Bossetti: per il pg non esiste “un ragionevole dubbio”

di Valentina Stella Il Dubbio 13 ottobre 2018

Nel momento in cui scriviamo la Corte di Cassazione ancora non si è pronunciata sul caso di Massimo Bossetti, condannato già due volte all’ergastolo per la morte di Yara Gambirasio. Il collegio della Cassazione è presieduto dal giudice Adriano Iasillo e dovrà decidere se confermare la sentenza d’appello, annullarla con rinvio per una nuova perizia sul Dna, assolvere Massimo Bossetti.

Assente in aula l’imputato che attende la decisione dal carcere di Bergamo dove è rinchiuso dal 2014. La requisitoria è stata tenuta dal sostituto pg Mariella de Masellis che ha richiesto sia la conferma dell’ergastolo per il muratore di Mapello perché “non ci sono motivi per dubitare che il colpevole sia lui”, ma anche l’annullamento dell’assoluzione dell’uomo, pronunciata in entrambi i processi di merito, relativa all’accusa di calunnia ai danni di un collega, che sarebbe potuto entrare in possesso di un suo fazzoletto sporco di sangue, spesso utilizzato in cantiere perché, come aveva spiegato Bossetti “perdo spesso sangue dal naso”.

Un’allusione al fatto che il suo collega potesse aver utilizzato le sue tracce biologiche. Secondo il pg, sulla calunnia va celebrato un procedimento d’appello bis ma soprattutto non esiste un “ragionevole dubbio” sull’innocenza di Bossetti che “non ha avuto un moto di pietà e ha lasciato morire Yara da sola in quel campo”. E sulla prova del dna “si tratta di una condanna gravissima - ha rilevato il pg - ed è giusto interrogarsi se ci sia solo il dubbio per crederlo innocente, ma per affermare l’innocenza di Bossetti dovremmo dire che le analisi genetiche hanno contaminato il profilo portando a un Dna identico al suo, che si è creato un profilo sintetico, che vi era la necessità di trovare in Bossetti, di cui nessuno allora aveva mai sentito parlare, un capro espiatorio. Se tutto questo non c’è, non c’è ragionevole dubbio”. Ed ha concluso: “Non è stato cercato un colpevole ad ogni costo, tutti gli accertamenti sono stati condotti con estremo scrupolo”. Dall’altra parte la difesa di Bossetti, con gli avvocati Salvagni e Camporini, ha richiesto l’annullamento della condanna in appello “un provvedimento di annullamento sarebbe impopolare ma coraggioso – ha detto il legale Salvagni - la gente vuole un colpevole e se Bossetti viene scagionato il colpevole non ci sarebbe. La sentenza impugnata non dà le risposte che abbiamo richiesto. Il diritto non può piegarsi alla giustizia sostanziale perché una sentenza che oggi sembra giusta domani potrebbe portare a mille ingiustizie.

Una sentenza deve dare risposte logiche e scientifiche e se queste non ci sono annullarla è doveroso”.

L’avvocato ha ribadito l’innocenza di Bossetti davanti alla Cassazione “l’imputato non è Bossetti, ma la sentenza d’appello mentre nell’udienza di oggi ( ieri, ndr) ho assistito alla terza requisitoria nel merito.

Il pg ha parlato solo di Bossetti, non della sentenza”.

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