Sfiorata la rissa in Aula
Angela Stella Unità 19 settembre 2025
Si è sfiorata quasi la rissa ieri alla Camera dei deputati. Sono da pochissimo scattate le ore 12. L’Aula approva a maggioranza, in terza lettura, il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. Alcuni ministri presenti in Aula si mettono in piedi e applaudono per il via libera. Inizia la protesta delle opposizioni. Si alzano i toni dai banchi della minoranza da dove urlano ai rappresentanti del Governo di sedersi: “basta, basta, è indecente. Qui si festeggia questo provvedimento, mentre non si risponde su Gaza, con il ministro degli Esteri che partecipa alla gioia”. Il presidente della seduta, Sergio Costa, invita più volte i membri dell’Esecutivo ad accomodarsi, in particolare rivolto al Ministro della famiglia Eugenia Roccella e il vice ministro alla giustizia Francesco Paolo Sisto. Prende allora la parola la capogruppo dem Chiara Braga sull’ordine dei lavori: “Presidente non si applaude dai banchi del Governo. Invece di fare questa scena patetica di cui si è reso protagonista anche il ministro degli Esteri - alzarsi in piedi ed applaudire – il Governo dovrebbe venire in quest’Aula a rispondere su quello che le opposizioni chiedono da giorni dinanzi alla tragedia immane, alla catastrofe che sta accadendo a Gaza”. Infatti le opposizioni sollecitano da un po’ una informativa da parte di Giorgia Meloni su quanto sta avvenendo in Medioriente con l’obiettivo chiaro anche di ottenere un voto dell'Assemblea sulla situazione a Gaza. Da quel momento è stato in caos. Alcuni esponenti delle opposizioni si sono avvicinati ai banchi del governo per protestare. “È sempre colpa dei maschi” si lamentano alcune deputate. E intanto i colleghi vengono quasi alle mani alla base dell’emiciclo di Montecitorio. Dopo qualche minuto la seduta è stata sospesa. “Io non ho applaudito, e non sono andato a minacciare nessuno come invece hanno fatto altri, deputati del Pd e dei 5 Stelle che sono venuti sotto i banchi del governo” ha detto il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani. Se c’era una certa euforia è perché “per noi è una riforma storica”, ha aggiunto il ministro degli Esteri, altri invece “hanno minacciato. Non è che mi faccio intimidire da dieci deputati dei 5 Stelle o del Pd che vengono sotto i banchi del governo”. La bagarre in aula – ha invece dichiarato la responsabile giustizia dem Debora Serracchiani - “è la conseguenza della mancata risposta alla nostra richiesta che il Presidente del consiglio venga a riferire in aula circa la situazione insostenibile che sta accadendo a Gaza. Inoltre, abbiamo assistito ad un ulteriore scempio delle istituzioni, facendo passare una riforma costituzionale a colpi di maggioranza su un testo del governo e con una maggioranza ed un governo che si sono lasciati andare a urla di giubilo, applausi e abbracci. Francamente, le istituzioni meritano un altro tipo di rispetto e noi glielo abbiamo fatto notare”.
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