Unione a congresso

 Valentina Stella dubbio 27 settembre 2025

CATANIA. La bellissima cornice del Teatro Bellini di Catania ha ospitato ieri la prima giornata del XX congresso ordinario dell’Unione Camere Penali che si concluderà domani. Mentre oggi ci sarà l’intervento in collegamento del ministro Nordio. Nonostante lo sciopero dei voli moltissimi gli avvocati arrivati nel capoluogo siciliano per ritrovarsi tutti insieme l’ultima volta prima del referendum sulla separazione delle carriere, tema obbligatorio e centrale dell’assise. Tra i primi ad intervenire il vice presidente del Csm Fabio Pinelli per cui “l’avvocatura deve rivendicare la prerogativa di classe intellettuale, ed essere all’altezza del compito” e “non deve per altro verso perdere la propria identità e autonomia di pensiero  - non credo lo stia facendo - allineandosi ad una parte politica legittimamente portatrice dei progetti di riforma costituzionale” così come “la magistratura non deve perdere la propria radice costituzionale mescolandosi, sino a confondersi, con l’opposizione politica che legittimamente gioca il proprio ruolo, come fisiologico nelle democrazie. L’autonomia e l’indipendenza vanno difese e conquistate ogni giorno sul campo, con i comportamenti individuali e con le politiche associative” ha concluso il numero due di Palazzo Bachelet.   Dopo di lui il vertice del Cnf, Francesco Greco: “dobbiamo convincere i cittadini che la riforma è assolutamente necessaria e indispensabile per l’attuazione del giusto processo. Oggi il processo italiano non è giusto per la contiguità tra due parti del processo, il giudice e l’accusa. E allora - l’appello di Greco -  dobbiamo impegnarci affinché non si realizzi uno scontro politico tra la maggioranza e la minoranza in Parlamento. Quella che affronteremo non è una battaglia politica ma un impegno di noi avvocati di civiltà giuridica”. E ha concluso: “Se fosse in pericolo l’autonomia e l’indipendenza della magistratura saremmo i primi a scendere in piazza con le toghe ma non è così. L’articolato della legge non lo prevede affatto”.  Nella tana del lupo con umiltà e ironia  è intervenuto il presidente dell’Anm Cesare Parodi che ha esordito: “ho fatto un incubo stanotte: mi invitavano al convegno dell’Ucpi e di dover fare un intervento per convincere gli avvocati penalisti e i politici presenti del fatto che ANM ha ragione! La mia era una missione impossibile. Ero disperato”. Risate dalla platea. Ha proseguito nel suo racconto onirico: “Ad un certo punto, una voce dall’alto, profonda e inquietante, mi scuote…. ‘Ricorda… uno vale uno! Quell’uno può decidere della libertà personale, del patrimonio dei cittadini, come potrebbe non essere un buon consigliere del CSM?’ Già. Uno vale uno. Certo, ma l’Ucpi  è stata fortunata perché ha estratto a sorte avvocati come il Presidente Petrelli o il Presidente Caiazza. O qualsiasi avvocato potrebbe essere comunque al loro posto, rappresentare alle stesso modo, con passione e intelligenza la maggioranza di tutti i penalisti? O no?”. Molti applausi poi per il past president Beniamino Migliucci: “lei  in Commissione affari costituzionali - rivolto a Parodi - ha detto che con la separazione non si avrebbe più un pm che chiede archiviazioni. Le assicuro che noi abbiamo più fiducia in voi di quante voi ne abbiate in voi stessi”. La polemica non è terminata qui perché altri hanno fatto notare che tutti i capi degli uffici giudiziari locali prima avevano detto che sarebbero venuti e poi hanno disdetto. Ha preso poi la parola il presidente del Senato Ignazio La Russa che ha annunciato che “ entro massimo la prima settimana di novembre la riforma della separazione delle carriere arriverà nell’Aula” di palazzo Madama. “Mi prendo questo impegno”. Ha poi terminato con un auspicio ossia che ci sia un “dibattito comprensibile per i cittadini e scevro da eccessi: è questo il mio invito. Toccherà ai cittadini decidere, e mi aspetto che quello che deciderà il corpo elettorale sia accettato di buona grazia da tutti”. Gli abbiamo poi chiesto a margine un commento sulla situazione carceraria. Ci ha detto che non si è trovata intesa tra i partiti su un provvedimento deflattivo della popolazione detentiva di cui si era discusso in questi mesi. A questo punto, ha precisato, che “nella prossima Capigruppo dirò che ciascun gruppo rimane libero di assumere, se lo ritiene, iniziative. Il mio rimane un auspicio: è tuttora necessario -  quindi non solo per il periodo estivo - che, nell'attesa che il governo possa completare i progetti che ha per rendere il sovraffollamento nelle carceri un qualcosa del passato, si faccia qualcosa nel presente”.  Tra gli ospiti più attesi Goffredo Bettini che da remoto ha detto: “Se la separazione delle carriere è un segnale verso la terzietà del giudizio per me ben venga. E se c’è un modo per evitare che qualche tipo di sentenza sia al riparo di reciproche convenienze, di scambio di favori, di un clima politicamente intossicato ben venga il superamento delle correnti di potere nella magistratura, affidandosi a altre vie per la costituzione del Csm”. Sarebbe dovuta intervenire anche la responsabile giustizia dem Debora Serracchiani ma all’ultimo non ha potuto perché “colta da afonia” ha detto il moderatore Giovanni Valentini. In molti sono rimasti delusi per il mancato incontro scontro con Bettini. Presente anche il deputato di Forza Italia Enrico Costa, il primo a depositare una pdl sulla separazione delle carriere che ricalcava quella Ucpi che ha voluto sottolineare che nonostante ci si avvi a votare in quarta lettura la riforma molte altre riforme sono ferme anche per colpa di anime all’interno della maggioranza: “la prescrizione è bloccata dalla Lega e dalle opposizioni; sulle intercettazioni stessa cosa: il 27 ottobre sarà in Aula la proposta Zanettin sul 254 ter ma non sono convinto che andrà in porto perché anche nella maggioranza ci sono dubbi. Si parla tanto di abuso della custodia cautelare  ma quando si affronta il tema i miei odg vengono bocciati. Faccio la proposta per diminuire i fuori ruolo che sono eccessivi a Via Arenula e  mi dicono no da destra a sinistra. Purtroppo quindi spesso la trasversalità va a scapito delle garanzie”.  In collegamento, invece, il vice ministro Francesco Paolo Sisto: “abbiamo la necessità di vincere il referendum. E’ una occasione imperdibile, non possiamo farcela sfuggire. Sono convinto che raggiungeremo il risultato ma non sarà semplice. Dobbiamo impegnarci subito con i comitati per il sì” l’appello del numero due di Via Arenula, che ha preso l’applauso quando ha accusato “l’Anm di aver partecipato alle audizioni private del Pd”.  In ultimo è intervenuto l’ex vice ministro Enrico Morando: “Anch’io  - come altri parlamentari e dirigenti politici della mia parte- non condivido la soluzione del sorteggio. Mi sembra -questa soluzione- un pericoloso cedimento nei  confronti di una cultura politica che concede al populismo  molto più del necessario. Non è tuttavia ragionevole far derivare da questo giudizio  critico una scelta di opposizione a tutta la riforma”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Garlasco, sì alla revisione del processo? Indagato Andrea Sempio

Lettera della famiglia Poggi

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»