Asse pd Anm?
Valentina Stella Dubbio 9 settembre 2025
Opposizione parlamentare ed Anm stanno creando deliberatamente un asse per fronteggiare al meglio il referendum sulla separazione delle carriere? Dipende a chi si pone la domanda. Intanto domenica il ministro Carlo Nordio dal forum di Cernobbio ha dichiarato, quasi con un tono paternalistico verso le toghe: «Noi faremo di tutto per cercare di convincere i colleghi magistrati che sarebbe un disastro se accettassero l'invito, come già fatto in Parlamento da parte del Partito democratico, di allearsi a loro in una sorta di campagna contro il governo». Per il Guardasigilli «sarebbe estremamente pernicioso perché la magistratura così si dimostrerebbe nei confronti dei cittadini ancora più politicizzata e già la vedono abbastanza politicizzata». Nella quasi certezza di una vittoria al plebiscito, Nordio prova dunque a mettere in guardia i suoi ex colleghi dallo schierarsi apertamente coi partiti e dall’abbandonare le argomentazioni tecniche sulla riforma per abbracciare quelle più largamente politiche, ad esempio attaccando chi questa riforma l’ha teorizzata, nel passato e nel presente. Dall’altra parte però pare che questa alleanza si stia consolidando. Primo segnale: ieri mattina il Partito democratico ha organizzato delle audizioni informali (non potendosene svolgere altre in questa seconda fase di deliberazione iniziata alla Camera) tra i rappresentanti del mondo della giustizia, dell'associazionismo e delle parti sociali per «continuare a discutere e preparare la campagna per il referendum su questa finta riforma della giustizia» ha spiegato Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati. Ha rincarato la dose la responsabile giustizia dem, Debora Serracchiani: «la maggioranza ha scelto la strada dello scontro e dell’imposizione, colpendo l’equilibrio tra i poteri e riducendo le tutele per i cittadini. Il Partito Democratico è pronto a contrastare questa deriva con determinazione, aprendo spazi di confronto e ascolto con la società civile e con tutte le forze che condividono la necessità di difendere i principi fondamentali della nostra democrazia». Insomma, le porte sono aperte per chiunque voglia mettere una ‘X’ sul ‘no’ al referendum della prossima primavera. E proprio a raccogliere l’invito del Pd è stato Cesare Parodi, presidente dell’Anm che ha esordito: «partecipo a questa come ho partecipato a iniziative di approfondimento tecnico organizzate da partiti di maggioranza. E spero di farlo nuovamente ospite di soggetti della maggioranza parlamentare». Il leader del ‘sindacato’ delle toghe non poteva non accettare l’invito ad una iniziativa dem che ha assunto più un valore simbolico e comunicativo che reale. Infatti in questi mesi si è discusso molto degli eventuali rischi della riforma nelle commissioni di Montecitorio e di Palazzo Madama, e anche negli stessi faccia a faccia richiesti a tutti i partiti proprio dall’Anm. Quella di ieri è solo il primo atto di una stagione che vedrà uno scontro sempre più aspro tra le fazioni in campo. E per questo gli alleati servono più che mai in questo momento. Tuttavia Parodi è ben consapevole dei pericoli sottesi ad uno schiacciamento della magistratura sul fronte antagonista alla maggioranza di Governo. Lo si evince quando, sempre durante l’evento del Pd di ieri, ha voluto ribadire che «dopo aver letto le parole del ministro noi non siamo vicini a nessun partito, ma ci battiamo per delle idee, intervenendo nel dibattito pubblico sulla giustizia. Non verremo mai meno al nostro ruolo di assoluta indipendenza da qualunque soggetto politico». È chiaro che se fosse per lui eviterebbe qualsiasi sovraesposizione ma è altrettanto evidente che ha il mandato di quasi la totalità dell’Anm di fare il possibile per scongiurare la sconfitta referendaria. Il secondo indizio che ci induce a pensare che l’asse Pd-Anm si stia rafforzando è la presenza del Segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti, al panel “Riforma o controriforma della giustizia?”, alla festa nazionale del Pd a Reggio Emilia, che si è tenuto ieri sera. Ma il magistrato rifiuta la prospettiva di Nordio. Infatti ci dice: «La magistratura italiana non si allea con nessuno, tantomeno con i partiti politici. Il solo fatto che ad ipotizzarlo sia il Ministro della giustizia è il sintomo di una visione distorta, che viene diffusa e alimentata anche con affermazioni come quella secondo cui la magistratura sarebbe politicizzata». Per il magistrato «ben altra cosa è che i magistrati accettino di confrontarsi sui temi della giustizia con chiunque dia loro la possibilità di farlo per spiegare ai cittadini i pericoli insiti nella riforma Nordio. Cosa che speriamo di poter fare anche sul palco di Atreju se, come credo, l'Anm verrà invitata come è successo negli scorsi anni». L’anno scorso era stato infatti ospite della kermesse di Fratelli d’Italia l’ex presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia.
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