La guerra del governo a chi salva vite

 Angela Stella unità 3 settembre 2025

Pugno duro del Ministero dell’Interno nei confronti dell’imbarcazione Mediterranea, sbarcata a Trapani il 24 agosto, con dieci naufraghi a bordo, disobbedendo all’ordine di raggiungere il porto di Genova. Il prefetto di Trapani, per conto del Viminale, ha infatti notificato al comandante e all'armatore della nuova nave dell’omonima ong italiana 60 giorni di fermo e una multa per 10 mila euro. “Uno dei più pesanti provvedimenti in applicazione del decreto Piantedosi – ha sostenuto la ong - che in questi tre anni hanno colpito le imbarcazioni della flotta civile di soccorso: cioè la nave in catene per due mesi”. Poi il ricordo di quella notte: “le onde erano altre quasi tre metri e la Liguria non era raggiungibile”, hanno spiegato ancora dalla Mediterranea Saving Humans. I migranti erano stati lanciati in acqua con violenza da una run away boat, imbarcazioni veloci che si affiancano alle navi delle ong per poi scaricare, anche direttamente in mare, persone che tentano di fuggire dalla Libia. “Secondo il governo, Mediterranea è colpevole per aver voluto garantire al più presto possibile le necessarie cure mediche e psicologiche a terra a queste 10 persone, tra cui tre minori non accompagnati. Esseri umani, gettati con violenza in mare dai trafficanti e miliziani libici la notte di giovedì 21 agosto in acque internazionali e da noi soccorse e sbarcate nel porto di Trapani nella serata di sabato 23. E dunque quale sarebbe il grave reato che abbiamo commesso?” si chiedono dalla ong. “A Piantedosi – hanno detto - alle sue catene, continueremo a rispondere 'SignorNo!' perché non siamo sudditi”. L'ong annuncia altresì il ricorso “d'urgenza” all'autorità giudiziaria competente affinché “questo provvedimento di 'vendetta', abnorme e illegittimo sotto ogni punto di vista, sia annullato”. Si legge ancora nel comunicato stampa: “Mediterranea deve tornare in missione di ricerca soccorso in mare il prima possibile, perché ci sono tante vite umane a rischio. Le uniche catene che una nave può sopportare, sono quelle delle sue ancore: le altre, quelle che imprigionano, vanno spezzate”. Per Riccardo Magi, segretario e deputato di +Europa, il fermo della imbarcazione “segnala la disumanità e la crudeltà di un governo che blocca le navi che salvano le vite umane, mentre rispedisce in Libia con aereo di Stato torturatori come Almasri, nonostante sia ricercato dalla Corte Penale internazionale”. “Volevano dare la caccia agli scafisti – ha proseguito Magi - e invece liberano e riaccompagnano a casa con tutti gli onori i criminali che fanno affari con gli scafisti. Chi porta al sicuro le persone scampate alle violenze di Almasri, noto torturatore e stupratore, viene trattato come un criminale. Questo sì che è il mondo al contrario”. Dello stesso parere Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: “Il fermo e la multa inflitti alla nave Mediterranea sono un atto gravissimo che conferma la logica disumana del governo Meloni: punire chi salva vite in mare”. Intanto ieri mattina è attraccata nel porto di Taranto la nave Sea-Eye 5 per lo sbarco di 91 migranti, tra cui 32 minorenni, provenienti da Bangladesh, Eritrea, Etiopia, Pakistan ed Egitto, soccorsi nelle scorse ore sempre nel Mediterraneo. Nei giorni precedenti, altri 53 naufraghi erano stati fatti sbarcare a Lampedusa. Nel frattempo, secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno, nei primi otto mesi del 2025 sono sbarcati in Italia 43.580 migranti via mare, con un incremento del 2,44 per cento rispetto ai 42.544 registrati nello stesso periodo del 2024, ma in netto calo rispetto ai 114.833 arrivi del 2023. Le principali nazionalità dichiarate allo sbarco: Bangladesh (13148), Eritrea (5787), Egitto (5537).  Secondo quanto appreso dall’ ‘Agenzia Nova’, la Libia si conferma il principale Paese di partenza, con 38.466 persone salpate al 2 settembre, pari a circa l'88,3 per cento del totale.

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