Separazione in Aula il 16 settembre
Valentina Stella Dubbio 11 settembre 2025
La riforma costituzionale della separazione delle carriere arriverà nell’Aula della Camera dei deputati martedì 16 settembre, alle ore 15. Lo ha deciso ieri la conferenza dei capigruppo. Stamattina, invece, riprenderà la discussione nella commissione Affari costituzionali fino all’inizio dell’informativa urgente del Ministro degli Esteri Antonio Tajani sulla situazione in Ucraina e Medio Oriente e sulla questione dei dazi. Si proseguirà lunedì 15 settembre, mentre martedì ci sarà il voto per il conferimento del mandato al relatore. «Abbiamo già fatto una ventina di interventi, abbiamo dedicato tre o quattro sedute” alla riforma, “ho guardato i precedenti per le discussioni generali sulle terze letture, abbiamo già abbondantemente superato tutti i precedenti, per i quali in terza lettura sono state dedicate alla discussione generale una seduta, massimo due»: è quanto ha voluto chiarire il forzista Nazario Pagano, presidente della prima Commissione, le cui intenzioni non sono mai state volte a comprimere la discussione. Sta di fatto che con la decisione di ieri si accelera di molto sulla riforma targata Carlo Nordio, grazie anche al Regolamento parlamentare che prevede, tra l’altro, all’articolo 99 che per questa seconda fase di deliberazione «non sono ammesse la questione pregiudiziale e quella sospensiva». Inoltre, dopo la discussione sulle linee generali, si passa direttamente alla votazione finale del progetto di legge «senza procedere alla discussione degli articoli. Non sono ammessi emendamenti, né ordini del giorno, né richieste di stralcio di una o più norme». Potranno solo esserci le dichiarazioni di voto. Fatte queste premesse procedurali è chiaro che il provvedimento verrà approvato velocemente per la seconda volta a Montecitorio. La maggioranza e il Governo puntano a tornare al Senato per la quarta e ultima votazione finale prima che inizi la discussione sulla legge di Bilancio. Si ipotizza già entro la metà di ottobre. Occorre evitare, infatti, di arrivare a fine dicembre o addirittura a gennaio per il placet definitivo sulla norma che dovrebbe modificare drasticamente l’ordinamento giudiziario. Anche perché poi, dopo l’approvazione parlamentare, dovrà attivarsi tutta la procedura per giungere al referendum che, se i tempi verranno rispettati, potrebbe davvero tenersi nella primavera del 2026, come auspicato dal Guardasigilli. «Le riforme vanno avanti, siamo molto soddisfatti», ha commentato il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che ha voluto precisare: «Non è in realtà un'accelerazione perché i tempi in commissione sono quelli della terza lettura che erano già stati registrati ai tempi della riforma Renzi. In due/tre giorni si può fare sicuramente il dibattito in commissione e poi in aula ci sarà discussione e dichiarazione di voto». Di diverso avviso il Partito democratico. «Abbiamo ottenuto che anche lunedì la commissione discuta la riforma sulla separazione delle carriere, evitando un'ulteriore costrizione del dibattito. Il Pd farà tutto ciò che è possibile per fermare il provvedimento. Ci auguriamo di riuscire a far capire» a maggioranza e governo «la gravità della riforma e fermarla»: ha detto la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, al termine della riunione dei capigruppo di Montecitorio. Desiderio irrealizzabile e i dem lo sanno benissimo. Ma tutto adesso nell’arena comunicativa fa gioco. Comunque oltre alla separazione delle carriere è stata calendarizzata per novembre anche la riforma sul premierato. «Torna lo scambio nella maggioranza sulle riforme», ha accusato sempre l'esponente dem. Ha ribattuto Ciriani: «Nonostante le opposizioni raccontano di scambi tra riforme, la riforma sul premierato e la separazione delle carriere, così come il regionalismo differenziato, erano nel nostro programma e sono tutti aspetti del programma di coalizione».
Commenti
Posta un commento