Seconda giornata di Medicina dei Castelli Romani

di Valentina Stella Nuovo Corriere Roma Lazio 17 ottobre 2018

Anche quest’anno la S.I.M.I. (Società italiana di Medicina Interna) e la Unità Operativa di Medicina della divisione di Grottaferrata del Gruppo INI hanno organizzato la “Seconda giornata di Medicina dei Castelli Romani”, con l’obiettivo di dare continuità ad un evento formativo, visto il grande successo riscosso della prima edizione del 2017 con oltre 130 partecipanti.  L’evento si è tenuto il 13 ottobre all’INI Grottaferrata dove autorevoli esperti universitari e ospedalieri, hanno dibattuto temi riguardanti patologie ad alto impatto nella popolazione e nei reparti di Medicina Interna. Come ci illustra il dottor Emilio Scotti, Responsabile della U.O. Medicina dell’INI “qui opera una unità di Medicina Interna nata nel 2014 che ricovera circa 1000 pazienti l’anno provenienti dai Pronto Soccorsi ospedalieri e universitari e dai medici curanti che operano sul territorio. Le patologie più frequenti nella nostra unità operativa di Medicina sono: le malattie respiratorie (249 casi nel 2017) come insufficienza respiratoria acuta, polmoniti, pleuriti, bronchiti croniche riacutizzate; le malattie cardiovascolari (223 casi), come scompenso cardiaco, aritmie, valvulopatie, endocarditi, pericarditi; l’ictus cerebrale (161 casi) e ancora: demenza, insufficienza renale, cirrosi epatica, diabete mellito e tante altre con le relative complicanze. Si tratta per lo più di pazienti con comorbilità, critici o clinicamente instabili che, per le loro condizioni, possono essere curati solo in regime di ricovero per acuti. Il 71,5% dei nostri pazienti, dopo il ricovero, viene inviato al proprio domicilio con diagnosi di dimissione, consigli terapeutici, dietetici e controlli.  Il Convegno si è articolato in mini simposi monotematici sul alcune patologie che più numerose, giungono nei reparti di Medicina. La cirrosi epatica, una delle prime cinque patologie più presenti nei nostri reparti, settima  causa di morte nella popolazione occidentale. L’ictus cerebrale: 200.000 nuovi casi l’anno. terza patologia più frequente dopo scompenso cardiaco e malattie respiratorie nei reparti di Medicina e terza causa di morte dopo malattie cardiache e tumori. Un mini simposio è stato dedicato alle ulcere cutanee da pressione che influenzano negativamente il decorso e gli esiti delle cure e alla Nutrizione artificiale. Infine, in un ultimo  incontro, si è trattato delle cure palliative in pazienti che, pur non essendo affetti da neoplasie, presentano patologie croniche evolutive con periodiche riacutizzazione che richiedono ricoveri ripetuti. “Le nuove strategie terapeutiche – ci spiega sempre il dottor Scotti - consentono ora ad un numero sempre maggiore di malati con gravi patologie di superare le fasi acute fino a raggiungere  stadi di “terminalità” non dissimili da quelli delle malattie neoplastiche e quindi anch’essi suscettibili di possibili terapie palliative. È un problema emergente per cui sarà sempre più importante formare il personale medico e  infermieristico diffondendo maggiori conoscenze e sensibilità, su un tema così delicato, soprattutto in un momento in cui la politica si sta avvicinando al tema del “fine vita”. Molto interesse ha suscitato la lettura magistrale sulla terapia conservativa della insufficienza renale cronica, una patologia più frequente di quanto si pensi che viene talora sottovalutata e diagnosticata in ritardo, nonostante, precisa il dott. Scotti, sia  gravata da un rischio di mortalità cardiovascolare che aumenta vertiginosamente da 2 al 50 volte col progressivo calo della funzione renale”. Come prevenire allora una situazione così critica? “ Esiste un lungo periodo, soprattutto nelle fasi iniziali, durante il quale il paziente può curarsi con terapia dietetica, corretto stile di vita,  controllo dei fattori di rischio e  terapia farmacologica quando necessario, sotto la regia del medico generale e del nefrologo, prolungando  il tempo di sopravvivenza lontano dalla dialisi”.  

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