Morcone: i decreti Salvini erano barbarie

 di Angela Stella Il Riformista 7 ottobre 2020

 

L'ex prefetto Mario Morcone è una delle novità della giunta campana di Vincenzo De Luca. Sempre attento e sensibile al tema dell'accoglienza, commenta con noi il nuovo decreto immigrazione.

 

Dottor Morcone, qual è il suo giudizio in merito al nuovo provvedimento?

 

Tanto tuonò che piovve. È un anno che aspettavamo che venisse  in qualche modo cancellato quel provvedimento sull'immigrazione che portava il nome dell'ex Ministro dell'Interno e che come Paese non ci rendeva affatto orgogliosi. Era un atto politico costruito sulla sofferenza delle persone, finalizzato a scoraggiare l'ingresso in Italia.  Finalmente ieri la svolta. Poi vedremo cosa accadrà in Parlamento, ma intanto abbiamo marcato la discontinuità col passato.

 

Entrando più nel merito, a cosa fa riferimento?

 

Tutto il provvedimento richiama i valori della nostra Carta costituzionale. C'è una maggiore attenzione alle condizioni del Paese di provenienza; ad esempio attraverso il divieto di respingere le persone in luoghi nei quali  si rischia di essere sottoposti a tortura o a trattamenti inumani e degradanti.

 

Però ActionAid fa notare che permangono le multe alle ong e la criminalizzazione del soccorso in mare.

 

Le multe sono fortemente ridimensionate e non si mette in discussione il salvataggio delle persone, come specificato a chiare lettere nel provvedimento. Io credo che la qualità della vita delle persone nel nostro Paese e il rispetto dei loro diritti sia la priorità.  

 

Ci sono altresì delle perplessità sulla divisione tra rifugiati e richiedenti asilo per l’accesso ai servizi di integrazione nel sistema di accoglienza in capo ai Comuni (Ex Sprar) e la necessità di rivedere presto il capitolato di gara che disciplina centri governativi e straordinari, di cui vengono ripristinati i servizi.

 

Dovremo attendere di capire come tutto ciò verrà applicato. Il taglio che era stato fatto ai servizi nel precedente Governo è stato una vergogna che non ci ha procurato maggiore sicurezza, semmai una maggiore irregolarità.  Vanno invece evidenziati gli aspetti positivi di questo nuovo decreto.

 

Prego

 

È una novità importante la possibilità di proporre reclamo al Garante delle persone private della libertà personale: una scelta rispettosa delle garanzie che dobbiamo a chi arriva nel nostro Paese. Si è fatto molto sul lato dell'accoglienza: il permesso di soggiorno per cure mediche prima era vincolato alle 'condizioni di salute di particolare gravità', oggi la situazione deve essere semplicemente 'grave'. Ci sono moltissimi smussamenti della rigidità e cecità del passato decreto. E poi l'aspetto più importante è che si torna a parlare di integrazione e di inclusione, grazie anche a tavoli di coordinamento regionali e nazionali, di formazione professionale, di apprendimento della lingua italiana e dei diritti e doveri dei cittadini italiani. Rilevo anche un atteggiamento di attenzione maggiore verso i minori non accompagnati e le persone vulnerabili.

 

Ritrova invece delle criticità?

 

Rimangono alcuni aspetti che non condivido quali ad esempio le procedure accelerate che prevedono tempi di evasione della richiesta di protezione estremamente ristretti e cadenzati rispetto a quelli ordinari. Questo rappresenta certamente una compressione dei diritti e rischia di ricreare fasce di irregolarità di migranti che non siamo in condizioni di riaccompagnare nel Paese di provenienza. Nulla è stato fatto in materia di cittadinanza ma spero che sia una scelta dettata dalla necessità di una riforma più completa e ampia su questo tema.

 

Possiamo aggiungere che una criticità sta anche nel fatto che si è arrivati a questa modifica solo perché il Partito Democratico è uscito rafforzato dalle regionali rispetto ai 5 Stelle?

 

Sono stati ripristinati i valori propri del Partito Democratico: mantenere in vita i decreti Salvini era una ferita profonda per gli elettori.  Quindi abbiamo fatto un importante passo in avanti che ci libera dall'imbarazzo e dalla malinconia dei vecchi decreti sicurezza.

 

Il premier Conte come ne esce da tutto questo?

 

Conte ha dovuto concordare questa modifica perché, come diceva lei, gli ultimi risultati elettorali hanno messo il Pd nella condizione di chiedere con forza il rispetto di certi valori ai quali siamo tutti legati, quelli della sinistra progressista. Poi sinceramente non conosco quale siano i suoi veri sentimenti sul tema. 


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