoGOT ritengono che "l'ostruzionismo dei vari Governi rispetto ai diritti dei magistrati onorari si ripercuote su tutto il settore della Giustizia, anche in termini di minore efficienza del servizio reso ai cittadini".  Oltre alla iniziativa della categoria, anche la politica è attenta alla tematica: qualche giorno fa, precisamente il 6 ottobre, è stato presentato in Commissione del Senato il testo unificato elaborato dalle relatrici Valeria Valente (Pd) ed Elvira Lucia Evangelista del M5S in materia di riforma della magistratura onoraria. Il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, vice presidente della Commissione giustizia del Senato ha votato contro l'adozione in quanto ritiene "inaccettabile la limitazione a 3 giorni a settimana dell’impegno del giudice onorario prevista dall’art. 1, soprattutto alla luce delle maggiori competenze attribuite dalla riforma Orlando alla magistratura onoraria e della altrettanto inaccettabile riduzione della dotazione organica". Si sono astenuti invece i senatori leghisti Francesco Urraro, Andrea Ostellari, Simone Pillon, Erika Stefani ed Emanuele Pellegrini in quanto nel testo "non si riconosce il diritto alla previdenza a carico dello Stato, né si prevede alcuna forma alternativa come ad esempio una detassazione con riduzione della base imponibile. Appare altamente iniquo poi non riconoscere ai magistrati onorari il versamento delle indennità anche in caso di malattia o maternità quando la si riconosce durante il godimento delle ferie". Il termine per la presentazione degli emendamenti ed ordini del giorno è previsto per giovedì 22 ottobre alle ore 15. Mentre l'onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove, sempre di FdI, ha presentato proprio ieri una interrogazione parlamentare al Ministro Bonafede per sapere se "il Governo intenda usare le risorse del Recovery Fund per dare attuazione alla sentenza CGUE del 16 luglio e per assumere stabilmente il personale della Magistratura Onoraria". Invece Rifondazione Comunista, in un comunicato del segretario nazionale Prc-Se Maurizio Acerbo e del responsabile nazionale Giustizia Gianluca Schiavon, ha espresso "sostegno per l'astensione".  


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